giovedì 31 ottobre 2013

BUON NATALE ROSA SHOCKING: in uscita il 13 Novembre 2013

SCHEDA LIBRO
Titolo Buon Natale rosa shocking
Autrici Federica Brunini; Elisabetta Cametti; Tiziana Merani; Nadia Morbelli; Simona Toma
Pagine 208
Dimensioni 12,5 x 18 cm.
Copertina Cartonato con sovraccoperta
Prezzo € 9,90
Uscita 13 Novembre 2013
ISBN 9788809790117
EBOOK Disponibile anche in ebook

TRAMA
Da cinque autrici piene di verve, un’irresistibile antologia di racconti natalizi.

Natale è un giorno un po’ magico, si sa, e come nelle migliori favole, qualche volta può portare le sorprese che aspettiamo da una vita. È quello che succede ad Alessia che, reduce da una brutta batosta in amore, decide di rifugiarsi in una baita di montagna per poter piangere in santa pace. Finché un tenero cagnolino movimenterà il suo esilio. O a Valeria che, mentre rovista nel reparto di intimo alla ricerca di una guêpière per la madre, si imbatte in un affascinante Babbo Natale in carne e ossa. O a Veronika, una agguerrita fotoreporter di strada, che proprio quel giorno farà un incontro speciale, di cui non si dimenticherà mai più. Ma attenzione, quante volte invece le feste di Natale si trasformano in un vero e proprio incubo? Una simpatica madre di famiglia prende in affitto la casa della sua infanzia per trascorrere le feste con parenti e amici. Le intenzioni sono ottime, l’organizzazione del cibo, delle luminarie, dei regali è pressoché perfetta. O quasi... perché non sempre, ahinoi, le cose vanno esattamente come le abbiamo immaginate. Lo sa bene l’impertinente mademoiselle Nadine, che il giorno di Natale, durante il sontuoso pranzo dalla zia baronessa, assiste all’assassinio della piccola Minou, l’amatissima gatta di casa, e alla sparizione di preziosi smeraldi...
Fresche, ironiche e commoventi: cinque storie al femminile da leggere sotto l’albero nel giorno più atteso dell’anno.

LE AUTRICI:

FEDERICA BRUNINI giornalista e fotografa, è autrice di una bio-fiction su Kate Middleton, del "Manuale della viaggiatrice" e della commedia romantica "La matematica delle bionde" (Giunti 2013).
ELISABETTA CAMETTI ha esordito con il romanzo ad altissima tensione - "I guardiani della storia" (Giunti 2013), il primo di una nuova, avvincente serie di thriller.
TIZIANA MERANI è autrice di commedie romantiche di grande successo, tra cui "Devo comprare un mastino" e "Amori a progetto" (Piemme). Per Giunti Y, nel 2014, uscirà il suo nuovo romanzo.
NADIA MORBELLI ha pubblicato per Giunti i primi due capitoli della fortunata serie di gialli ambientati a Genova, "Hanno ammazzato la Marinin" (2012) e "Amin, che è volato giù di sotto" (2013). Nel 2014 uscirà il terzo episodio, "La strana morte del signor Merello".
SIMONA TOMA ha lavorato come assistente alla regia nel cinema e nel teatro, ed è autrice di "Da questo libro presto un film" (Mondadori). Per Giunti Y, nel 2014, uscirà il suo nuovo romanzo.

LINK
Seguiteci sul sito di Giunti Y a questo link: http://y.giunti.it
e sul sito di Narrativa Giunti a questo linK: http://narrativa.giunti.it

Sbrigatevi! Andate in libreria e fatevi un bel regalo di Natale!

A presto!

mercoledì 30 ottobre 2013

Anteprima sfoglialibro di "Shadows" prequel di Obsidian di Jennifer L. Armentrout

Ed ecco un'altra bella novità firmata Giunti Y per coloro che hanno amato 'Obsidian'
Come molti già sapranno a novembre uscirà l'attesissimo "Shadows"
di Jennifer L. Armentrout, il prequel di "Obsidian".
Siete ansiosi di iniziare a leggere le prime pagine del libro?
Non perdete tempo!
Ormai manca davvero poco all'uscita del secondo volume della serie Lux!
Il 6 Novembre sarà disponibile in tutte le librerie e store online "Shadows" di Jennifer L. Armentrout.
Protagonista di questo prequel sarà Dawson, il gemello scomparso di Daemon.



