martedì 26 novembre 2013

RACCONTO SECONDO CLASSIFICATO CONTEST DI COMPLEANNO DEL BLOG 'MY SECRET DIARY'

Il segreto della laguna

Nel regno di Fàntasia vi era una splendida e misteriosa laguna circondata da un fitto bosco ricco di una bella e vasta vegetazione, dove vivevano dei piccoli e simpatici gnomi di nome Littlefeet. Il curioso popolo di gnomi abitava in un grazioso villaggio lì vicino e regnava in modo tranquillo e pacato nello splendido paesaggio incantato di quel mondo fatato. Intorno alla magnifica laguna passeggiava sempre una bellissima fanciulla chiamata Lily: aveva splendidi e lunghi capelli dorati sulle spalle ed un fantastico abito bianco tessuto con la soffice chioma delle nuvole e dai nastri argentei della luna. Lei passava le sue giornate a specchiarsi nell’acqua della laguna ed a curare il suo giardino segreto pieno di ninfee. Gli gnomi erano buoni e gentili con lei e la aiutavano sempre a portare la tranquillità e la felicità nel Bosco dei Cinque Faggi. Esso era chiamato così proprio perché vi si contavano solo cinque di questi esemplari, mentre tutto il resto presentava una bella vegetazione fatta soprattutto di salici piangenti e molti platani. Le acque della laguna intorno erano punteggiate da graziose campanule e da piccole pansé colorate. Lily aveva la sua umile dimora proprio di fronte allo specchio d’acqua: era ricavata dall’incavo di uno dei più vecchi e secolari salici che facevano parte del mitico e immenso paesaggio di Fàntasia.
L’albero essendo il più antico esemplare, era anche il più grande e rappresentava un rifugio sicuro. Esso aveva un ingresso caldo ed accogliente e la straordinaria casetta che si era costruita all’interno mostrava una graziosa finestrella, ornata di tendine cucite con un pregiato e raro quadrifoglio;poi dei bellissimi panchetti fatti di noce erano i protagonisti del salotto che comprendeva anche un buffo e allegro tavolino, ricavato con delle rocce raccolte nel bosco ben levigate e lavorate dallo gnomo Mastro Giustino.Un letto a baldacchino si trovava invece in fondo alla stanza ed era fatto di ninfee intrecciate fra loro e ornate da cuscini di margherite. La piccola e bella casetta era un luogo ospitale per gli amici gnomi che venivano spesso a renderle omaggio. Già, Lily era una ragazza speciale nella sua diversità, la quale per lei rappresentava una sfortuna. Per tutto il giorno ella aveva le sembianze di una ragazza umana e solo al calare della sera assumeva le fattezze di una fata, una tenera e graziosa fata delle ninfee appartenente all’ordine delle Fate Ondine. Purtroppo poteva essere una creatura fatata solo la sera e durante il resto della notte quando nessuno la poteva vedere, mentre a lei sarebbe piaciuto poter volare libera sotto il sole nello splendido paradiso di Fàntasia.
Il giorno rimaneva solo un’anonima ragazza umana, mentre al crepuscolo vedeva nascere sul suo corpo delle ali meravigliose e trasparenti come l’aria e ornate di preziose venature argentate. Anche lei nel suo futuro, come tutte le fate che avevano popolato Fàntasia, avrebbe voluto trovare il vero grande amore; coloro che erano state sue antenate e coetanee erano riuscite a sposare e ad amare felicemente un elfo per poi partire e andare a vivere serenamente nel regno di Fairylandia, riuscendo a mantenere viva e alta la generazione delle Fate Ondine e a portare avanti la sua antica gerarchia. Lily invece non poteva mirare a questo, perché lei non rappresentava in modo puro e totale la sua stirpe, ma era per metà una fata e per metà un’umana. Questo era il frutto di una malvagia profezia che si tramandava ancor prima della sua nascita e che era stata lanciata sulla sua famiglia da una perfida strega di nome Venusia.
Tutto era cominciato secoli fa quando suo nonno paterno, Allwis Maverat, non aveva acconsentito a sposare Venusia per portar avanti il potere del Male e della Guerra che avrebbe trasformato Fàntasia in un’orribile terra devastata dal dolore e dalla perdizione.
