POESIE E PROSE POETICHE

 

I GIORNI DELLA MERLA

Che birichina la fata dell’inverno:
si divertiva ad attender con sorriso gaio
il freddo e rigido Gennaio;
lì intorno infuriava vento gelido
e candida neve
faceva da veste al suono più lieve,
ma niente fermò quella giovane fringuella
che ogni anno sorbiva
quella bufera
che neanche il tempo leniva.

Com’era faticosa la salita
per poter trovare le provviste
con cui la sua tana era riempita;
un giorno però
pensò bene di fregare il nemico
e dopo aver raccolto abbastanza cibo
la merla si chiuse nel suo nascondiglio
senza veder per un mese
del sole lo scintillo,
ma Gennaio ne aveva ventotto
e proprio quel giorno la dolce merla
uscì coraggiosa e beffarda
di avercela finalmente fatta.

L’inverno però come risposta
al suo perentorio e orgoglioso canto
chiese un clamoroso scambio:
tre giorni di rivincita a Febbraio
che del freddo era sempre più mago
e all’improvviso si scatenò
il peggior inferno
che si può avere dall’inverno.

La merla però trovò riparo
nella quieta conchiglia di un camino
e lì vi restò
per quei tre giorni di freddo repentino,
ma al termine di quel diretto affronto
nacquero sottili raggi di pallido sole
e la merla
uscì dalla sua chetichella
sana e salva ed ancora più snella,
ma le sue candide piume di colomba
si erano annerite di fuliggine
e da quel giorno la sua livrea
assomigliò al dolce sguardo
della notte più nera.
Eh, cara fringuella
questo prezzo pagasti
per dare colore alla leggenda,
ma un fondo di verità
la tua storia ce l’ha,
perché segni l’anticipo
della primavera
se il freddo di quei giorni è bufera
e il suo tenero ritardo
se la temperatura è mite come un raggio.

Quelle tre notti furono
e continuano ad essere memoria,
mentre attendo l’inverno
che porta di nuovo la leggenda
di quei mitici giorni della merla.

FRANCESCA GHIRIBELLI



BEFANA

Aria di caramella
riposa in una calza
lunga e preziosa;
dolci balocchi
e auguri festanti
per chi è stato buono
con tutti quanti.

Poi c'è carbone nero
per chi è stato monello
per davvero;
spinto fino in fondo vi è
uno striminzito mandarino
per un adulto
non troppo docile e carino.

Un dono per tutti
grandi e piccini
da lasciare
passando per i camini:
una signora
ormai stanca e vecchia
passa con la sua scopa
attraverso una stella.

Ci lascia ricordi andati,
rimpianti dimenticati,
passati lontani e
un presente da amare.

Soltanto il futuro
può ancora sperare
di male in peggio
non sempre può andare.

Piccole lucciole
brillan nei suoi occhi:
è la nonna di tutti,
si nasconde nel viso
di un bambino
che torna a sognare
per colorare la vita
di nuove trame.

Befana,
saggia sovrana
dell'isola che non c'è
continua a portarci
ogni anno
la meravigliosa favola
di un re.

Il re adorato
dai tre Re Magi
guidati da una cometa stella
per regalarci la speranza più bella.

Francesca Ghiribelli






 BUON 2015

A chi mi ama e a chi non m'ama,
tanto io vado per la mia strada,
a chi è presente
e a chi è indifferente,
tanto a me non importa niente:
saluto l'anno che se ne va
sperando in quello che giungerà!
Mi auguro che porti salute, gioia e serenità,
al peggior nemico e al migliore amico,
a chi dice la verità
e a chi con una bugia pensa di avere la felicità.
Spero che il 2015 sia più sincero
e che porti amore sempre più vero,
che narri l'esistenza di una luce più intensa
per chi ama e niente dimentica.
Vecchio anno, un caro addio,
e un augurio di Buon anno
a chi merita il mio.

Francesca Ghiribelli


 Foto: A chi mi ama e a chi non m'ama,
tanto io vado per la mia strada,
a chi è presente
e a chi è indifferente,
tanto a me non importa niente:
saluto l'anno che se ne va
sperando in quello che giungerà!
Mi auguro che porti salute, gioia e serenità,
al peggior nemico e al migliore amico,
a chi dice la verità
e a chi con una bugia pensa di avere la felicità.
Spero che il 2015 sia più sincero 
e che porti amore sempre più vero,
che narri l'esistenza di una luce più intensa
per chi ama e niente dimentica.
Vecchio anno, un caro addio,
e un augurio di Buon anno 
a chi merita il mio.

Francesca Ghiribelli


A NATALE NASCE L'AMORE




Sinfonia di neve
ghirlande di ghiaccio
fan del tuo cuore
un pagliaccio.

Luci soffuse
carte dai colori strappati
lascian nel cuore
nostalgici tempi andati.

Croccanti torroni
e soffici dolci
ti proiettan
nel mondo dei balocchi.

E torna il Natale
ti ricorda bambino
quando scartavi con gioia
il tuo regalo
davanti al camino;
candidi sogni
di un passato lontano:
ora sei uomo
di un futuro
ancor vano.

Poi la sorpresa
di ritrovare ogni anno
la fulgida luce
di un rimpianto:
quel sorriso birichino
di quando non sapevi
che quel babbo barbuto
altro non era che fantasia sfumata
nella tua mente ancora illibata.

Ora non sai cosa aspettarti
ma il tempo corre e va avanti,
senza farti domande
o cercare risposte,
affronti passo passo
la tua sorte.

Sai soltanto che un giorno lontano
a tuo figlio racconterai
di quell'infanzia
così bella, che danza
come bianca stella;
gli farai credere
che i sogni esistono
per chi ci crede
e solo chi cuore puro possiede
riuscirà a veder scendere
in eterno quella neve
fatta di bimbi felici e spensierati
che si rincorron per i prati.

Fanno palline di coltre color panna
e ti daranno quella certezza
che ancor oggi tarda
ad arrivar nella tua testa.

A Natale c' è chi parte
e chi rimane,
ma una sola voce
rinasce sempre
quella del Signore Onnipotente:
dolce e mite consolazione
perché insieme a lui
nasce l'Amore.




Francesca Ghiribelli.





Stella per sempre

Argentea brina
sui brividi degli occhi,
nube scolpita dai cuori
che il vetro degli anni
soffia nell’anima.
Sei pagina dentro l’inchiostro,
di carta è fatta
la nascita delle parole
e qui coloro di pece
le trasparenti ali del vento
per librarmi
creatura misteriosa
nel mondo delle ombre.
Volerò incontro
ai frizzanti baci della luna
e tra le membra assopite del cielo
sarò stella per sempre.
Per sempre luce
nel buio del cuore.

FRANCESCA GHIRIBELLI



Essenziale


Essenziale
Come l’acqua sorgiva
Rivesti gli inverni
Di neve candita.

Essenziale
Come l’acqua del mare
Ritorni sovente
Nel sole cocente.

Essenziale
Discendi rugiada viscosa
In un prato d’amore
Dove la primavera riposa.

Essenziale
Socchiudi magici
Intarsi di mondi
Per tessere dentro di me
Speranzosi incanti
Di nuovi sogni.

Essenziale
Profondo essere
Che nell’impossibile
Trovi per me
il possibile senso
Per un sentiero immenso.

Dolce mitezza
Paziente bellezza
Essenziale emozione
Per un respiro d’amore.

Sei incantevole vita
Nell’essenziale carezza
Di un giorno.





L'AMORE DELLA RINASCITA

Signore,
sei l’amore di un giorno
nascosto fra gli attimi del mondo.

Sei la pioggia dopo
la siccità,
e la ricchezza dopo
la povertà.

Sei il miraggio misericordioso
Per un deserto di anime,
sei il coraggio di un cuore
per far sognare di luce
la triste realtà.

Sei il magnetico stupore
Di una stella
Che nel cielo trova
La sua reggia.

O Signore,
sei la parola
scritta nel silenzio
che di una preghiera
ne fa un glorioso gesto.

Sei l’alba che sorge
Per riapparire più splendente
Sei ogni tramonto
che finge di andarsene
per poi tornare
ancor più emozionante.

Sei la vita
Che ci dona
un’anima eterna,
Sei l’amore della rinascita
Che ogni cuore
Narra.

Francesca Ghiribelli




Il profumo dell’amore

Indimenticabile sguardo
Hai miele negli occhi
E io sono l’ape
Che immortala
L’ineguagliabile dolcezza
Del tuo cuore.

Materno vivere
Nel candido
Seme del tuo seno,
mi hai cresciuto
come dorato botton d’oro
fra le verdi carezze
del tuo prato.

Immortale amore
Nato dal bacio del mondo
Minuscolo briciolo di sogno
Che ha dato vita al respiro
Di ogni mia notte.

Infinito affetto
Scivola lezioso
Con amabile affanno
Nella radura degli attimi
Per farne bosco di abbracci.

E per me è primavera
Ogni giorno
Fra gli indulgenti rovi
Di preziose more
Respiro con te
Il profumo dell’amore.

Francesca Ghiribelli


POESIA PER LA FESTA DEL PAPA'

Il profumo del mare


Discendi silenzioso

Sul mio cuore

Goccia dopo goccia

E accendi di splendore

L’anima del mondo.



Vivi taciturno

Per asciugare

Il sale delle mie lacrime

E farne il tuo sorriso.



Accarezzi piano

L’amore di un giorno

Per disegnare

L’eterno contorno

Di un sogno.



O mite pescatore

Il dolce cullare

Della tua barca

Viene a prendermi

E mi porta

Nell’abbraccio indimenticabile

Di un tempo incantato.



Sei brezza che giace

Nel vento che sale

Sei profondo sguardo

Nel profumo del mare.



FRANCESCA GHIRIBELLI





Sei ninna nanna dentro me

Luccicare di stella sul tavolo,
la danza di una moneta senza fiato
e il volo di una civetta mi scruta da lontano.


Eco di nebbia si avvicina,
gelo di una notte dall’aria assassina
e un battito d’ali nere sorride di piacere.


Grigie colline ormai sono miraggi di castelli,
damigella di una mezzanotte senza fretta
ondeggio la mia veste nel notturno suono della sera in festa.


La sedia dondola fra occhi misteriosi
e niente accarezza il profondo dell’essere:
io, bambina in braccio a te
che sei ninna nanna dentro me.


Francesca Ghiribelli




Mimosa


Umile, mite e giallo chicco

baciato dal dorato bagliore di una stella,

sulla tenera mano di un fanciullo

lasci come una dea

la tua sottile scia

di magica polverina

fatta del sorriso di primavera.

Fluttua superba

la tua chioma al vento e

sussurra dolcemente

gli auguri

a tutte le donne del mondo:

cara mimosa

non far cader così presto

la tua vivace veste,

ma canta e danza ancora

sulle meravigliose note

della natura in festa.


Francesca Ghiribelli



GOTICO AMORE

Ti cerco fra i netti tagli del tempo,
fra le vocali del vento respiro
il ricamo di questo sentimento,
disegno un angolo acuto tra i confini dell’anima
per inviare il messaggio
che le frecce del cuore dipingono in un raggio,
scia di stelle che sono voce del buio.


Sempre tu,
mitico battito e zingara lingua senza patria
che metti le radici nel mare dell’ignoto,
mentre navigo in isole sperdute di promesse mai spezzate.



Sogno che tesse il futuro dei sospiri
e attende la magia di un’antica tradizione
chiamalo per nome:
quella parola cresciuta
da chiunque e madre di nessuno
canta l’attimo fuggente
di un petalo nascente .


Filari di ciglia si battono
per non amare
di gotico amore
questo viaggio.