SHADOWS: in uscita il 6 Novembre 2013

SCHEDA LIBRO
Titolo Shadows
Autore Jennifer L. Armentrout
Pagine 176
Dimensioni 12,5 x 18 cm.
Copertina Cartonato con sovraccoperta
Prezzo € 12,00
Uscita 6 Novembre 2013
ISBN 9788809783553
EBOOK Disponibile anche in ebook

Trama:
Un amore infinito come l’universo.
L’ultima cosa che Dawson Black si sarebbe aspettato era Bethany Williams. Come forma di vita aliena sulla Terra, Dawson e il suo gemello Daemon trovano che le ragazze umane siano... un passatempo divertente. Ma innamorarsi di una di loro sarebbe folle. Pericoloso. Allettante. Irrinunciabile. Bethany viene dal Nevada, e l’ultima cosa che cerca nel West Virginia è l’amore. Ma ogni volta che i suoi occhi incontrano quelli di Dawson si scatena un’attrazione innegabile. E anche se i ragazzi sono una complicazione di cui farebbe volentieri a meno, non riesce davvero a stare lontana da lui. Attratta. Desiderata. Amata. Dawson però nasconde un segreto inconfessabile che non solo può cambiare l’esistenza di Bethany, ma anche mettere in pericolo la sua vita. Si può rischiare tutto per una ragazza umana? Si può sfidare un destino inesorabile come l’amore? Nel suo stile brillante e coinvolgente, Jennifer L. Armentrout ha voluto regalare questo romantico prequel di Obsidian ai numerosissimi fan della serie “Lux”. Una splendida storia d’amore che vi farà divertire e versare qualche lacrima.

DAL LIBRO
"Le sue mani forti le sfiorarono il viso con delicatezza. Poi la baciò di nuovo, con trasporto, e quando si staccarono nei suoi occhi Bethany vide un sentimento che conosceva bene.
Era lo stesso che provava lei.
Era amore."

L'AUTRICE
Jennifer L. Armentrout autrice bestseller di USA Today, vive in un paesino del West Virginia, proprio dove è ambientata la serie “Lux”, inaugurata dal grande successo di "Obsidian".
È una scrittrice molto versatile e scrive anche apprezzati romanzi per adulti. Per Giunti Y usciranno tutti gli episodi della serie “Lux”: Shadows, Onyx, Opal e Origin.

LINK
Link allo sfoglialibro:http://y.giunti.it/images/stories/PDF/Shadows/9788809783553_shadows_sfoglialibro.pdf
Link del libro sul sito di Y: http://y.giunti.it/libri/shadows (disponibile a breve)
Link del libro su Giunti Store, il nostro sito di e-commerce: http://www.giuntistore.it/narrativa/shadows-18578
Link del libro su Giunti Editore: http://www.giunti.it/libri/narrativa/shadows/
Link della pagina autrice sul sito di Giunti Editore: http://www.giunti.it/autori/jennifer-l-armentrout/
Link al video di "Aspettando Onyx": http://www.youtube.com/watch?v=GI8ccOH0BTE


Correte a leggere questa incredibile saga! A presto!

martedì 29 ottobre 2013

RACCONTO VINCITORE DELLA MENZIONE D'ONORE '3°PREMIO NAZIONALE ATHENA SPAZIO ARTE 2012'

L’amore per una ‘ballerina’