Così la strega lanciò la pesante maledizione che se fosse nata una figlia femmina nella stirpe della famiglia Maverat non avrebbe mai avuto pace e non avrebbe mai avuto la possibilità di vivere a Fairylandia in cui tutte le creature fatate vivevano serenamente e normalmente.
Già, Lily era stata la prima femmina a nascere sotto lo sfortunato segno della maledizione, perché prima di lei c’erano stati solo eredi maschi, ma la terribile realtà era quella che se un giorno avesse dato alla luce un’altra creatura di sesso femminile, anche quest’ultima si sarebbe portata dietro tale profezia che le avrebbe soltanto causato la forte indifferenza e l’evidente esclusione delle altre creature magiche per la sua diversità, proprio come sua madre. Lily sarebbe stata considerata per sempre un essere inferiore ed ibrido rispetto al casto e puro ordine delle Fate Ondine di Fàntasia.
I suoi genitori purtroppo erano morti per colpa della perfida Venusia che li aveva uccisi, sacrificandoli per la loro scelta di aver voluto mandare avanti il regno di Fàntasia nel bene e nella felicità. Ora per colpa di un infame e spietato destino doveva subire l’eterna infelicità della consapevolezza di essere una creatura indegna per vivere in un luogo regnato solo da magnifici esseri fatati. Già, perché lei essendo per metà appartenente alla razza umana era ritenuta inferiore, perché durante il giorno non poteva volare non avendo le ali e soprattutto nessun elfo avrebbe mai accettato di sposarla per paura di dare alla luce un altro essere sfortunato e indegno.
Alla ragazza non restava altro che accettare il fatto che il suo sogno di trovare il vero amore era andato ormai in frantumi. Per fortuna aveva sentito dire che la Terra del Male guidata da Venusia era scomparsa all’interno di una profonda voragine sottoterra e nessuno sia mai stato a conoscenza di dove si trovasse e soprattutto il motivo della sua improvvisa sconfitta. Già, il Male era scomparso, ma lei continuava a pagarne le conseguenze per colpa di quella maledetta profezia. A quanto pareva nessuno sapeva o era riuscito a scoprire, se per caso esistesse un modo per rompere l’incantesimo dell’oscura maledizione, ma sembrava che non ci fosse niente da fare.
L’unica fortuna di Lily era aver trovato la cara amicizia degli gnomi, i quali non la consideravano un essere impuro e nefasto, ma solo una dolce compagna di avventure. Un giorno arrivò al villaggio dei Littlefeet lo gnomo più vecchio e più saggio di nome Bigheart: egli era considerato la creatura più sapiente e veggente di tutti i tempi. Così quando una sera lo gnomo Mastro Giustino andò a trovare Lily per portarle una delle sue meravigliose creazioni in pietra per la sua casa, decise di metterla al corrente della grande cerimonia che il giorno seguente sarebbe stata organizzata dal villaggio in onore di Bigheart.
La ragazza che non lo aveva mai sentito nominare , rimase sorpresa nel sentire che chiunque avesse
chiesto a questo tizio notizie sul proprio futuro, avrebbe riscontrato sempre la verità.
Mastro Giustino la convinse a partecipare alla cerimonia ed a provare a farsi ricevere dal grande saggio per avere una previsione sulla sua vita e se magari avesse potuto intravedere in essa un barlume di speranza.
Il giorno dopo tutti si recarono al villaggio maestosamente addobbato a festa per il grande e occasionale evento. Il saggio fece la sua clamorosa entrata seguito da un elegante corteo di gnomi e notò subito fra i suoi simili l’unica creatura che fisicamente differiva fra di loro: una magnifica ragazza dalle sembianze umane e da una luminosa grazia. Lily temeva di parlare con Bigheart, perché in fondo aveva paura che la escludesse come molti altri avevano già fatto e soprattutto per il fatto di doversi sentir dire nuovamente la stessa e amara verità che la sua attuale condizione potesse essere eterna. Con sua sorpresa però al termine della cerimonia, il vecchio saggio le si avvicinò e le prese la mano, guardandola intensamente negli occhi.