Francesca Ghiribelli


La filastrocca della Befana



La filastrocca della Befana
Indossa
Una colorata sottana.
Dolci e doni
Per i cuori
Più buoni,
saranno sorrisi
e carezze
per ogni colore
della pelle.
Semplice carbone
Per chi ha l’anima
Un po’ ribelle,
ma se le bugie
non dirà più
avrà un abbraccio
da Gesù.
La vecchietta
Se ne va
Sulla sua scopa
E spolvera
I camini
Di ogni famigliola.
Un po’ stanca
Con il sorriso
Sulle labbra
Lascia un goloso pensiero
A destra e a manca.
Ogni anno vince
Della vecchiaia
La battaglia:
perché l’età
non esiste
per chi ha un cuore d’oro
e solo chi vuole
ne farà tesoro.
Nessuno di voi
La vedrà
Perché silenziosa
Se ne va,
ma se vi impegnerete
nel cielo una stella luccicante
vedrete
e la sua dolce bontà
come stella cometa
cadrà.

Francesca Ghiribelli


Il bacio del mondo




Ti specchi nell’impronta di un sogno
Scavi il mio cuore nel profondo
Voli dentro al sorriso del vento
Poi nel sole lasci il tuo segno.


Vestita di abbracci
Scaldi l’anima nei suoi passi,
mi consigli dolcemente
su ciò che viaggia
nella mia mente.

Amore tracci
Nel vivido trascorrere
Degli attimi.
Sfiori l’oro dell’infinito
Per regalarmi
La carezza di un mito.

Estasiato cocchio di stelle
Che mi accompagni
Fra le parole più belle.
Sei esile e coraggioso istinto
Nell’intarsio dell’arcobaleno
Mentre in tutto riporti il sereno.

Sei cuore innamorato
che d’incanto la vita
Ha disegnato,
poi il bacio del mondo
per me hai rubato
facendone respiro
per il creato.

Madre,
parola grande,
parola eterna:
sei il bacio
con cui il mondo
ha dissetato
la mia terra.

Francesca Ghiribelli








Rinascere con te




Rinasco nel dolore
Di quel tuo volto
Affranto dalla disperazione.
Rinasco su quella croce
Con te al fianco,
mentre il vento
sferza le catene del tempo.
Rinasco dentro ogni lacrima
Che il tuo misericordioso amore
Ha scritto in ogni pagina del nostro cuore.
Resuscito nel dolce e profumato ricamo
Della tua veste bianca,
e niente ha più importanza
mentre il tuo sorriso riaffiora
fra le gocce di sangue
del tuo sacrificio.
Prima eri con me
Nell’astratta voce delle mie preghiere,
nel silenzio dell’ombra
che l’anima attende,
in cui la coscienza vive…
….Ora invece essa sorride con te
Attende la tua invisibile mano
che si accinge a costruire
il mio coraggio.
Mi prendi in braccio
E camminiamo
Su una spiaggia deserta
Al tramonto dei tempi,
perché rinasco con te
nell’impronta del sole,
in ogni stagione del mondo
e nell’abbandonato senso
di un giorno.
Poi scompari
dietro la linea dell’orizzonte
ed io ritorno a casa
portandoti con me
nel rinascere di una nuova alba.

Francesca Ghiribelli.




Caro Papa, tu sei per noi l'intercessione del cuore e dell'anima del Signore. Ci hai chiesto umilmente di pregare per te, Vescovo di Roma ed oramai del mondo, ma sai che ognuno di noi avrebbe da esprimere tanti desideri. Anche io ne avrei tanti, ma non chiedo nulla, perchè so che il Signore è misericordioso e con la sua luce saprà leggere ciò di cui ognuno di noi ha veramente bisogno. L'umanità non smetterà mai di chiedere, ed io non smetterò di pregare per te e per Dio. Dovremo invece imparare a vivere con più umiltà, con meno sfarzo e saccenza, senza stancarci mai di chiedere il perdono, quando invece Dio lo invoca sempre in ogni circostanza. Un abbraccio caro Papa dal cuore all'anima del Signore.




PRIMAVERA




Tu mi svegli,
mi colori,
mi accarezzi con i tuoi odori,
sei la stagione che non cessa mai nei nostri cuori.
Sei il mio mondo senza confini,
sei lo specchio del mio cuore e della mia anima.
Sei quello che non ho mai neppure
immaginato potessi essere,
sei l'angelo che ha rubato il mio bene,
sei la stella più grande del cielo,
sei la spilla che ha colpito il mio cuore.
E il mio pensiero sarà ovunque,
viaggerà senza lamentarsi,
prigioniero del tuo incantesimo,
volerà con gli occhi dell' amore,
e tu solo sarai il senso della vita eterna,
che anche se sparirà,
non cesserà mai di esistere,
nel ricordo di una tanto aspettata primavera.

Francesca Ghiribelli.




LIBERA (IN DEDICA ALLA DONNA)



Libera di sentirmi viaggiare dentro, libera dall’ipocrisia del mondo, dal suo essere viscido in un secondo. Libera dal profondo e inquietante silenzio dell’universo, che non sa riscattarsi in un gesto; libera dal gioioso canto di una primavera in festa che si traveste sempre del buio dell’inverno.
Mi sento gioconda nel capire quanto sia breve l’ebbrezza di un attimo senza catene, voglio godere ogni prezioso bacio di stella, ogni magico splendore della luna, con cui viene posseduto il cielo rinascendo di giorno nel colore di un arcobaleno.
Sommergo la mia anima di vento, perché possa prendere tempo nel gioco di un verso. Versi che giacciono immobili all’interno di un gomitolo d’amore, che spingono verso l’infinito il nostro cuore.
Libera di scrivere su un minuscolo sasso la mia vita e affidarlo all’immenso spirito del fiume. Navigherò tra cielo e terra, fra albe e tramonti, su nubi livide dei tuoni di un temporale, nel riverbero stanco di foglie accartocciate sulla riva del passato, senza cedere mai all’indifferenza di chi non ascolta quanto invece può raccontare il coraggio.
Ora sono libera e superba di vivere sulle braci del destino, nell’ansimante volteggiare di pelle ferita, antica cicatrice di lacrime di vento. Il mare della saggezza la saprà curare portandola in salvo tra le dolci promesse di un orizzonte non ancora inventato.
Libera ho disegnato le linee, con cui il sole dà anima al respiro dell’ombra, e libera ho collezionato i viaggi che la mente ha fatto altrove.
Altrove dove nessuno mi conosce, nessuno ha cercato la mia storia, niente ha illuso la mia anima o ricucito il mio cuore.
Solo là nel vagabondo ed errante senso della vita mi sento viva. Romantica e antica essenza nella saggezza di un amore. L’amore scava le sue radici oltre la concreta figura del mondo, rendendomi libera di immaginare l’impossibile che resta a galla fra i baci delle onde.
Libera di poetare ogni verso in rima del giorno. Libera di essere un sogno.

FRANCESCA GHIRIBELLI



Una nonna per volare

Viaggia dolce e spensierata
quella donna tanto amata;
vaga su erica di scopa volante
e il cielo
la attende trepidante.
Svicola il buio
Trapuntato di stelle,
poi la luna
innamora di luce
la sua pelle.
Graziose calze
Si intravedono
Nel suo sacco,
mentre fa
un misterioso balzo.
La cenere di un camino
Tinge d’argento
Il suo sognante arrivo,
poi tutto si veste di antico
e sul comignolo trova un nido.
Ha regali da consegnare,
ma quel prezioso contenuto
non vuole rovinare.
Chissà quale amorevole animale
Era stato così dolce nel covare?
A quella donna non importa
entrerà dalla porta,
non sa quale chiave usare,
ma sicuramente il cuore
saprà come fare!
Quella signora non ha certezze,
ma ogni anno fa il suo ritorno
per scoprire se l’amore
fa ancora girotondo.
Poi un bambino
La intravede sparire,
e grida felice:
‘Allora posso ancora sognare,
esiste davvero
una nonna per volare!’
Lei se ne va
Con aria sorridente,
perché sa
che per arrivare lontano
bisogna saper amare veramente…



FRANCESCA GHIRIBELLI






FAVOLA DI NATALE


Vorrei una farfalla per volare
Là dove nasce il sole,
intingere le viole
del pensiero
dei bambini,
mentre il magico inchiostro
di una letterina prende vita.
Vorrei sostituire
il silenzio dell’assenza
con il sorriso degli angeli,
dipingendo di altrove
il destino del mondo.
Vorrei panna montata
Al posto delle nuvole
E dolci ciliegie
Sulla vesta assopita dell’inverno.
Poi la figura
di un Signore universale
illumina la danza
della neve che scende;
Mi chiedo se nevicherà
In eterno
Per rendere puro
Il cuore dell’umanità.
D’un tratto ali colorate
Attraversano quello spiraglio di luce
Senza rumore.
Una lacrima balena sul volto di quell’uomo.
Non so se sia
una goccia di neve
disciolta dalla gioia.
Posso soltanto dire
Che quella notte
Ho visto farfalle volare in cielo,
mentre Dio ha affidato
al mio cuore
una favola
per vivere il Natale.



FRANCESCA GHIRIBELLI







Lei



Lei, il sogno dell’amore sulla pelle,
lei, il dolce bacio delle stelle,
lei, l’assolato abbraccio di un prato,
lei, la grande memoria del passato,
lei, mentre disegno il presente,
il meraviglioso sospiro della mente.
Lei, la speranza del futuro,
il confine per abbattere quel muro.
Lei, un cuore pieno di promesse,
l’astratto senso del mio essere.
Lei, l’imperativo di un sorriso,
mentre le labbra pregano in silenzio
la fine di ogni mio tormento.
Lei, la semplice aria che respiro,
la forza che mi lega all’infinito.
Lei, la vita che cammina altrove,
dove neanche il buio sa trovare
quell’autentico bisogno di amare.
Lei, la voce dei miei perché,
il mare che non conosce fine.
Lei,l’indimenticabile estate,
che non finirà mai di esistere
negli occhi dei nostri ricordi.
Lei, la straordinaria fiaba dei nostri giorni.


Francesca Ghiribelli




L'AMORE DEL SIGNORE

Mi abbandonai
Tra le fronde di quel giardino
E ritrovai una voce, a me vicino,
Dentro il silenzio del mio cuscino.
Sentii vagare
L’ombra di un pianto:
era un uomo dal viso pacifico,
poi fu lì che trovai il mio nido.
La sua veste alitò di vento
E fu il suo respiro
A rendere eterno il mio tempo.
Egli cinse le mie mani
Facendone calice del suo domani,
e riposai
addentrandomi nei suoi occhi,
che furono stelle dei miei giorni.
Le sue carezze divennero
manna per le mie guance,
mentre un’essenza di fiori
fu come primavera nei solitari cuori.
All’improvviso scomparve,
Se ne andò come un sogno
Si dilegua alla vista della realtà.
Chi era quella figura divina?
Era fantastico pegno della mia fede
O il segno premonitore
Dell’esistenza di una vita migliore?
Fino a quel momento
Non sapevo chi fosse
Colui che aveva inventato l’amore.
Adesso, so soltanto
Che sulla traccia del suo pianto
Sono nate corolle fiorite
Come per incanto.



Francesca Ghiribelli




Donna senza tempo

Piccola vecchietta
Hai rapito i sogni delle stelle
Per portare ai bambini
Le caramelle più belle.
L’argenteo comignolo di un tetto
Ti ritrova donna senza tempo,
perché ogni anno con una diversa posa
fa cornice nel cielo la tua scopa.
Sei coriandolo in festa
Negli occhi dei bambini
Che ti attendon alla finestra!
La tua curiosa venuta
Spalanca il sorriso della luna
Per dimostrarti quanta fantasia
L’universo ha scritto
Fra le lenzuola del mio letto….
Sarai stanca, assopita,
un po’ invecchiata e pure smagrita,
ma sei pur sempre una grande amica!
Sei la pazzia dell’anno che verrà,
l’attesa di un sogno che forse mai si avvererà,
ma dopo tanti anni sono ancora qui ad ascoltare
il magico fruscio del tuo tornare:
le tue scarpe saran rotte e consumate
ed io per questo un nuovo paio te ne ho lasciate….
A forza di aspettarti mi sono addormentata,
ma al risveglio mi son accorta
che il mio dono per te più non c’era,
così adesso finalmente so
che non sei soltanto una chimera.

