domenica 24 dicembre 2017

RECENSIONE INVECE VORREI GIOCARE DI LAURA CAIROLI




di Laura Cairoli
ISBN: 978-88-9375-371-5
Formato: Rilegato
Genere: Poesie
Collana: Karme
Anno: 2017
Pagine: 60

Sintesi
“Sull’odioso acronimo che, con una virata indifferente, sentenzia la mia morte (I.v.g.), io ho costruito il racconto della mia vita”. È la voce del bimbo che si affaccia da queste brevi righe: un bimbo a cui già batte il cuore, ma che non è considerato vivo; a cui già sono germogliate le manine, ma che non ha il diritto di chiamarsi umano. Invece vorrei giocare raccoglie i pensieri di una piccola vita custodita in un grembo, i sogni di un’anima che aspira all’eternità.



Citazione
A una donna veramente coraggiosa
(ispirato a una storia vera)

A una donna veramente coraggiosa
dissero: «Questa tua bimba non ce la farà.
La vita le è ostile, puoi firmare qua».
Lei pianse a lungo,
lesse e pregò,
poi rese la penna e non firmò.
«Non durerà molto se io la spengo,
durerà di più se io la tengo
con me,
nel mio grembo
a parlarle d’amore,
e molto, molto più ancora potrà durare,
se il suo cuore amato, dopo il declino,
batterà nel petto di un altro bambino».


Recensione
Copertina suggestiva, tema affrontato davvero particolare, originale ed essenziale per la società, ma soprattutto per il significato di famiglia e per la vita di una donna. Un embrione è il senso di una donna, il motivo della sua esistenza, come rappresenta anche la scintilla della vita che alimenta l’universo, l’unico e solo modo per mandare avanti il ciclo esistenziale. Una prefazione di tutto punto con verità di cui molti sono all’oscuro e che fanno venire i brividi nel cuore. Sì, non sappiamo ancora tutto sull’aborto, la nostra è una società che riflette di più sul gettare via un oggetto rispetto all’eliminazione di un piccolo cucciolo di essere umano che sboccia nel ventre materno per poi scalciare il suo alito di vita all’esterno. Ecco, che spesso quell’esterno non lo vedrà mai, perché non vedrà mai la luce! Un libro ben scritto, versi profusi in racconti brevi, poesie, quasi canzoni e in acronimi davvero scorrevoli. Un diario a cuore aperto che l’autrice fa raccontare al piccolo fiore di bambino che vorrebbe nascere e far parte del mondo, ma che un atto di crudeltà e indifferenza fa morire senza dargli voce. IVG, interruzione volontaria di gravidanza, si trasforma in un acronimo innocente attraverso la vena creativa della scrittrice che lo traduce in “invece vorrei giocare”, tre parole esaustive che spogliano il semplice desiderio di un bambino. Un bambino vuole giocare, questo è ciò che grida dal ventre materno, ma nessuno ormai sa più ascoltare gli adulti, figuriamoci i bambini.

Francesca Ghiribelli

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