Il vento sferzava l’aria, abbracciando le nubi, mentre il dolce riverbero del sole creava una mimosa di luce fra le zolle di terra, dove l’erba creava qualche buffo ciuffetto smeraldino.
La mattina stava lasciando il posto al pensoso e docile sorriso pomeridiano, mentre due magre e svelte zampette frugavano fra i respiri del prato; chissà cosa speravano di trovare? Forse qualche satollo vermicello o qualche piccolo seme caduto dalle chiome degli alberi, ma il suo sguardo era ottimista, perché i raggi riscaldavano quelle sue alucce fragili, ma imponenti su quella minuscola coda sbarazzina piena di malizia peperina.
Negli occhi vi erano cristalli splendenti brillanti di quella furbizia, che solo la sua giovane età poteva possedere, mentre il becco spigolava sicuro e veloce su quella terra, che ormai conosceva, come ogni piccola grande piuma del suo corpo.
Sulle alte e smagrite zampe l’agilità e la voglia di vivere di un passerotto appena nato, per non parlare delle unghiette adunche e resistenti, che facevano parte di dita carnose e sottili, le quali arraffavano fra i fili d’erba, come un’ape fra i petali di un fiore.
Semplici giornate trascorse scorrazzando in quel fazzoletto di bosco, che ormai era il suo mondo. Era felice, però quel piccolo uccello, perché si sentiva come il grande gendarme di quel luogo fatato e quasi così irraggiungibile dal resto del mondo.
Sembravano parole cantate attraverso un’arpa, quei dolci e candidi gorgheggi, che il suo esile collo intonava in mezzo alla radura, mentre così trasparente in quel vasto e acerbo mondo, trovava la sua grande maturità.
Era giovane, ma consapevole dei numerosi pericoli che la vita teneva in agguato, e magari non sapeva che poteva esistere qualcosa, per cui è molto più pericoloso e arduo combattere. Ma il suo piccolo coraggioso cuore, forse l’avrebbe scoperto molto presto.
Doveva sapere che nel regno animale potevano celarsi creature molto più grandi e forti di lui, ma finora non aveva mai avuto niente a che fare con loro.
Se ne era sempre stato tranquillo in disparte, senza neanche porsi la preoccupazione della loro presenza. Un piccolo passero,doveva starsene fuori e soprattutto lontano da quegli imponenti ed eleganti ‘furfanti’, perché l’apparenza, a volte, anzi molto spesso inganna.
Ne vide proprio uno quel giorno, una di quelle ‘signorinelle’, vestite di tutto punto: portava un nero piumaggio sulla testa, quasi avesse un oscuro cappuccio, mentre sulle superbe spalle indossava fieramente piume candide come la neve, che finivano sulla lunga e perfida coda con straordinarie e altezzose sfumature blu cobalto. Il petto impavido, il becco acuminato e paurosamente grande rispetto al suo così fragile e piccolo; sembravano le ‘signore della notte’, a loro spettava completo rispetto e nessuno doveva intromettersi nelle loro decisioni e azioni. Esse erano di impeccabile aspetto, ma di impeccabile non avevano un bel niente, perché il piccolo passero, si ricordava molto bene, come tutti le chiamavano, ‘le signore ladre’.
Si prendevano gioco di ogni piccolo essere, razziavano qualsiasi cosa capitasse loro sottotiro e parlavano con quella straziante e detestabile risata, con cui si credevano onnipotenti.
Non possedevano nessuna virtù per essere chiamate ‘signore’, ma come spesso accade fra le persone, anche lì in mezzo al bosco, era molto importante quel portamento così imponente ed elegante, che annichiliva ogni altra creatura.
Poderose zampe bramavano ogni centimetro di terra e crudeli occhi nascondevano un febbrile fascino alla vista di ogni possibile preda immaginabile.
Sì, era una famelica gazza, che piroettava audace e sospettosa nell’aria, cercando di invadere lo spazio altrui, mentre lo sguardo cercava l’attenzione di un altro soave e dolcissimo volatile. Non capiva che era troppo grande, per quella creatura così timida e al contempo meravigliosamente unica.
Il piccolo passero la vide, fu la prima volta che un forte scalpiccio al cuore gli prese, inaugurando un forte canto, così iniziò a intonare l’amore; e forse non c’è niente di più arduo e pericoloso da combattere, di quel grande sentimento, che si faceva già spazio nel suo animo ribelle.
Quella grande gazza non poteva averla vinta! Sì, certamente, era bella, aggraziata, imperiosa e superiore, ma il suo coraggio sarebbe stato altrettanto tenace da difendere l’incolumità di quella bellissima e magnetica creaturina.