Francesca Ghiribelli.




UNA VOCE NELLA NEVE




Chi sei?
Folletto dalla biancastra coltre,
sul nasino fai mostra
di un acceso color rubino,
mentre rendi magica la tua venuta
dentro ad un camino.
Sei arrivato
con una piccola carrozza fatata,
dove ciondoli
a forma di dolce bastoncino
tintinnano felici
lungo il corso del cammino;
due occhietti esitanti
e l’aria un po’ sfinita
danno alla tua renna
un ultimo respiro per la salita.
Sembra che il bosco voglia
Far sentire al mondo
l’indimenticabile dolcezza
di questa notte.
Non cercare altrove i sogni
che il Natale
potrebbe non far più tornare,
dimenticati di oggi,
di domani e di ieri,
ma devi credere ancora
di poter volare
laddove nessun uomo è mai stato,
perché lì ricorderai per sempre
l’infinita spontaneità
del sorriso di un bambino….
…..solo ascoltando
la purezza di quella gioia,
potrai sentire finalmente
una voce nella neve
che quando sarai più grande ti sussurrerà:

‘’Ama il sogno della semplicità,
solo se ci riuscirai,
esso ti regalerà
più di quanto immagini
la vita possa darti.’’



Francesca Ghiribelli.






Rubrica di liberailibro.com di Francesca Ghiribelli ''La voce dell'anima''




NOVEMBRE



Sei mio, divino bacco di foglie soffiate
Nel profumo del mosto gettato al vento,
l’immobile ombra di un sordo passo
mentre accendo
di indimenticabile autunno
il nostro sguardo.
…..Passato è l’amore dei fanciulli,
Ormai trascorso il primordiale sorriso
Del giovane letto del fiume
Sulle ghiaie ingrigite dalle nuvole;
sobbalzo di un cuore giace
fra le fitte ciglia dei rami,
di stella arsa di castagne abbracciate
guarnisco la mia veste ormai ingiallita.
Sì, il giallo oro dei covoni
si è da tempo perso
nei richiami di lieti stormi,
ora danza il sipario dell’ocra
tra i cangianti segreti dei muschi.
Dolci canti e festanti gesta
Acclaman i grappoli dell’uva in festa,
mentre tu, struggente natura,
ci inganni tra le sfumature
di una nuova tua figura.
Quanto tempo trascorse,
caro novembre,
mentre il pensiero si sperde
tra le pittoresche cornici
che la penna intreccia
nel diario del cuore.
Sei tu, novembre,
ad indicarmi la strada
verso la nostalgia,
a dirmi quanto è solitario
il tuo autunno,
mentre le fate sbarazzine
tingon già di leggendaria speme
il tuo ritorno.



Francesca Ghiribelli.




OCCHI PER VOLARE


Distinguo il vento nel soffio della vita, che dei tuoi capelli si intinge, ti guardo e rapisco al tempo ogni goccia, che l’amore dedica all’anima.
Sentirti fiamma di un camino nel cuore di chi ancora non t’ama di quel tepore antico, così ti ritrovo lì nel mio giardino, fatto degli smeraldi ritrovati nei tuoi mille abbracci.
Spremo il pensiero di un giorno perso nel buio, di chi ti sta ancora cercando, ma non ti ha trovato; lo dipingo del colore, con cui gli angeli incoronano il cielo di carezze, per poi scioglierti in un battito di ciglia stanche fra le bianche culle della luna.
Ti stringo da qui, troppo lontano per sfiorarti e rendere unico quel perché ricco di risposte, ma mai sono riuscito a dedicarti quella giusta: potevo imprimere di sfuggente e misteriosa curiosità le tue parole e lasciarti immaginare, che mi avresti ritrovato là, dove il corpo scompare, ma il cuore ancor non ti abbandona.
Toccherò le invisibili e fredde mura di un giorno d’inverno, per dirti che non ti abbandonerò al gelido vento della solitudine, ma farò crollare la distaccata indifferenza di una primavera senza fiori.
Ti leggerò le vibranti emozioni dei miei ricordi, per farti vivere con me di noi: sarai l’inespugnabile isola di nessuno, perché avrà soltanto il mio nome.
Sono la dolce risacca incapace di lasciarti andare; semplicemente vorrei che tu mi ritrovassi nei sogni di un tempo, fra le labbra di una conchiglia vestita soltanto di sabbia, nelle corpose dita delle alghe che bramano la tua ombra, nelle mani candide della neve e nel selvaggio profumo di un falò sulla spiaggia.
Sarò l’acqua di una giornata senza lacrime, perché ti farò di nuovo ricordare attraverso gli occhi: occhi per sperare che le grida di un temporale ci denudino della malizia, con cui il tempo ci traveste,occhi per dirti la verità di un amore fatto di silenzio,occhi per vagare tra le distese solitarie di una guerra senza fine,ma soprattutto i nostri occhi per volare fino a dove questa vita non ci ha permesso di sognare.
Ti dico di amare, questi occhi per volare, fin dove la vita non arriva a capire, di quanto dell’eternità ci sia ancora da trovare.

Francesca Ghiribelli.





UN LIBRO PER SOGNARE



RUBRICA ''LA VOCE DELL'ANIMA'' SU LIBERAILLIBRO.COM DI FRANCESCA GHIRIBELLI.



Sei la trasparente emozione che l’ombra di un respiro fa parlare di antico,
sei la struggente lacrima della realtà appena sfuggita ad un sogno,
sei la malinconica voglia di un abbraccio senza renderti conto,
che è proprio là,
dove finisce il giorno e l’amore della sera si tinge di rosso.
Sei l’altrove mai cercato,
l’abbandonato senso di perdizione,
che dentro le tue parole trova il suo nome;
sei l’immediato essere di una briciola d’estate,
mentre le guance arrossiscono dell’autunno,
che hai lasciato fra le foglie del passato.
Sei l’indimenticabile sguardo di una primavera già sfiorita,
ma è fra le tue coltri pallide, che sboccia il desiderio
di immaginarti arcobaleno negli occhi di un bambino.
Sei l’incapace paura di non poter concludere la storia,
mentre tra i brividi dell’ispirazione
il pensiero diventa memoria.
Ma è soltanto la fine di un inizio,
il prologo in cui si perdono
i germogli dell’anima
per intrecciarsi
fra le pieghe del cuore.
Sei amore
in una sperduta terra di mezzo,
nel cogliere il perdono
che concedi al mondo,
ritrovando un sorriso
fra le colline del profondo.
Avventurandomi in te,
non so più tornare,
perché è
tra le carezze del giorno,
in cui nasci
tra i gemiti di un temporale.
Sei il timido silenzio del velluto,
dove sto per annegare…
… ma io sono solo
dolce naufraga di un mare
in un libro per sognare.



Francesca Ghiribelli.








UNA FORMICA NEL MONDO


RUBRICA DI FRANCESCA GHIRIBELLI 'LA VOCE DELL'ANIMA' SU LIBERAILLIBRO.COM




Chi sono quelle sperdute anime nere che si confondono con la sera? Esse portano quei piccoli tesori fra le briciole dell’indifferenza di chi neanche di avere un sogno si accontenta.

Siamo il velo grigio di una nuvola, che si denuda nelle grida di un temporale, mentre tra i fili di quell’erba c’è chi lavora di fretta per raccogliere anche soltanto una goccia di quel pianto.

Quella piccola e timida figurina costruisce pian piano il presente intingendo il cuore di una speciale previdenza e di solido amore; la farfalla si nasconde fra i colori di un fiore, mentre il bruco si interpone tra le scaglie di una corteccia punteggiata di sole, poi un’ape si meraviglia di come la luce possa colpirla mimetizzando la sua variegata giunchiglia……invece lei, proprio lei, mai si giustifica e di lavoro è incoronata regina!

Noi potremmo essere come quell’esile tubino nero provvisto di antenne, che si appresta a dar vita ad una reggia, ma restiamo qui quasi meravigliati di quanto un nostro piccolo passo non significhi niente di fronte al suo grande atto.

Siamo assurdi lamenti che il vento dal mare porta lontano, mentre potremo diventare l’alto grido di una società portante, come quelle invisibili scolarette, che corrono più di un aliante.

Dovremo far più attenzione a non calpestare l’immensa anima di quel piccolo grande villaggio pieno di volontà, perché noi non ne possediamo neanche la metà.

Esse brillano di velluto fra lo smeraldo di un’erba adagiata sulla terra rossa della loro casa: sembrano tante lucenti stelle posate tra lo stordire dei grilli e il veloce balzo di una rana, che agile si allontana.

Noi, invece chi siamo? Siamo il lento ozio dell’afa di un giorno d’estate, mentre quel diligente esercito si fa onore fra la gente e medita un importante proposito per il giorno seguente.

Noi non sappiamo neanche che faremo e dove arriveremo, ma la cosa essenziale di questo sorpreso girotondo è che abbiamo tanto da imparare da una piccola formica nel mondo.

La nostra grandezza è la povertà di un’anima senza il sogno acceso di una stella, mentre quella minuscola lucciola di ardesia possiede un’immensa storia da raccontare.

Una formica ha tanto da regalare, laddove l’uomo non riesce a dare.


Francesca Ghiribelli.








Il Significato dell’amore



Chiesi: ‘’Che cos’è il mondo?’’

E mi fu detto:

‘’E’ una farfalla che impara ad amare in silenzio.’’

Chiesi: ‘’Che cos’è la vita?’’

Qualcuno rispose:

‘’E’ una timida rondine che nasce a primavera, solo quando ha amato l’inverno.’’

Chiesi:’’Che cos’è il perdono?’’

Mi venne risposto:’’ E’ una lacrima che non scende, neanche quando piove.’’

Chiesi:’’Che cos’è l’amicizia?’’

E la risposta fu: ‘’E’ la prima conchiglia che il mare lascia alla riva.’’

Chiesi: ‘’Che cos’è la guerra?’’

Qualcuno rispose: ‘’E’ il grido della sabbia rimasto fra le rose del deserto.’’

Chiesi:’’Che cos’è l’odio?’’

E mi fu risposto: ‘’E’ ciò che il sole nasconde alla notte ed è ciò che la luna nasconde al giorno per poter far nascere le stelle.’’

Chiesi: ‘’Che cos’è la luce?’’

Qualcuno disse: ‘’E’ l’eterna estate, con cui la terra nasconde il trascorrere delle stagioni.’’

Chiesi: ‘’Che cos’è l’oscurità?’’

E la risposta fu: ‘’E’la silenziosa menzogna che il cielo racconta al tramonto, prima che scompaia completamente.’’

Chiesi: ‘’Che cos’è un cuore?’’

Ed una voce rispose: ‘’ E’ il piccolo grande pezzo di carta, su cui l’amore scrive.’’

Infine chiesi: ‘’Ma che cos’è l’amore?’’

E spontaneamente risposi: ‘’E’ l’inchiostro indelebile, con cui la vita viene scritta, ma continuerà a scrivere, anche dopo che il cuore cesserà di battere….perchè questo è il vero significato dell’amore.’’


Francesca Ghiribelli.





FRA LE PAGINE DI UN SOGNO



Fuori piove. Sugli immobili attimi di un pensiero bagni il cuore di desiderio; innamorando l’anima di un istante prezioso, come la miniera della vita, custodisci l’oro più bello in questa briciola di universo.

Quante mani aggrappate al pianto di una lacrima abbandonata sulla riva del perdono, hanno graffiato di ricordi l’immenso amore di questa esistenza; abbiamo cercato l’inconsapevole senso di una memoria trafitta dagli sbagli, per poi farla rinascere fra i petali di un nuovo fiore, chiamato speranza.