Dopo pochi minuti le disse a cuore aperto: << Sento che fra tutte queste creature, tu sei quella più bisognosa di aiuto; so che hai sofferto molto e continui a soffrire, ma il tuo cuore un giorno troverà la strada per la felicità! Dovrai ancora superare numerose insidie sul tuo cammino: un essere malvagio ti ha tolto il sorriso e la tua vera identità, ma solo il tempo ti condurrà ad una via d’uscita. Tutto questo però a patto di alcune condizioni: dovrai trovare una persona che si fidi di te, che ti doni completamente il suo cuore e sappia amarti per quello che sei veramente ed infine che anche il tuo cuore riesca a battere per il vero amore. >>
Lily con aria affranta rispose: << Dubito che nessuno mai riesca ad accettarmi e ad amarmi per quello che sono e cioè una creatura insignificante e ibrida che nessuno desidererebbe avere al suo fianco.>>
Il grande saggio la rincuorò, dicendole: << Ma sei una splendida ragazza di una sorprendente bellezza e di grande cuore, sono sicuro che troverai qualcuno che ti sappia amare davvero.>> Lily spiegò: << Appunto è proprio questo il problema: sono solo una ragazza e posso essere una fata solo dopo il crepuscolo e non potrò mai esserlo a tutti gli effetti.>>

Bigheart continuò, incoraggiandola: << Ricordati che il Male è scomparso per sempre e forse il luogo della sua sconfitta darà luce ad una nuova felicità e speranza>>.
Quelle ultime parole rimasero impresse nella mente di Lily, anche se non aveva compreso fino in fondo il loro significato. Il vecchio saggio prima di andarsene e salutarla le augurò buona fortuna,donandole uno strano medaglione che le disse racchiudeva il ‘segreto della laguna’ che nessuno aveva mai conosciuto. Lily da quel giorno lo portò sempre con sé: esso raffigurava una sfera con all’interno la piccola figura di una creatura magica che sembrava essere un folletto o un elfo, ma non riusciva a capire cosa potesse significare quell’oggetto nel suo destino. Un giorno come al solito passeggiava vicino alla laguna e porgendosi in avanti per guardare nella limpida acqua le sue meravigliose ninfee, disgraziatamente l’amato ciondolo le cadde, scomparendo velocemente nelle profonde acque della laguna.
Lei disperata si chiese se anche quello non fosse un altro sfortunato evidente segno del destino. Lily pensò che da una parte un vantaggio c’era e cioè quello di potersi tuffare alla ricerca dell’oggetto perduto, grazie alle sue sembianze umane e riuscire a riemergere al più presto, prima del crepuscolo. Decise di immergersi tempestivamente nelle acque della laguna, le quali per lei erano sconosciute e misteriose con la speranza che il suo amato medaglione non fosse finito nello stomaco di qualche pesce. Il fondale della laguna era profondo, minaccioso ed immenso e vi cercò affranta senza trovare nulla. Poteva darsi che fosse rimasto impigliato in qualche roccia non visibile. C’erano piante strane, particolari e pesci multicolore, ma era bello poter deliziare la vista con quel meraviglioso spettacolo sottomarino. Nel momento in cui decise di arrendersi, notò a destra nell’angolo più buio del fondale, uno strano cumulo isolato di ghiaie dure e frantumate. D’istinto Lily scavò leggermente fra di esse e non trovò ciò che cercava, ma sotto a quel cumulo come per una strana magia si nascondeva un cunicolo aperto, il quale si immetteva in un tunnel che sembrava non avere mai fine. La ragazza spinta dalla curiosità decise di andare a vedere di cosa si trattasse, anche se alla memoria riaffiorò la preoccupazione che tra non molto le sue ali sarebbero comparse. Aveva il timore anche di ciò che poteva accadere. Il tunnel sembrava infinito, ma dopo un po’ terminò di fronte all’ingresso di una cupa ed isolata caverna. Tutto era silenzioso e lei decise di avanzare in punta di piedi ed entrata quasi all’interno dell’antro della grotta, vide a terra il suo caro medaglione. Come aveva fatto ad arrivare fino là? Era forse un segno del destino e come sarebbe stato questo destino? Non capiva ciò che le stava succedendo. Appena si avvicinò alla collana, una grande e feroce creatura irruppe spaventandola e minacciandola di non avanzare. Era un grosso drago con un manto verde scuro ed artigli affilati, ma stranamente non aveva le ali ed era legato saldamente a terra con delle catene che neanche la sua prepotente rabbia negli anni era riuscita a spezzare.