Il passero avrebbe combattuto per lei, quell’uccellina così graziosa, impaurita e per niente accondiscendente. Già, si capiva, che quella gazza non faceva per lei. Voleva, come sempre colpire l’attenzione, ma stavolta sembrava non riuscirci, perché la sua magnetica imponenza non funzionava più. Il passero sentì la speranza dentro al cuore di poterla conquistare e abbracciò tutto il suo coraggio, iniziando a gorgheggiare il suo sincero e intenso amore per lei. I due corteggiamenti si incrociarono, e non appena la gazza si accorse di quel docile canto, cercò di roteare ancor più la sua coda a mo’di pavone, ma così riusciva soltanto a spaventare e allontanare la radiosa preda d’amore. Non ne voleva proprio sapere, ma sembrava invece estasiata dal canto del piccolo passero, anche se non sapeva da dove provenisse.
Incantata, frugava con gli occhi il silenzio del bosco, cercando il prezioso motivo di quel canto, che era venuto quasi a salvarla dalle grinfie di quel grande e spaventoso uccello.
Era troppo carina, sembrava indossare un vestitino marrone, color nocciola, mentre le piume sul dorso e sulle ali erano punteggiate da piccoli buffetti neri, che rilegavano una curata treccia di coda, mossa sinuosamente avanti e indietro per carpire qualsiasi rumore proveniente dal mondo circostante.
Che dolcezza inebriante, quel suo dondolarsi come una farfallina aggraziata sulle punte delle zampe scure, riuscendo a fare della sua camminata una fugace danza improvvisata.
Sì, adesso lo sapeva, era una ‘ballerina’, quella simpatica e adorabile uccellina ornata da quel tutù marroncino: sperava tanto potesse divenire il suo tenero ‘amorino’.
Oh, voleva rubarle quei piccoli ramoscelli, che lei insieme a fili d’erba aveva intrecciato con fervore! Chissà, forse voleva già farsi un piccolo e sicuro nido da qualche parte per curare i suoi piccini o per impreziosire la sua umile dimora? Non gli importava quale fosse il vero motivo, sarebbe stata lui a salvarla dal quel grande e crudele nemico. Già, perché adesso, l’infima gazza non voleva più corteggiarla, ma visto il suo netto rifiuto, desiderava soltanto annientarla per portarle via tutto ciò, che aveva cercato e trovato con amore su quel prato. Sì, sicuramente, con un solo e forte colpo di becco l’avrebbe ferita a morte oppure l’avrebbe colpita violentemente lasciandola ad un infelice destino, soltanto per assicurare la sua virile superiorità.
Non poteva vedere quel meraviglioso essere derubato del suo splendido intercedere, della sua divina grazia, visto che sembrava una dolce e tenera bambina, che danzava con un cesto di fiori fra le mani. Doveva continuare a ballare per lui, per il bosco, per la natura.
Cercò di inneggiare il suo canto ancor più in alto, ma la ‘ballerina’ era così impaurita dalla gazza, che neanche sembrava più udirlo.
Ma come poteva un animale piccolo, come lui, difendersi e portare in salvo la sua amata? Quell’imponente uccello gli sembrava un alto grattacielo nero, ma con un po’ di astuzia e furbizia lo avrebbe colto di sorpresa e fatto scappare via!
Come ci sarebbe riuscito? Con un sasso avrebbe potuto colpirlo sul capo, lasciandolo intontito e facendolo fuggire, ma non sarebbe mai riuscito a prendere nel suo docile becco una pietra così grande!
Forse un fortuito caso o il destino l’avrebbero aiutato! Doveva far lavorare quel suo cervellino sveglio e brillante, risolvendo così quella incresciosa e spiacevole situazione.
Appena vide che la temeraria gazza si lanciava con il suo becco acuminato e possente verso quell’innocente esserino, il passero prese tutto il coraggio, che aveva nel suo cuore e si alzò in volo in direzione della ‘ballerina’.
Non sapeva cosa sarebbe successo, ma doveva liberarla a tutti i costi. Gli sembrò un po’ ‘scostumato’ come primo approccio verso quell’elegante ‘signorina’, ma senza voltarsi indietro per vedere dove fosse la gazza, rubò dal becco e dalle zampe di lei quell’umile ma ricco fagotto d’erba e ramoscelli. Subito dopo, piroettò nell’aria di fronte al nemico e riuscì a spostare la sua attenzione su di sé, così finalmente lasciò perdere la ‘ballerina’. Lei sembrò felice e grata di quel gesto e zampettò dolcemente più lontano, ma rimase in attesa preoccupazione per il destino di quel giovane e coraggioso ‘principe’, che era venuto così gentilmente a salvarla.
La gazza lo teneva d’occhio e si librò in volo pronta a punirlo per quel gesto affrettato e poco rispettoso, visto che gli aveva rubato la scena e la giovane preda.