Silenziosi sguardi hanno fatto tremare di emozione lo sfuggevole respiro di un bacio appena accennato: quante labbra hanno soltanto sognato ciò, in cui l’orgoglio ha navigato nel piccolo grande angolo di un mare, chiamato cuore.

Dubbi hanno nascosto fra gli scaffali impolverati di un rimpianto, le tenere voglie di quell’anima rimasta ancora bambina, che è lì sempre in attesa di essere scovata dal primo sorriso di una notte d’estate.

Gli occhi verdi di un lago, che ci sussurra di far ritorno nel luogo degli amanti, mentre la familiarità della vita ci imprigiona nel docile abbraccio di una chimera.

Ti ho vissuto amando il profumato e celestiale sentimento, con cui il tempo brucia il nostro tormento.

Ho sentito la tua voce, sperduto mondo, mentre tu mi hai trovato ancora prima che io sapessi della tua esistenza; vagando fra le prime ciglia di un sole appena sorto, ho immaginato la vivace corolla di margherite mai colte sull’impervio sentiero di un libro, il quale ho scritto fra le pagine di un sogno….

.......Fra voci d’inchiostro, ho sentito il battito di un foglio, viverti di magico sogno…


Francesca Ghiribelli.




Figlia dell'estate


Socchiudo la finestra, quando il sole si innamora del gioco di luce, che il mare antepone alle onde; smeraldi di prato vezzeggiano l’armonica ombra di un salice, il quale poggia silente sulla sponda di un lago addormentato.

Sono dentro a questa veste ridente piena dei respiri spinosi delle rose di maggio, mentre inumane forme aleggiano tempesta nel vento di un’improvvisa stagione.

Un dolce migrare di voci nel cielo acclama ridente il sorriso imbronciato delle nuvole; così quando tutto si riempie di silenzio arriva il frizzante mietere di un’ape nell’aere, mentre i fiori vengono derubati del loro prezioso incenso.

E’ frettoloso questo tempo immemore, che ogni anno ci delizia del tepore, con cui il rossore di una guancia parla di ciliegia ed il mite sapore di un’anguria accende di frescura il cuore del solleone.

Canto di strana gioia il giungere di quella piccola e breve rinascita, da cui l’inverno prende distanza; cullo i sogni dell’interminabile grido delle cicale tra le braccia degli alberi, per poi farne così storia dipinta sulla sabbia di una spiaggia incontaminata dalle bramanti conquiste dell’uomo.

Già, adesso non voglio essere quell’uomo; desidero soltanto essere vita su questo bruciante oro impreziosito dalle ghiaie colorate dell’oceano, dirti tutto ciò che non ho mai visto della tua straordinaria immensità, riposare tra le verdi palme di un’oasi perduta tra i capricci dell’anima e viverti ogni giorno, come un nuovo attimo di questa vita.

Sentirti sempre più vicino, mentre il tramonto si appropria del mio essere, rubandomi i colori che la notte non mi concederà; voglio soltanto stringerti tra le mura dei miei pensieri e portarti con me per sempre, anche quando fiocchi di neve geleranno l’ultimo battito di sole,così avrò trovato l’eterno amore per il mondo.

Ero qui che cercavo la mia strada, ora l’ho trovata tra le ciglia di un arzillo girasole che arricchisce la terra del tuo sapore.

Sì, sono gemma di un fiore non ancora colto,quando l’universo ti inventa, baciando l’emozione di una conchiglia appena schiusa.

Adesso so amare il bianco vuoto di una lettera mai scritta:

la dedico a te, madre natura, sono figlia dell’estate.


Francesca Ghiribelli.



BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II



Questa ricorrenza che tocca l’anima di tutti noi fedeli italiani,che siamo molto vicini a questa straordinaria figura di uomo,la quale ci auguriamo che da lassù ci protegga e ci indichi la via verso la pace e la speranza nel mondo.

Come una silenziosa farfalla che ci guida di fiore in fiore verso la meravigliosa fede del cuore!




Pasqua nel cuore




Una mano che si tende
La fede non si spegne
Una preghiera che si accende
Il cuore non si arrende
Una sorpresa negli occhi di un bambino
La voglia di starti più vicino
Una colomba dal sorriso d’ulivo
Perché l’amore sa di infinito
Una timida guancia ama sentire
La dolce pace di un agnello nell’ovile
Un nastro colorato prende significato
mentre le uova si vestono di cioccolato
Un padre chiede al figlio
Quale sia la via dell’amore
Poi un improvviso segno
dipinge l’anima d’argento:
dove le nubi non conoscono
il grigio di un temporale,
ma possono ancora far dimenticare
il dolore a chi vuol vivere e sperare.
Un uomo si è sacrificato
Per la giustizia del creato,
ma quale ringraziamento
l’umanità gli ha dato?
Le parole di quel Salvatore
sono i fedeli baci di una madre,
le carezze mai date,
il tenero sguardo di un coniglietto
che ama il prossimo come se stesso.
Ognuno di noi
vorrebbe assomigliare a quel Dio,
crocifisso d’amore
per far diventare il mondo migliore.
Quante promesse gli abbiamo fatto,
ma son state solo chimere,
mentre basterebbe una terra
desiderosa di frutti
per coltivare il fiore
di una preghiera.
Comunque so soltanto che adesso
la voce è piena di emozione
E la Pasqua è nel cuore.




Francesca Ghiribelli.







'LA VOCE DELL'ANIMA' RUBRICA DI FRANCESCA GHIRIBELLI SU WWW.LIBERAILLIBRO.COM

Utopia


Sentirsi dire ‘non andare’, è utopia; provare a lasciarsi ‘volare’, è utopia e dirsi ‘ ti amo’, a volte diventa utopia. Librare le ali di un affetto, è un’utopia; sognare dentro al letto, è utopia. Far nascere il mondo meraviglioso, è utopia; prendersi la mano per poi allontanarsi con il timore di amare troppo vicino, è utopia.

Che dirti? Mentre il cielo si scolora e il bacio di una nuvola accarezza le coltri del pensiero, anche quella è utopia. Sussurrarsi piano piano di voler scappare è l’utopia di una corsa in mezzo al mare. Dentro di me vorrei dirti tante di quelle cose, e l’utopia di un raggio di sole brucia le parole; cosa vuoi che sia, se la dolcezza di un istante viaggia sui binari del sognante e fa diventare un’utopia la realtà stancante.

Che scrivere su questo foglio? .... quando non ho ancora scartato l’utopia di questa vita vera, che canta alla giornata una serenata, che asciuga una fronte già sudata.

Vorrei cantare una canzone che musicasse i sorrisi di un bambino, la sola utopia per disegnarti nel mio giardino. Quanti occhi hanno guardato oltre la soglia del tempo per raggiungere la fantasia per un momento!

Quanti destini hanno sfidato l’improvviso pianto della pioggia, quando l’arcobaleno sembrava ormai arrivato; chissà se un giorno potrò chiamarti l’utopia del credere che qualcosa esista oltre la fede, che questo cielo possa scrivere un passo di infinito nella storia del tuo paradiso.

Non so come altro definire questa vita che dipinge lacrime e sorrisi sui muri dei rimpianti e fra i momenti importanti, vorrei soltanto vivere in eterno il coraggio di poterti rincontrare ancora tra i capricci del tempo, tra le rose di maggio e i freddi sospiri d’inverno, mentre l’autunno intingerà di rosso l’argento vivo di due guance che l’estate chiamerà amore.

L’amore per questa ‘utopia’, che ti farà sentire per sempre mia, come il cuore fa con la poesia.



Francesca Ghiribelli.





L’Italia


Un nastro legato ad un filo d’erba,mentre il rosso di un tramonto tinge di bruciante passione l’orgoglio,dove un bianco velo sfoglia il timido, ma forte coraggio di un giorno di sole.

Due mani si allontanano macchiate dal sangue del peccato di una guerra che ci ha fatto soldati della vita,poi le foglie di una corona di alloro che giace a terra intingono di fratellanza una terra,la quale si ritrova unita in una nuova speranza,così che il bianco fantasma dell’egoismo lascia il posto al cuore del patriottismo.

Due occhi guardano fieri la giubba rossa,dove l’infiammante desiderio di una libera società si tinge dell’infinito azzurro del cielo, tornato terso, dopo l’arrivo dell’arcobaleno.

Le teste si inginocchiano di fronte a questa giovine ‘Europa’, che grazie alla sua anima ribelle ha fatto provare un nuovo brivido sulla pelle: niente e nessuno ci dividerà, perché la voglia di amare è ancora qua, dentro un istante perso nel vacillare di un orizzonte avverso.

Lo sguardo di una violenta rivoluzione ha versato innocenti lacrime sulla terra umida di gloria,ma adesso quella lotta corpo a corpo è finita: due passi ripercorrono l’ansimante salita di un battito che il cuore ha aggiunto alla vita,poi d’improvviso un sorriso ombreggia tra le tiepide dita di una primavera.

Non sarà soltanto la rinascita della natura, ma sarà il manifesto di un nuovo senso che si risveglia dal crudele arrivismo di una parola, mentre un accennato punto d’incontro spoglia completamente l’ombra cattiva di un antagonismo perverso.

In lontananza sembrano arrivare due rondini che intrecciano il timido rossore del loro petto al bianco candore di un sogno che si leva alto all’universo; così chiudo gli occhi e immagino che una goccia di smeraldo possa tramutare il mare nella totale speranza di un mondo migliore e senza ignoranza.

Siamo qui ad attendere ciò che le nostre mani dovrebbero costruire per l’anima, ma non ci accorgiamo ancora di quante persone in passato hanno combattuto per il nostro presente; adesso,grazie a loro siamo qui a respirare liberi l’aria di questa unita e patriottica era con la tangibile veridicità che il nostro futuro possa avverarsi,cancellando gli errori già compiuti e disegnando di glorioso orgoglio ciò che siamo e che ci hanno permesso di essere……ma ancora tantissime mani dovrebbero tendersi per congiungere i confini di questa Italia, quindi non cessiamo di far battere questo rosso cuore, non deludiamo ulteriormente la restante e preziosa bianca innocenza che i nostri figli vogliono ancora avere il coraggio di vivere e non dimentichiamoci di intingere della verde speranza quello che ancora non ci hanno tolto: l’amore di un senso che la vita ci può dare, solamente se vogliamo dare gli altri ciò che doniamo a noi stessi,solamente se amiamo……….


Francesca Ghiribelli.




Fiore di luna
Velo di sposa
ha cercato l’aurora:
su pietre sospese
è giunta l’ora
di far nascere
orecchini di petali rosa,
mentre freschi sospiri
han vestito ogni cosa
di bianca fortuna
e su quella piccola duna
raccolgo un timido fiore di luna.



Francesca Ghiribelli.




RUBRICA DI LIBERAILLIBRO.COM 'LA VOCE DELL'ANIMA' DI FRANCESCA GHIRIBELLI.


Un vestito fra le stelle


Quella notte guardando il cielo espressi un desiderio. Sulle cime di quelle alte nubi, rividi il silenzioso film della mia vita, mentre in sottofondo la voce della notte faceva da colonna sonora ai miei rimpianti e ai ricordi che avrei voluto rivivere fra tanti. Sollevai lo sguardo verso la corona della luna e inventai la spuma bianca con cui il mare veste le onde, per scrivere nel mio invisibile diario quanto fosse meraviglioso vivere, anche un solo istante di questa vita.

Alcune volte le lacrime sono fiele nell’anima, ma quel breve e violento sapore amaro, accende ancor più di dolcezza, la vaga esistenza di quella forte consapevolezza: è l’amore che ci lega così graziosamente ad ogni intrepida e improvvisa sorpresa del destino. Per amare faremmo di tutto, mentre l’intenso battito del cuore ci ripaga del risplendere infinito, con cui la notte riflette preziosamente il mio vestito. Sì, stanotte ho cucito questo piccolo grande fazzoletto cobalto nel cielo e l’ho illuminato del colore, con cui la luna sceglie le stelle più belle. Quel docile e fantasmagorico manto farà da veste al mio desiderio più segreto,e so che l’oscurità mi ascolterà, facendo da segnalibro al mio libro preferito. Le parole stavolta, però le ho scritte io e le leggerò nella memoria dell’anima, dove resteranno per sempre, splendide unicamente.