L’animale le disse in modo irruento: << Questo ciondolo è mio ed ora che finalmente l’ho ritrovato,non permetterò a nessuno di portarmelo via!Esso rappresenta l’unico e grande simbolo che mi rimane dell’importante famiglia a cui appartengo o meglio appartenevo. Tu che ci fai qui? Nessuno è mai venuto a conoscenza di questo luogo! >>
Lei rimase sorpresa del fatto che un drago sapesse parlare, anzi non ne aveva mai incontrato uno.
Lily gli disse un po’ intimorita: << Anch’io possedevo questo stesso medaglione, ma poco fa mi è caduto nella laguna. Sono venuta immediatamente a cercarlo e avendolo ritrovato qui presumo sia mio.>>
Il drago rispose scocciato: << Non credo proprio! E poi perché tu dovresti possedere proprio questa collana? Solo la grande stirpe degli Elfi Azzurri possedeva questo simbolo.>>
Lily rivelò in parte: << Io so soltanto che me lo ha donato lo gnomo più saggio e veggente che esista di nome Bigheart. Forse sarà uno strano messaggio del fato.>>
L’animale rispose con enfasi: << Il destino? Io non credo più ormai in questo genere di stupidaggini: sono ormai lunghi secoli che mi trovo qui rinchiuso e non mi è possibile cambiare niente della mia desolata vita.>>
La ragazza gli chiese sempre con timore: << Perché cosa ti è successo?>>
Il drago quasi con aria liberatoria disse: << E’ passato moltissimo tempo dall’ultima volta che ho parlato con qualcuno……bhè, tanto non cambia niente, almeno potrò sfogarmi e non tenermi tutto dentro come ho fatto fino ad adesso!>>
Lily curiosa iniziò a dire: << A proposito ho notato che sul quel ciondolo è raffigurata una creatura magica……sembra un folletto o un elfo…….>>
L’animale allora cominciò a raccontare la sua storia: << Infatti io facevo parte della leggendaria dinastia degli Elfi Azzurri chiamati anche Elfi Buoni. Già, avevo delle splendide ali azzurre e ciò che amavo di più era volare il più in alto possibile nel cielo! Che bei ricordi! >>
Lily stupita esclamò:<< Ma tu sei un drago!!>>
L’enorme creatura con aria affranta affermò: << Oh,si purtroppo! Un tempo però ero uno dei più valorosi elfi che amava combattere per i buoni valori ed i sani principi, ma per questo ho pagato a caro prezzo! Un essere malvagio ha ordito un tremendo incantesimo contro di me e mi ha trasformato in un drago per l’eternità, proprio perché ho offerto il mio coraggio per difendere il mondo dalla malvagità e dal male. Sono riuscito a sconfiggere la famigerata strega Venusia ed il suo regno, ma prima che potesse scomparire per sempre è riuscita a farmi pagare la sua amara sconfitta. Lei sparì in una voragine che ora mi imprigiona in eterno all’interno di questa grotta e non mi dà pace. >> La ragazza capì nel sentire il nome di Venusia che entrambi erano stati vittime di un sordido sortilegio, forse era ciò che li accomunava e li aveva fatti incontrare. Inaspettatamente Lily si sentì avvolgere da una forza improvvisa e le sue ali comparvero sotto lo sguardo spaventato e inavvertito di entrambi. Ora non le restava altro che trascorrere lì la notte ed attendere fino al giorno seguente in cui si sarebbe di nuovo trasformata in umana.