Chissà se il futuro avvererà la misteriosa confessione che l’amore ha fatto al cuore,aspetterò qui silenziosa e fiduciosa che un giorno questo vestito possa farmi sposa del mio sogno.

Se così fosse, danzerò fra gli astri, inventando ogni sera la favola della buonanotte e mi armerò della pazienza, con cui il sole nasce e tramonta, ma sarò ancora qua ad imprimere la speranza nel mio cielo……. la favola di un vestito fra le stelle per una notte senza tempo.


Francesca Ghiribelli.




POESIA PER SAN VALENTINO TRATTA DAL MIO LIBRO ''UN'ALTALENA DI EMOZIONI''


TI SCRIVO


Dentro l'alba del mio cuore
sfoglio le pagine di un mondo
che mi parla di te:
emozioni di attimi infiniti
riempiranno il foglio bianco della mia anima,
di un inchiostro indelebile
chiamato amore
si imprimeranno
le mie parole;
un sogno eterno indimenticabile
viaggerà sulle rotte
dei miei ricordi,
i contorni del tuo viso
animeranno i pensieri più nascosti,
i tuoi occhi saranno
il faro che con la propria luce
mi inebria della loro follia,
i tuoi capelli sono l’intricata foresta in cui mi tieni prigioniero
della mia stessa passione.
Stringo forte a me l’immagine
di te che si rispecchia
in ogni piccola goccia
di quella pioggia
che cade incessante
sul vetro dei miei pensieri.
Ti rivedo,
ti parlo,
ti contemplo
come un bambino davanti ad un arcobaleno,
ti sento vicino
anche quando sono solo,
ti scrivo queste parole
che non basteranno a colmare
la profondità del mio sentimento
... e ti prometto che non ti abbandonerò mai
come il cielo fa con la sua stella.





FRANCESCA GHIRIBELLI.





RUBRICA 'LA VOCE DELL'ANIMA' SU LIBERAILLIBRO.COM DI FRANCESCA GHIRIBELLI


LA VOCE DELLE FATE





La dolce storia di due leggiadre e possenti libellule che volano frettolose a pelo dell’acqua, portando a spasso due paffuti gnomi, che innamorati del cielo, sgombrano le nuvole con i loro pensieri, viaggiando fra le inchinate chiome di sprimacciati e delicati fiori di caprifoglio. Essi fan da divertenti liane agli abbracci del bosco, mentre piccole e minute coccinelle salgono e scendono i tronchi di un grande e vecchio faggio, cercando l’irraggiungibile infinito negli occhi verdi smeraldo di una terra, ancora fantasticamente sognante.

Brillanti lucciole accendono il cuore della foresta, nel tacito riposare delle formiche sui sassi, mentre una civetta rivive nel suo sguardo il tepore del sole, ormai scomparso: le venature di un fuoco d’artificio, non ancora spento, che dal nascere delle ombre crea un faro nella notte.

La vita è ancora tutta da vivere per il bosco, perché l’oscurità è il silenzio del giorno, dove le parole sono scritte dal magico sussurrare degli elfi, accompagnati dai loro campanellini. Essi spiano il regno circostante e si impossessano del sorprendente risplender di una stella, ne fanno la carrozza più bella per andar a prendere la creatura più divina della foresta; con i loro cappellini a barchetta e piccoli orecchini dalle gocce d’argento, si imbarcano fra le vie più impensate che il cielo possa inventare e attendono di veder apparire sulla scia della luna, la forma di una preziosa perla farsi snella, mentre un’avvolgente chioma scende sulle spalline di un minuscolo abito di ninfea. Docili foglioline increspano la sottana, dove spuntano agili gambe, che danzano al tempo di una sinuosa danza, fatta di ali di una velina colorata.

I silenziosi campanellini gioiscono alla loro vista, poi gli elfi, un po’ intimiditi, fanno salire sulle loro dorate carrozze quei piedini intinti nel latte di luna e partono alla volta di un viaggio, la cui meta sarà scritta soltanto dalla fantasia.

Sembrano tanti fantasmini che illuminano la nera trapunta del cielo, poi il cuore del bosco sbadiglia, sorprendendosi di quella scintilla, che porta dietro di sé cotanta meraviglia; le creature della terra rientrano nelle loro tane, facendo ricordo di quell’indimenticabile attimo, rifugio di un sogno.

Uno scalpitio lontano ingrazia il tintinnare di un trepido sonaglino, adesso è in procinto di giungere fino al letto di un bambino: lì racconterà come le favole, possano ancora esistere in un piccolo angolo di mondo.

Come le fanciulle possano ancora intingersi i capelli nella polvere di una stella e rubare al cielo una timida goccia di luna, perché al calar della notte ancora tutto può succedere…..basta saper ascoltare lontano una melodia fugace……soltanto allora saprai che è la voce delle fate.


Francesca Ghiribelli.






FRA I PETALI DI UNA POESIA...



RUBRICA 'LA VOCE DELL'ANIMA' SU LIBERAILLIBRO.COM DI FRANCESCA GHIRIBELLI



Variopinti intarsi di memoria riaccendono la voce di un senso; sembran tanti piccoli coriandoli di un tramonto che sfamano l’ombra di un rimorso, e se sto in silenzio mi ritrovo a passeggiar nel vento,dove i fili di una lontana primavera pervadono il mio pensiero.

Mi intriga la lettura di questo verso interiore che riscopro nella pagina, su cui il cuore fa da segnalibro all’anima; scandisco i respiri sulle onde di un mare che ha liberato tempesta nei misteriosi messaggi in bottiglia che ho inviato al cielo.

Sono naufraga di una bolla di sapone che il sole trasforma in vetro, imprigionando la mia ispirazione fra le timide labbra di un amore narrato sottovoce; sono zingara di un infinito viaggio orfano di meta, ma la magica creazione di un tuo arrivo mi desta, facendo restare accesa una stella.

Quel mitico astro inconsapevole di futuro e passato, che vive uno straordinario presente: l’attesa di una tua rima impigliata tra le dolci arpe di un usignolo, il suo memore incontrarsi con la vita ed il suo affascinante morire sul foglio, dove rinasce ancora più preziosa di un diamante.

Mi fai credere che sia io ad intessere gli orli del tuo essere con la candida orma del tuo lenzuolo, mentre cerco soltanto di impreziosire la tua veste dei colorati bottoni che le nuvole rubano all’arcobaleno; sorprendendomi ogni volta al tuo fianco intraprendo un nuovo percorso e ti sento indelebile tra i confini del tempo.

Una parola la scrive il cuore, mentre l’anima inconsapevole firma segretamente quella pace fatta di silenzio tra realtà e sopravvento….gli occhi sorridono della gioia che soltanto la fantasia può inventare e custodisco gelosamente questi umili versi scritti sul tuo taciturno pazientare.

Adesso, fra le gelide braccia della neve….. due curiose rondini un po’ imbarazzate giungono in arrivo, mentre nel frattempo rileggo ciò che è stato scritto fra i petali di una poesia.



Francesca Ghiribelli.





BUONA EPIFANIA!




CON L'ARRIVO DEI RE MAGI
ABBONDANO ORO, INCENSO E MIRRA
SOTTO QUELLA STELLA CHE ANCORA BRILLA,
MENTRE NELLE CASE GIUNGE LA BEFANA
CHE SI FA LARGO NELLA SUA SOTTANA:
CHISSA' COSA AVRA' PORTATO
A QUESTI BIMBI
CHE AVRAN CERCATO DI ESSERE BUONI
PER NON TROVAR SOTTO IL CAMINO
I NERI CARBONI!
COMUNQUE VADA UNA CALZETTA VERRA' APERTA
E GUARDANDO QUELLA COMETA
LA SPERANZA DEL MONDO RIMARRA' SOSPESA:
PACE,AMORE E SERENITA'
FORSE QUELLA GENEROSA VECCHIETTA
IN PARTE CI REGALERA'!
....UN SORRISO PER AMARE
CHI VERAMENTE CI SA APPREZZARE....


FRANCESCA GHIRIBELLI.





UNA FARFALLA PER VOLARE...



Che sinuosa vita trascorsa ad ondeggiare sulla frizzante salita dell’aria! Simboleggi il leggiadro passo del destino, facendosi amico di un palpito di cuore che unisce le labbra di un fiore; sei il suggestivo sfondo di una tela che fa tornare la voglia di vivere più serena, ma quanto è breve il tuo lieve ancheggiare nella primavera!

Simpatici puntini primeggiano sullo svelto ed esile figurino che spiega due ventaglie di un colore turchino, quanto sei bella e spumeggiante in quella veste dolce ed esilarante!

A volte il tempo è davvero poco per amarti: con te la vita per quanto sia generosa nella tua incantevole e colorata posa, è stata anche furba e birichina, lasciandoti soltanto una breve settimana per vivere il sospeso e frugale sguardo di quella bambina che ti rincorre estasiata dedicandoti la sorpresa di una mattina.

Sai, succede molto spesso di non riuscire a capire quale sia il tuo inizio e la tua fine, perché fra i colori della natura stai lì immobile, tesa e sicura!

Vorrei toccarti anche soltanto per un istante e riuscire a non farti scappare via, ma giustamente intimorita scalpiti nel tuo prezioso arcobaleno: sembri di fantasia a mano dipinta e mi chiedo se davvero prima o poi ti avrei rivista.

Ma come spesso succede le cose belle durano veramente troppo poco e ti immagino in un gioco di luce,dove la tua crisalide si poggia su una goccia di diamante e in pochi battiti di ciglia si incanta di quella inconfondibile meraviglia: sei nata in quel piccolo e prezioso smeraldo, poi sei sbocciata nel sorriso aggraziato della rugiada ed alla fine volteggiando fra così tante stoffe profumate hai incontrato la fine di un giorno d’estate…….ah, quante piacevoli risate ho fatto vedendoti ballare tra le chiacchiere infuriate dei venti, ma altrettanti momenti di delicato splendore hai intarsiato nel mio cuore….e adesso vorrei nuovamente una farfalla per volare: rivelandoti che se fossi stata come te, avrei saputo veramente amare,così una goccia cadrebbe dal viso riuscendo ad arrivare nel tuo paradiso.



Francesca Ghiribelli.







'UNA CAREZZA NELLA NEVE'


Una docile lanterna
mi saluta da lontano,
quanta nostalgia
per quell’affettuoso uomo barbuto
travestito di panna e ciliegia
che aspettavo alla finestra,
mentre tutta la notte
per lui era ancora in festa!
Quante candele addormentate
nella quiete giocosa
di quella carta vivace e colorata,
mentre sul tavolo
lasciavo per quell’uomo stanco e affaticato
un pacchetto di goloso cioccolato.
Quanti sorrisi pieni
di quella curiosa credenza
che la fantasia non fosse mai abbastanza,
sbadigli assonnati
che la mattina scartavano
con ansia la mitica sorpresa
di ciò che avevo richiesto
con preziosa attesa.
Allora la felicità rubava
un bacio a mamma e papà,
mentre gli abbracci della giornata
ci portano ancora intorno
ad una tavola apparecchiata:
la calda atmosfera di un camino
che ci ricorda
il birichino passo di un bambino.
Tante volte ho provato la stessa gioia
di un cielo in attesa dell’estate,
e adesso anche se c’è
l’antica nostalgia
di quella dolce e tenera magia,
posso starmene sempre qui a ricordare
quella speciale ed unica atmosfera del Natale;
ogni anno però la sua festa di nuovo arriva
ed una voglia sbarazzina
accende la mia anima ancora un po’bambina:
nei ricordi posso ritrovare
il caro ritornare di Babbo Natale,
mentre nel presente
circondo di meraviglioso tepore
la vera famiglia
che mi ha donato il suo amore.
Così alzo lo sguardo
verso la stella più bella
e spero a chi
è meno fortunato di me,
possa arrivare nella neve
una carezza mandata
da un angelo del cielo
con la speranza
per un domani
più generoso e sereno.



Francesca Ghiribelli.



BUON NATALE!

La nascita della provvidenza nel cielo,
quella scia di brillantina che accende la speranza per una futura mattina,
sul dondolo assonnato della notte attendevo la bianca schiuma che nei sogni si riposa;
ero lì sospesa fra la fiaba di una tradizione che illumina la cometa del cuore,
ma aprendo gli occhi al calore del camino
mi accorgo che un lieve nevischio ha infranto il desiderio di un bambino.
L’infanzia corre felice in quei fiocchi figli dell’aria
e la rivedo danzare sui vetri della mia memoria
che ripercorre tesori inestimabili di ricordi pieni di gloria.
Adesso quel bambino ricama i sogni dietro la realtà
che quella tradizione adesso più non ha,
perché quella vaporosa schiuma nascosta dietro occhiali spessi
ha le sembianze del suo papà e quel dolce sguardo pieno di speranza
con cui quell’omone portava i suoi doni
ora ripercorre la sensibile emozione con cui sua mamma lo accoglie fra le braccia.
Forse la favola della slitta trainata dai cervi del Nord non è del tutto svanita,
anzi adesso mi trovo qui cullata dai passi di una gioventù ad oltranza
e quel vecchio signore che mi saluta da lontano
mi mostra l’allegro cenno di speranza di cui è pervasa la sua mano.
In quel momento guardo dentro ai sospiri dell’anima
e mi rendo conto finalmente che forse quel bambino non ha mai smesso di sognare,
perché quel fiducioso Babbo Natale anche se ormai è volato
attraverso la morbida panna di una letterina strappata
il mio cuore è riuscito a migrare attraverso le stagioni della vita
e a costruirsi una via d’uscita,
anzi un sentiero non più dalla dritta e tranquilla previsione,
ma una strada in salita ricoperta di mille sogni
ancora da cercare nell’immensa neve di inverni ancora da scoprire
e da riscaldare con il calore del coraggio che soltanto la forza di crederci ancora sa dare.
Oggi dopo un lungo periodo ho riscoperto questo giorno in cui è nato il Signore,
perché insieme a lui sono nati i miei sogni
e il mio talento di esser riuscita a condividerli con me stessa,
ma soprattutto di guardare oltre a ciò con cui l’apparenza ci inganna
e saper tirar fuori dai sogni ormai superati
quel briciolo di realtà che solamente riuscendo ad essere vissuta completamente
può regalarci ogni giorno la nascita di un mondo nuovo tutto da scrivere in due parole:



Buon Natale!






Francesca Ghiribelli.









UNA LEGGENDA MI PARLA DI TE...

RUBRICA DI FRANCESCA GHIRIBELLI SU LIBERAILLIBRO.COM



Rossori sciolti nel tramonto del cuore, perché niente più di te accende il sereno arcobaleno dell’amore, qui dentro la soglia di questo desiderio che controlla una carezza, mentre il tuo sguardo si accinge a seguire la linea del mio sorriso, ormai perduta in quell’ammirazione che ha i contorni del tuo viso. I miei occhi sono petali fioriti per la tua speranza di vedere sempre più in là della mia delusione, perché sei le dolci braccia che confortano il cammino di questo sottile filo con cui il mondo si fa ancora più assassino.

Mi svegli con il tuo profumato raggio di sole che mi dona il più meraviglioso tocco dell’amore, sei lì ad aspettare preoccupata e contesa da quella leggera ansia con cui la vita ci pone la sua attesa; per dirti tutto ciò che vorrebbero veramente le ali del mio sentimento, non basterebbero parole che danno tempo al tempo, ma sarebbe necessaria una catena che racchiuda questo violento fiume in piena: una forza misteriosa che nella delicata sembianza di una crisalide si posa. Tendi la mano per decifrare ogni mio piccolo tormento o pensiero che sfiora il malessere di un momento, ma esisti sempre come la paziente clessidra che ripercorre indulgente la salita battendo con superlativo anticipo quel timido battito di vita che arriva nel tuo sorriso.

Guardo in lontananza ed anche quando la tua assenza si fa sentire, io la riempio della musica con cui le tue magiche labbra intessono l’alba e sei sempre lì con me durante lo spensierato volgersi del mattino, sei nel mitico odore con cui l’espressione del mezzogiorno lascia sospeso nel pomeriggio il mondo ed infine il lento calar della sera soporifera del quieto sonnecchiare con cui i tuoi occhi ricamano sogni per la tua eterna bambina, mentre lo scuro sapore della notte si appropria del tuo amore. E lì ci sono due mani che si avvicinano timidamente, mentre quella silenziosa e mitica comprensione le fa toccare, così mi fermo dentro quel sorprendente modo di svelarti quelle cose che vorrei dirti sempre e all’infinito, ma che a volte si nascondono dietro la piccola e angusta ombra di un dito, troppo timide per offrirti il paradiso, ma so che ti amo e continuerò ad amarti di quella vita che sa essere molto più che il semplice cerchio di un’esistenza…….sarà quella storia nata da una leggenda che mi parla di te: due fiori raccolti in un deserto di anime, in cui soltanto noi sapremo raccontarci lo splendido amore che ci siamo date.



‘’In dedica a mia madre.’’
Francesca Ghiribelli.






Rubrica su www.liberaillibro.com a cura di Francesca Ghiribelli



UN CUORE...



Un girotondo di anime sa amare quello per cui un cuore batte; intensifica il nascondersi delle parole nel vivere la gioia di attimi preziosi, seduce l’ombra di un sospiro, mentre il cielo è rapito dal volteggiar delle promesse di un sorriso.
Un cuore sa trovare il motivo per poter scovare il paradiso in quel piccolo e malizioso nido, in cui le mani intrecciano un tango di baci …e quei petali di rosa si rivestono di appassionata dedizione per far felice quell’amore.
Un cuore sa perdonare quel triste momento di attesa, dove una carezza non fa primavera, quell’attimo fuggente nel quale labbra profumate intessono rime delicate per dirti semplicemente che basta saper amare senza riserve.
Un cuore sa parlare di quel tepore accigliato di rabbia che con una dolce o amara risata passa; esso ripensa a quanto avrebbe voluto rinunciare alle gocce di quei pensieri che incombenti ricordano di ieri, ma ieri è parte di oggi come allora e nessuno può comprendere quanto il rimpianto porti l’assenza di quel caro canto.
Un cuore è una canzone scritta a battiti di ciglia, dove le note sono gli amplessi delle emozioni e le emozioni si libreranno alte come le cime dell’estasi e cadranno basse come le grida dei gabbiani sul mare; un cuore avrà tesori incontaminati da raccontare e custodirà segreti senza conchiglie, ma tenderà la mano verso il confine, in cui le onde abbandonano la terra dell’amore.
Due piume di inchiostro saranno la voce di una lingua scritta dalle farfalle che dentro noi han volato insaziabili, ma che adesso sono dirette altrove…..là dove gli occhi non si posano più per guardare ciò che provo per te.
Sono le selvagge membra di un amore che ancora adesso rimembrano i nudi baci di un tempo, i passi sospesi per un momento, soltanto per riaverti qui come l’immortale luce di un diamante che sarà l’eterno specchio di questo amore…..perchè a viverti è ancora un minuscolo frammento di questo cuore.
Un bottone rosso che ogni mattina si veste di te e che la sera si rispoglia del tuo amore……………
………ma è solo un cuore.

Francesca Ghiribelli




LETTERA AL MONDO


RUBRICA DI FRANCESCA GHIRIBELLI DA LIBERAILLIBRO.COM



Alfabeti impressi nella memoria cadono su altalene spezzate di quella gloria, ormai senza ritorno.
Se fossi parte di te, mondo, non mi sentirei incompresa: ogni volta mi perdo in queste gocce di pioggia senza senso. Perché esiste un temporale? Forse per dare vita alla tua anima argentata che fatica di amore su questa salita! Non esisterebbe quella magica malinconia, se le tue lacrime non cadessero sospese nella loro concentrata leggerezza, così da rendere concreta quella reale tristezza che ogni giorno ci circonda, anche se la nascondiamo dietro al misterioso riflesso di un vetro. E’ sopra quello scivoloso manto che il tuo cuore piange disperato, mentre il mio accompagna il tonfo sordo con cui il suo picchiettare parla. Se il cielo potesse pronunciare il lento fluire del silenzio delle mie parole, parlerebbe di te, mondo…racconterebbe come il timido passo di uno sguardo riesca a cogliere la tua speciale immensità, mentre chi in un istante non può far altro che accettare la tua frenetica e poco magnanima gentilezza. Per adesso, io posso soltanto aspettarti sul ciglio di una strada, magari senza ritorno, ma voglio credere che possa esistere il tacito e paziente borbottare del destino; esso mi tende le mani lasciando vagare le piccole e sdrucite forme di sogni che hanno il rumoroso scricchiolio delle foglie di questo autunno. Adesso sarai sempre con me,mondo…perché ho capito che bisogna saper aspettare come il sommesso singhiozzo di una nuvola fa con la pioggia, così custodirò invano il mio sogno che illumina ancora l’attesa di un mondo senza lacrime.

Francesca Ghiribelli








UN CUSCINO PER SOGNO


Rubrica su www.liberaillibro.com a cura di Francesca Ghiribelli


Le parole sbocciano in un fiore tricolore, mentre il senso del mondo scompare in un istante. Meravigliose girandole sfiorano le palpebre per ritrovarmi sospesa sul nudo sguardo di un giorno: in attesa di uno speciale battito di vita che raccolga in un secondo tutto l’amore del mio mondo.
Le ore vivono impazienti di stringere fra le dorate cornici del sonno quell’inafferabile sogno, ma distesa tra le forti braccia del fato osservo l’universo ad occhi chiusi. Viole imperlate dal bianco pallore della luna cercano fortuna tra le lontane voci delle stelle, ormai perdute in fuochi d’artificio.
Morbidi soffi di sole affiorano gentili tra le copiose labbra di una donna che giace fra le dolci pieghe del letto del suo bambino: i suoi occhi sono vive gocce d’argento che
assaporano il suo leggero ansimare, mentre da una bocca di rosa si ode un percettibile sonnecchiare. Era bello amare quel libero volare altrove, dove ancora il dolore non faceva male. Fino a poco fa udivo il magico fremer delle sue ciglia che nel guardarmi si aprivano di meraviglia, cullavo quel dolce cuore di cucciolo che ogni tanto intonava con la sua grande voce la canzone dell’amore per poi ritornar solerte fra l’adorato silenzio degli angeli. Un silenzio che adesso è fatto di perché che soltanto una madre continuerà a porsi per l’eternità; sì, questa volta avrei voluto seguirti fino là, dove anche il più grande amore non può arrivare e spezzare le porte del Paradiso per venirti a cercare, ma resterò bloccata qui per sempre ad aspettare. Nessuna mano potrà sfiorare la mia solitudine, nessuna carezza potrà carpire mai il profondo bisogno che la vita ha di te, potrò soltanto pregare, affinché ogni parola fatta di quella triste disperazione possa giungerti con l’abbraccio sconfinato della mia anima che adesso stringe a sé soltanto quel piccolo e soffice cuscino su cui i tuoi sogni un tempo lontano si son posati. Ora invece possiedo unicamente un cuscino per sogno, desiderando con tutta me stessa di ritrovarti fra gli amati e troppo brevi ricordi di un figlio.