L’animale la guardò con un’espressione quasi innocente ed innocua per essere un drago: << Ma tu hai le ali? Prima quindi non eri una fata! Come è possibile che in questa terra possa regnare qualsiasi altra creatura che non sia magica o fatata? >>
Lily rispose quasi delusa: << Immaginavo che anche tu avendo il cuore e l’anima di un elfo mi avresti giudicato di fronte a tale verità e soprattutto mi avresti guardato e deriso come molti prima di te hanno già fatto.>>
Il drago con aria colpevole si giustificò e disse: << Io sono l’ultima persona che può giudicare,visto la condizione in cui mi trovo>>
E lei notando la sua disponibilità ad ascoltare, gli raccontò la sua triste storia.
Il drago apparve gentile e comprensivo ed alla fine pronunciò queste parole:
<< A differenza di tutti gli altri che hai incontrato io ti credo e capisco ciò che provi. Immagino il tuo desiderio di voler essere una fata a tutti gli effetti, come anche il mio di tornare elfo. Vorremo poter essere felici come tutti coloro che lo sono stati e continuano ad esserlo, ma purtroppo il destino non ci ha sorriso. Soltanto il tempo potrà abituarci ad accettare l’amara verità che ha rapito la nostra libertà.>>
Lily gli disse, rincuorandolo: << Perlomeno io domani potrò uscire dall’acqua, grazie alle mie sembianze di ragazza umana e quindi nella mia sfortuna qualche vantaggio mi è rimasto! Tu però non potrai mai uscire da qui.>>
Il drago aprì il suo cuore e disse: << Quanto darei per vedere ancora una volta Fàntasia e poter volare là fuori libero e fiero di ciò che ho. Peccato che Venusia mi abbia trasformato in un inutile drago senza ali per devastare ancor di più la mia condizione e da anni mi ha legato qui senza aver la possibilità e la forza di liberarmi.>>
Lily con dolcezza le promise che ogni giorno sarebbe andata a trovarlo ed entrambi si sarebbero fatti compagnia a vicenda.
Forse uno strano gioco del destino li aveva fatti conoscere per la loro triste e simile storia.
Da quel giorno i due strinsero un’ amicizia sempre più forte e senza pregiudizi nei confronti l’uno dell’altra. Ormai Lily conosceva a memoria il tragitto per arrivare alla caverna, la quale non si trovava sott’acqua, perché subito dopo aver attraversato il tunnel marino si veniva catapultati nel luogo che era diventato da anni il rifugio del drago dal cuore di elfo, di nome Nim. Lily e Nim ogni giorno si tenevano compagnia: lei gli portava delle deliziose ninfee e poi gli raccontava del mondo esterno. Egli anche se non poteva farle nessun omaggio, le regalava il suo mite e gentile carattere pervaso da una particolare tenerezza e dedizione per provenire dai modi di fare di un drago. Entrambi si guardavano con affetto e non avevano timore di aprirsi l’uno all’altra.
Ogni volta non vedevano l’ora di incontrarsi. Lily aveva provato a raccontare agli gnomi del suo fortunato e forse destinato incontro, ma alla fine aveva capito che nessuno veramente le credeva.
Dopo lunghi mesi di conoscenza e di crescente confidenza, un giorno mentre stavano parlando allegramente, Lily stava dicendo:
<< Anche se non potremo mai liberarci della nostra triste sorte, abbiamo avuto il piacere di incontrarci, in modo da poter alleviare in parte l’amarezza della dura realtà.>>

Nim acconsentì rispondendo: << Già, chi meglio di noi si può capire a vicenda! Non avrei mai sperato dopo tanto tempo di poter stringere una tale amicizia con qualcuno.>>
All’improvviso apparve alle loro spalle una luce nera e spettrale che piano piano diede vita al volto vecchio e scalfito di una donna quasi irriconoscibile, ma entrambi capirono all’istante di chi si trattava: era la strega Venusia. Nim esclamò stizzito: << Come è possibile che sia tornata? Era scomparsa ormai da secoli! >> Lily era terrorizzata alla sua vista.