Francesca Ghiribelli







DAVANZALE DI CAMPAGNA

Rubrica su www.liberaillibro.com a cura di Francesca Ghiribelli


Svolazzano le tende sul proseguire del sentiero, mentre la carezza del giorno sfiora il cammino dei pensieri. Ho trascorso fieri sguardi ad immaginare un futuro fatto di abbracci e promesse spirate nel cuore di chi le ha pronunciate, ma restavo ancora lì con le dita affusolate nell’ansia di dipingere un barlume di quella storia infinita che avevo pensato fosse la vita.
Immaginarie sembianze danzavano di fronte a quei chinati boccioli dalle tenue sfumature lilla e mi perdevo in uno straordinario battere di ciglia; odoro ancora quel mite arcobaleno che quella circoscritta finestra mi regala e sovrappongo sogni a coriandoli di paesaggi in festa.
Sulle colline in lontananza osservavo i seducenti inchini che la luce irradiava altrove ed io perduta in quel giovane quadro mi accorsi di essere felice: quella serena voglia di riscrivere il bene e il male di ciò che l’antica vela del passato nel presente aveva portato.
Ho raccolto aromi impervi tra le linee dell’essere, ma tutto adesso gioca negli occhi del domani e sarò pronta ad interpretare ciò che la vita ha in serbo per me.
Sono acqua piovana su questi boccioli assetati di vendetta e sarò serena perla di rugiada sui malinconici occhi del prato. Sono arida terra bruciata dagli attimi e sarò fertile desiderio di ricominciare su zolle dimenticate; sentirò dentro l’acerbo diluvio universale che sprigionerà l’avvento di una nuova anima fragile come la neve e forte come il vento, ma che risorge fra le vane lacrime di una sposa vestita di bianco. Là sono cresciuta percorrendo più volte quel sentiero, adesso le tende sono il velo di una storia sparita tra le scomode pieghe del tempo e ripenso ai momenti in cui da piccola guardavo quella finestra piangendo al fatidico addio che un giorno le avrei dato.
Alla lampada rimasta accesa in un angolo quando la sera rientravo e mi godevo il paesaggio, quel mitico paesaggio che vedevo da fuori, adesso lo osservavo da dentro, perché sono ancora qua affacciata di fronte agli oziosi grilli che sgridano il sole troppo cocente ed a quelle meravigliose e odorose chiome che i fiori offrono al tiepido specchio dei vetri. Avrei pensato che oggi sarebbe stato l’ultimo giorno in cui avrei potuto vivere il dolce sapore dell’infanzia mischiato all’amaro singhiozzo di un addio, invece la felicità per esser rimasta ha superato la prospettiva di uno speranzoso futuro appena accennato ad oltranza. Getto il succinto mazzolino in un angolo e colgo quei piccoli tesori cresciuti con amore fuggendo verso l’infinito colore che le colline danno al mio sentiero: ecco che sollevando le candide balze del vestito con un geranio fra le dita e l’indimenticabile profumo di nepitella fra i capelli sorrido smarrita pensando al mio caro davanzale di campagna. Il mio sogno per la vita.

Francesca Ghiribelli.




UN CASTELLO SUL MARE

Rubrica su www.liberaillibro.com di Francesca Ghiribelli



Una farfalla sfiora una duna di sabbia e nessuno saprà mai il suo segreto. Quello speciale librarsi libera e leggera come lo stupito occhio della sera. Essa volerà altrove dove l’inquietudine di un cuore che ama rende la vita più profana: laggiù arriverà nel punto in cui l’anima sorseggia un’ultima ombra di luce e poi unirà le sue ali all’insaputa dell’avventura che il cuore affronta senza paura.
Di uno strano vestito si inebria l’atmosfera, mentre la polvere delle nubi intinge le sue ciglia nel dolce navigare di una chimera.
Da terre sconosciute sentirai melodiose arpe riscuoter la giovane voce dell’esistenza,ma soltanto per un attimo vedrai comparire sulla via smarrita un paesaggio lontano.
Sembrerà il misterioso e sottile bacio di un sogno: avrai una spiaggia per mondo e per lunghi capelli le bagnate schiume del mare.
Le conchiglie saranno orecchie in ascolto di ciò che non è stato detto,mentre la mente danzerà fra gli scogli che sorrideranno di sale.
Soltanto questo piccolo gioco che l’immaginazione ci regala anche per un solo istante riuscirà ad allontanare i fantasmi di un tempo, perché in un angolo possiedo un castello di sogni che brucerà di passione i fogli scritti dal presente per poter riscrivere un futuro pieno di scoperte.
Vivrò l’infinito amore per stazioni mai conosciute e in ognuna di esse avrò un castello sul mare.
Un maniero di sogni per un mare di fantasia.
Mi ritrovo ladra del tempo per poter sognare in eterno.


Francesca Ghiribelli







IL MAGICO SAPORE DELL'ATTESA




Rubrica su www.liberaillibro.com di Francesca Ghiribelli


Su un morbido e spoglio tappeto di foglie attesi l’autunno di quella notte e rimasi guardinga a sprimacciare in cielo le piume di quell’ormai tramontato arcobaleno; discesi la scala dell’abbandono e mi ritrovai bandita dal perdono: l’uscita per il giorno era vicino,ma poteva trovarla soltanto l’ingenua voce di un bambino.
Sembravo rapita dal perenne incanto di quel pianto,mentre tutt’intorno continuava il meraviglioso sorridere di un celeste manto; preziose cornici argentavano i sogni ormai perduti nell’illusione di aver trovato una terra fertile che ora lasciava le sua gesta nel cuore di nessuno.
Scintille accese nel focolare della sera avevan fatto di quella gioia così fiera solamente il timido e spaventato abbraccio di una chimera; tutto ho perso,ma niente incompiuto ho lasciato dentro quella lacrima vacillante che la notte regala al giorno ed il mattino orgoglioso ne fa rugiada.
Ancestrali e diritte vie han percorso le impervie rotte che l’anima sul cammino ha incontrato,ma adesso niente è ciò che è stato: l’imminente tedio del presente ha avvolto improvvisamente la sua logora memoria nel passato della mia storia.
Ho conosciuto vaghi sorrisi fatti di perdute promesse che han ricamato ad oltranza su quelli sguardi fatti di speranza,ma il verde occhio della fiducia ha tramutato in cenere quella voglia infinita di assaporare il silenzioso passo della vita.
I battiti del cuore han voltato pazientemente quelle pieghe ormai ingiallite che il foglio lascia sul vivere e dietro ha scoperto nuovamente ciò che ogni giorno aspettiamo trepidamente.
Scrivo e mentre leggo mi rendo conto che sto appena svelando al segreto mondo della mia coscienza il furtivo ed orgoglioso bacio dell’attesa: il mite e limpido colore a cui nessuno ha ancora dato amore.
Soltanto i sottili fili del tempo potranno ricucire pezzi di memoria e raccontare una nuova storia: non sono smarrita per sempre, ma ho solamente bisogno di far rifiorire delle cose il contorno.
Sopravvivendo ai maliziosi affronti che il destino ci propone potrò riuscire a dare a quell’attesa un nome: non una parola, non un gesto e neanche un respiro,ma è quell’astratto sapore a cui solo vivendo la vita potrò regalare amore.
L’amore per l’attesa di un attimo è l’intera storia per scrivere la vita.

Francesca Ghiribelli



QUANDO L'AMOR VIEN DI SERA

Rubrica su www.liberaillibro.com di Francesca Ghiribelli


Nel momento in cui il cielo si colora del camino e le nuvole si adornano di funerea cipria:un sorriso si ingrigia fra le ombre del crepuscolo.
Sembra quasi di tornar bambini,mentre campanellini di stelle si radunano con l’improvviso pallore della pelle. L’argento delle dolci lacrime della luna si incupisce di premura sotto i ciechi occhi accigliati della notte ed io mi perdo altrove, dove nessun altro è stato mai.
Affilo il sonno di mistero, mentre le dita del buio assaporano il sereno della quiete. E lì accoccolata tra i bisbigli delle lucciole, mi chiedo se davvero il sole non abbia mai incontrato il fascino della sera che sembra tardi ad arrivare….ma che nella sua attesa rende ancora più vero quel mistico rumoreggiar della riviera: bramanti insegne fanno l’occhiolino alla gelata brina con cui il prato al mattino si avvicina e l’ancheggiar della costiera rifugia maliziosi baci fatti di primavera.
Sarà mai possibile chiedersi quanto sia contagiosa l’atmosfera della sera?
Quel crepuscolo tanto sospirato che dice addio al giorno,ma che pur sempre di nuova luce ne ritrae il contorno.
Non dobbiamo avere paura di quella nostalgia che il cuore attende, perché anche il nero può diventar grigio e da esso nascere un nastro d’argento tra i fili dell’anima di chi sa amare….e il timido fremer di selve abbandonate può nascondere dietro di sé quella struggente armonia di cui l’andarsene del giorno lascia la sua gotica scia.
Fatti amare dalla luce che si spegne……..nell’istante il cui il pensiero si isola dall’anima una mano incontra l’altra e l’emozione accende quello strano amore che vien di sera.
Ammira l’algido silenzio di quegli attimi in cui brillerà il più intenso battito di due labbra che si abbracciano.



Francesca Ghiribelli




IL GIARDINO DELLA RAGIONE




Rubrica su www.liberaillibro.com di Francesca Ghiribelli



Se partiamo dagli antichi fondamenti del 700’ possiamo analizzare migliaia di esempi in cui la ragione è diventata sovrana!
Se riflettiamo però ancora oggi alcuni di noi non hanno il coraggio di uscire dal loro ‘stato di minorità’,il termine in cui Kant trovava la vera chiave di spiegazione per far capire veramente cosa significasse ‘Illuminismo’; quante volte ancora un individuo si fa ‘comprare’ in una situazione di allettante vantaggio o forse solo per la paura di essere minacciato da comportamenti altrui,ma dovremmo imparare quella stessa capacità che prima di noi hanno avuto molti uomini nell’affermare che la vera ‘Età dei Lumi’ fosse quella in cui una persona sapesse utilizzare al meglio il proprio intelletto per motivare ogni sua azione senza l’aiuto di nessun altro.
Quante volte la ragione sembra esser andata contro la Chiesa, ma se Dio creduto semplicemente Essere regolatore dell’universo ci ha donato un singolo cervello per pensare e trarre conclusioni singole,perché allora farsi influenzare dagli altri in ogni parola o decisione?
Dovremmo trovare non soltanto l’intelligenza di poter pensare da soli, ma anche il coraggio di rispondere di noi!
Quanti efferati supplizi o gesti ignobili sono stati compiuti soltanto per favore ad altri o a causa di quella invalicabile cecità che non permette all’umanità di contribuire singolarmente e giustamente alla vita!
Qui ritornano equivocabili nel silenzio dei secoli quelle tre chiavi di lettura che la lontana ‘Rivoluzione Francese’ ha cercato di regalare ad ogni uomo però non arrivando sempre a buon fine.
La libertà,quella dolce e sinuosa aere che scioglie l’anima e libera ogni tipo di pensiero alla vita; l’uguaglianza in cui tutti di fronte alla legge potremmo essere giudicati e puniti equamente,anche davanti ad un semplice sguardo interrogatorio che l’esistenza ci pone; la fratellanza,l’unico modo di vedere le cose attraverso gli occhi che leggono il sapere con estrema tolleranza e giovane altruismo.
E’ proprio tutto questo che potrà in futuro renderci liberi,uguali e fratelli!
Mi piacerebbe innaffiare ogni giorno il piccolo grande giardino della mente che si disseta di ragione, quella ragione fatta di promesse e di compromessi con la coscienza di noi stessi.
Fare un grande giro del mondo attorno alle viandanti e immemori strade dell’anima per poter abbracciare un attimo ciò che la lucidità e l’intelligenza ci regala stringendo un robusto nodo con il cuore.
Dovremo solamente fondere la vera fede in noi stessi e in Dio senza nessuna prova scientifica o empirica, poi facendo volare l’istinto attraverso un timido coraggio e farlo unire all’esperienza che la vita ci racconta: ecco tutto questo piccolo grande progresso ha portato nei secoli a cancellare il vero buio del Medioevo o di ogni altra era nascosta alla verità della ragione e della sapienza.
E l’Illuminismo non ha derubato quelle epoche del loro affascinante mistero, ma ne ha arricchito il loro evolversi nella scoperta di infiniti enigmi pieni di onnipotenza.
Badate bene però che nessuna epoca o corrente filosofica ha il completo diritto di regnare incontrastata sulla nostra coscienza o sulla nostra laboriosa e indulgente mente, ma siamo noi stessi che dovremmo mettere all’opera il mondo per venirci incontro l’uno con l’altro senza mai pretendere la vera e completa conoscenza delle cose.
Siamo noi a poter accrescere o indebolire la nostra intelligenza colorando di toni scuri o chiari il meraviglioso giardino della ragione ricordando sempre che la nostra sapienza deve essere ben curata e dedita alla giusta consapevolezza di sé.
La nostra ragione è l’unica medicina veramente appropriata per far respirare d’aria nuova il mondo.

Francesca Ghiribelli.






POESIA TRATTA DAL MIO LIBRO ''UN'ALTALENA DI EMOZIONI''



RESPIRO DELLA VITA


In quella morbida e galleggiante sacca
ti culli sicuro come in un’amaca,
muovi il tuo ancora inconcepibile corpicino
che diventerà un fiore di bambino.
Se lei si emoziona a sentir scalpitare
i tuoi abbozzati piedini,
chissà cosa accadrà
quando emetterai
dei preziosi gridolini;
il suo cuore batterà
nei tuoi sorrisi,
la sua vita
sarà vita
solo al fianco dei passi
della tua felicità infinita.
Sarai il piccolo fagottino
dentro la sua pancia
a cui cantare una dolce ninna nanna,
poi diventerai
la preoccupazione della sua ansia,
da grande
fra un silenzio di sacrifici e urla di gioia
sarai una strada da percorrere in salita,
ma prima di tutto resterai per sempre
il respiro della vita.



Francesca Ghiribelli.








BUONA PASQUA




L'arcobaleno di un uovo colorato,
l'ascesa del Signore sul creato,
un mite ramo di ulivo consacrato,
il volo di una colomba stremata,
ma che è arrivata nel cuore di chi ama:
la passione di Cristo sulla croce che ha dato voce
a coloro che restano nascosti dentro il confine del pianto
senza tirare fuori il coraggio...
...guardando lontano oltre un deserto di dolore
si vede un miraggio che dà speranza e calore
al nostro cuore nei confronti di Dio Salvatore!
Il Signore ha sacrificato il suo animo gentile e pervaso dalla fede
per conservare le nostre vite accese,
per non far spegnere i ricordi delle irripetibili gesta
di colui che in qualsiasi circostanza
si presta con immenso amore e infinita costanza.
Il suo spirito è disceso ora dal cielo per farci festa
e per onorare questa Pasqua benedetta.



Francesca Ghiribelli












LA PASQUA E' LA LUCE DI CHI SOFFRE


Rubrica su www.liberaillibro.com di Francesca Ghiribelli

autrice del libro di poesie ‘Un’altalena di emozioni’



Che cos’è quella finestra aperta sul mondo che sorride di sole anche quando scende il buio?
E’ la voce invisibile di quel qualcuno che dipinge anche l’oscurità con ogni colore: c’è il rosa per la bellezza, l’azzurro per la misericordia, il giallo della tolleranza,il bianco della purezza e il verde della speranza per un’alba di una nuova tolleranza.
Lo Spirito del Signore è sceso sulle nostre anime per perdonarci di averlo crocifisso a causa di un peccato mai realizzato. Il dolore di quell’uomo ha fatto sgorgare lacrime dal mondo, c’è chi ne ha fatto tesoro scegliendo di rimediare o togliere un po’ di quel sale da quelle lacrime così amare, mentre altri da orribili errori e dalle peggiori azioni si fanno ancora tentare.
Non è servito l’amore di quell’uomo a renderci degni della vita, perché c’è chi la vita la accartoccia come un foglio bianco ancora tutto da scrivere con le centinaia meraviglie del mondo.
C’è chi toglie all’altro il respiro di un’esistenza solo dedita all’amore e alla riconoscenza, la spezza con un taglio netto in nome dell’odio e del disprezzo. Ma cosa ci ha insegnato quell’uomo sulla croce che da Dio è nato? Aiutare il prossimo sempre e comunque, perdonare chi investito dal demonio ha fatto del male, ma noi in fondo che abbiamo fatto per amare così tanto questo mondo che solo colui che abbiamo sacrificato ci ha dato?
E’ così meraviglioso poter abbracciare una persona e coltivare il nostro cuore come se fosse una terra da rendere sempre migliore, ma purtroppo tutto questo astio e rancore ci porterà alla distruzione dell’unico sentimento che regge ancora questo universo.
Perché non colorare del dolce color pastello di un uovo di cioccolato l’alba di una giornata appena arrivata? Può sembrare semplice dirlo con una penna, ma se ci guardassimo dentro e sapessimo veramente amare per quello che siamo e non per quello con cui dovremmo apparire allora esisterebbe sempre una carezza a pieno viso, una piccola caramella in una mano da offrire a chi soffre e a chi vive lontano. Sarebbe tutto più magico e leggero vedere con gli occhi di un mondo più vero e chissà che anche la Santa Pasqua non divenga molto più sacra e sincera con la misericordia di quella mano che sembra straniera, ma che da lassù ci veglia mattina e sera.
E’ una morbida coltre che ravviva la preghiera di vivere la gloria di questo giorno con speranza e capire che c’è bisogno di tolleranza e che di essa nessuno ne avrà mai abbastanza.
E’ gioioso alzare gli occhi pieni di tristezza, farli volare sulle ali di una colomba e dipingerli di purezza quando fa ancora capolino un piccolo rametto d’ulivo che augura a tutti senza distinzione una pace solenne in nome dell’amore di chi ancora di fronte alla totale indifferenza sa ciò che vuole.
Il Signore ci ha offerto ulivo benedetto senza giudicare chi lo meriti veramente,perché di fronte a lui:<< gli ultimi saranno i primi e i primi saranno gli ultimi>>.
Nessuno è perfetto, ma agli occhi di Colui che ci ha dato la vita siamo tutti uguali e la Pasqua è la luce di chi soffre.

FRANCESCA GHIRIBELLI






Rubrica su Libera il Libro di Francesca Ghiribelli autrice del libro di poesie ‘Un’altalena di emozioni’


Il romanticismo è il sogno esaudito da coloro che amano

Quante volte abbiamo sognato l’arrivo del principe azzurro, di abitare in un castello fiabesco e vivere sempre felici e contenti? Penso lo abbiano fatto anche le persone meno smielate di immaginare una vita senza problemi, dove il bene e l’amore siano gli unici e veri regnanti in eterno.
Io però vorrei rovesciare per un attimo questo specchio ‘disneyano’ e cercare di riflettere quella stupenda favola nella vita reale: è ovvio che non ci siano principi celestini e perfetti in sella ad un cavallo bianco pronti a salvarci in ogni momento di difficoltà oppure un meraviglioso castello fatato dedito a difenderci da qualsiasi pericolo esterno, ma se ci soffermiamo anche solo per un istante possiamo pensare a quanto possa essere perfetta nella sua imperfezione la vita se soltanto la guardassimo per come deve essere veramente vissuta. Le mie sono parole semplici e arrivano dal cuore e dall’anima di una esordiente poetessa che a volte si dedica a far volteggiare qualche pensiero sulla carta per dare veridicità alle sue idee di cui il solo testimone molto spesso è il foglio di un diario.
Mi ritrovo a scrivere, come potete leggere nel mio libro ‘Un’altalena di emozioni’, una raccolta di pensieri con versi rimati dall’anima stessa e che con amore si intrecciano di punteggiatura, ma per me e penso per coloro che adorano ancora la poesia sia qualcosa di speciale che dipinge di sogno tutta una vita, perché in quei brevi istanti di eternità rivivo la fantasia che la magia della scrittura racconta al cuore. La vera radice del romanticismo è quel ‘male di desiderio’, attraverso il quale un giorno vorremmo staccarci dalla realtà per far diventare l’irraggiungibile infinito del mondo tangibile anche solo per un attimo: ecco io quella ricerca l’ho coltivata fin da piccola e finalmente sono riuscita sempre in qualche modo a toccare ciò che veramente nasconde il nostro ‘io’ interiore e con cui è possibile far diventar reale tutto, perché è lì che si cela veramente ‘l’irraggiungibile infinito’ che l’uomo da anni va cercando. L’immensità dell’universo non si trova conquistando il mondo, ma riuscendo a carpire i messaggi che il cuore scrive all’anima e viceversa, soltanto così potremo veramente comprendere lo scopo che abbiamo su questa terra; infatti non dovremmo cercare il nobile e perfetto principe azzurro della nostra vita o l’arcano castello che alla fine ci avvolga nella sua preziosa gabbia dorata senza pericoli, ma dobbiamo soltanto capire dentro di noi cosa vogliamo e soffermarci molto di più ad apprezzare le piccole cose che ogni giorno l’esistenza ci regala. La stretta della piccola e fragile mano di un bambino, il bacio premuroso e affettuoso di un madre e di un padre, lo sguardo antico e saggio di un nonno e l’abbraccio costante di chi si ama sono davvero l’autentico romanticismo che non ci accorgiamo di avere ogni giorno, ma che abbiamo la possibilità di avere al nostro fianco: sta a noi godercelo e farne tesoro continuamente. E’ inutile cercare l’impossibile, quando esso è nascosto dentro ciò che in ogni attimo noi stessi possiamo far diventare possibile. Il romanticismo di questo mondo è facile da trovare: basterebbe riuscire a cogliere l’occasione giusta per dimostrare agli altri e a se stessi l’amore che anche soltanto con un gesto o con una parola potremo essere capaci di dare. L’inchiostro del romanticismo e di ogni forma di sentimento sta nelle nostre mani, resta a noi scegliere di usarlo con le persone che ci amano e che amiamo a nostra volta per colorare la vita di quella magia con cui ‘l’apparente lontananza e irraggiungibilità dell’infinito’ ci fa sognare.

Francesca Ghiribelli





IL DOLCE PROFUMO DEL RITORNO TRATTA DAL MIO LIBRO ''UN'ALTALENA DI EMOZIONI''



La perlata brina è baciata
da un venticello fresco e pazzerello,
ma un dolce fischiettare
riscalda il cuore di speranza
mentre il sorriso dell’arcobaleno si scorge piano piano in lontananza.
Un pigro stordimento rimembrare fa un mite sentimento
e nell’anima primeggia la primavera in festa……..
……odo dentro la malinconia del giallo chicco di mimosa
che è già tramontata e ormai sparita
per poi tornar la prossima annata
con una nuova chioma dorata,
ma tendo la mano per toccare il sospiro tanto amato
che la natura ci ha donato:
di un lungo sonno mi coprì l’inverno,
ma il dolce profumo della primavera
mi ha destato di nuovo con il suo ritorno.





Poesia per la festa del papa'


Un nuovo amore




Il sole
vive dei tuoi giorni,
mentre il mare
si culla nei ricordi;
il vento ama lieve
un brivido sulla pelle
e il tramonto
lascia il posto alle stelle.
Parla di te
l’anima di una conchiglia
e sulla sabbia
la schiuma leviga
il suo cuore in una biglia;
il tuo pensiero si fa grande e luminoso
come il faro di un sogno abbandonato,
ma niente si è fermato:
nel viaggio del tempo
un nuovo amore è nato,
quello di un padre
che per suo figlio
la follia
di una dolce ragione
ha inventato.

1 commento:

  1. Il sapore delle parole:che ogni parola ha un sapore massimo;Pensiero che non ha linguaggio,perché la scelta delle parole è compiuta senza l'aiuto delle parole.Ed è questa l'eccellenza della poesia di Francesca.Agostino

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