La donna parlò e disse: << Non ero morta, anzi sono tornata per l’ultimo vero scontro finale! Tu cavaliere dei miei stivali che pensavi di avere sconfitto la grande Venusia, non hai accettato la proposta di schierarti dalla mia parte per portare avanti il potere del Male! Come vedi ne hai pagato le conseguenze a caro prezzo per tutti questi anni: se tu accettassi di allearti con me, potresti tornare elfo ed aiutarmi a costruire l’intramontabile e potente regno del Male che ho sempre sognato! >>
Lily schierandosi dalla parte di Nim rispose: << No, non fargli del male! Nim ha pagato già abbastanza! Prendi me, io almeno fino ad adesso ho potuto respirare all’aria aperta e conoscere il mondo circostante: non privarlo ancora di tale gioia.>> Nim arrancò con le catene per spingersi più avanti e supplicare: << No, Lily. Lascia che sia io ad andare, ormai non mi resta più niente per cui vivere. Tu fai ritorno a Fàntasia e cerca per quello che ti è possibile di essere felice.>> Venusia rise e disse: << Finalmente sei ragionevole: l’essere un drago vedo che ti ha fatto capire molte cose! E tu ragazzina, non credere di essere libera, anzi rimarrai nella tua cara Fàntasia e sarai ancora derisa a causa della tua condizione di creatura impura e ibrida per l’eternità. >>
Il drago e la fata ,ormai tornata umana, si guardarono e si avvicinarono l’uno all’altra e Nim le sussurrò dolcemente: << Non ti dimenticherò mai! Spero tu possa essere felice, ma il mio cuore avrà sempre un posto per te.>> Lei gli rispose con gli occhi lucidi: << Oh, Nim resterai sempre nei miei ricordi, ma prima di lasciarti andare voglio almeno una piccola parte di te da portare per sempre con me.>> Piano piano gli prese una zampa incatenata e gli spezzò delicatamente un pezzo di artiglio. Esso però era così appuntito dal tempo che la ferì ad una mano ed una goccia di sangue cadde dalle sue dita. Prontamente Nim si chinò per curarle la ferita che di certo un drago non era solito fare. Sul volto di Lily scese una lacrima e d’istinto si avvicinò al muso del drago, intento a prendersi cura di lei e lo baciò. In quel momento Venusia spalancò gli occhi terrorizzati ed una luce fulminea la colpì violentemente, lasciandola esanime a terra. Il drago vide con sorpresa le sue catene rompersi miracolosamente ed un vortice lo circondò, mentre le sue sembianze di drago scomparirono, facendolo tornare di nuovo elfo. Lily fu spinta in alto da una misteriosa forza e straordinariamente le sue ali e le sue fattezze fatate ricomparvero. I due si guardarono per un lungo istante e capirono che l’incubo del sortilegio era veramente scomparso insieme al Regno del Male. Entrambi volarono fuori dalla grotta e Nim le disse emozionato: << Ti ho amato fin dal primo momento che ti ho visto, ma con il mio corpo da drago come ti sarei potuto piacere? Ora che siamo finalmente liberi però vuoi sposarmi? >> Lei lo guardò e rispose: << Io ti amavo già anche se eri un drago. Sì, voglio sposarti e vivere per sempre felice al tuo fianco.>> Dopo pochi giorni si sposarono e come testimone ebbero l’intero villaggio degli gnomi che adesso non potevano che credere veramente a ciò che era successo alla loro amica. Dopo le nozze finalmente raggiunsero Fairylandia e là vissero felici e contenti per l’eternità, portando avanti la stirpe delle Fate Ondine e degli Elfi Azzurri. In quel momento Lily comprese che quel vecchio saggio aveva detto la verità e così grazie a Nim, il quale le aveva subito dato fiducia, aveva saputo amarla veramente per ciò che era senza alcun pregiudizio ed infine era riuscito a farle battere il cuore, spezzando l’incantesimo. Si erano amati fin dal primo istante e per loro l’elisir del vero amore era stato veramente invincibile e speciale: questo stava semplicemente a significare che quella grotta secoli fa era stato il luogo della parziale sconfitta del Male, ma adesso lo stesso posto aveva fatto rinascere finalmente la luce per la felicità e la speranza del loro nuovo amore.

FRANCESCA GHIRIBELLI



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