Il passero si fermò stremato su un vicino albero dal tronco largo e comodo, così cercò di riprendere fiato, tenendo stretti quei cari ramoscelli, perché sarebbero stati il suo ‘trofeo’, se fosse riuscito a vincere quella corsa contro il tempo.
Si sistemò sul ramo più alto e frondoso, ma dopo qualche attimo di esitante e speranzosa attesa, il nemico riuscì ad avvistarlo e si fiondò come una freccia verso di lui.
Adesso, non c’era scampo per il passero, ma in fondo se l’era voluta e avrebbe pagato la vita per essersi mostrato così coraggioso. Laggiù in basso, la piccola ‘signorina’ lo guardava e sembrava pregare per lui, cercando una possibile via di salvezza nel suo cuore. Lui appoggiò quelle piccole e utili provviste per il nido su uno stabile angolo del ramo, lasciando così il suo ‘’trofeo’ e accettando l’improvvisa ed imminente fine della sua vita. Sperò che almeno quella dolce ‘ballerina’ un giorno lo avrebbe ricordato dentro al suo cuore.
Nei suoi pensieri disegnò il sogno di poterla rincontrare, se da qualche parte fosse esistito il paradiso, magari le avrebbe fatto da angelo custode lì nel bosco, senza che lei lo potesse vedere.
Chiuse gli occhi e attese che l’ultimo istante di vita lo venisse a prendere. Il corpicino della ‘ballerina’ stava tremando dal senso di colpa e dal dolore per una fine, che non sarebbe dovuta essere così tragica.
Poi all’improvviso un colpo assordante e sconvolgente ruppe l’armonia del bosco e in seguito lo ammutinò nel silenzio più totale.
Dopo pochi istanti un fruscio sordo e preciso cadde fra le foglie e l’erba della radura.
Gli occhi del povero passero si riaprirono, chiedendosi se la morte potesse essere così rumorosa e tremenda!
Anche la ballerina rimase quasi incosciente e terrorizzata, ma non appena realizzò il fatto, si avvicinò cautamente per vedere cosa fosse successo.
Fu allora che il piccolo passero comprese la tragica fine del nemico. Già, non era toccato a lui stavolta lasciarci le penne, ma alla quasi invincibile gazza.
Si chiese come fosse strano il mondo e come nessuno in quel vasto regno animale avesse un’eterna via d’uscita. Era una crudele catena, che si susseguiva dalla piccola alla grande preda; già, per la ‘signora ladra’ era finita tragicamente, perché anche se in lui aveva trovato una piccola ‘vincita’ da conquistare, era giunto prima un crudele cacciatore a freddarla sul tiro.
Adesso le sue maestose piume si erano accasciate silenziose e tristi tra le foglie e tutta la sua ambizione e sete di conquista erano terminate in un fugace attimo portatore di morte.
Il piccolo passero svolazzò a terra ed il suo cuore, nonostante tutto, pianse di disperazione nell’aver visto la vita terminare così all’improvviso. Nessun animale, neanche il più crudele si sarebbe meritato una tale fine, ma anche lui sapeva, come tutte le creature di quel bosco, che c’era sempre un pericolo che viveva ai confini di quel mondo fatato e apparentemente privo di ostacoli. Bastava poco per spezzare le ali di quella ‘favola’, così era arrivato quel tonfo assordante e cupo a spegnere il sorriso verde di quello straordinario regno. La vita sembrava seguire il suo corso così giovane e spensierato, ma nessuno era immune dall’arrivo di quel cacciatore. ‘L’uomo cattivo’, lo chiamavano, perché con quell’improvviso sparo di fulmine toglieva l’anima alla natura.
Adesso tutto taceva, ma il piccolo passero era sicuro, che tra non molto tutti sarebbero tornati nuovamente a vivere, ed in fondo, a lui era andata bene, perché aveva ancora il suo ‘trofeo’ lassù in cima a quell’albero, da portare alla sua meravigliosa ‘ballerina’.
La vide triste e affranta fissare quel corpo accasciato in mezzo al prato, ma le si avvicinò timidamente sorridendo con una luce strana e speranzosa nello sguardo. Ora poteva guardarla ancora meglio, così vicino a quel corpicino aggraziato e prezioso, chissà se sarebbe riuscito a conquistarla!
Aveva immaginato di farle da angelo custode, se ci avesse lasciato le penne, ma adesso era vivo e vegeto e poteva contemplarla all’infinito, se soltanto si fosse lasciata andare per un attimo.
I suoi occhi brillavano, come more lucenti sui rovi di quel pianto, che avrebbe voluto esternare di fronte all’ingrato destino del suo nemico. Oltre che una splendida creatura fuori,doveva possedere dentro di sé una straordinaria anima.
Le si accostò piano e dolcemente, mentre lei gli poggiava il capo su una spalla e sfogava tutto il suo rammarico per il pericoloso mondo, che si nascondeva là fuori.
Poi lui cercò di dissuaderla da quel triste tepore attraverso piccole beccatine sulla testa e sulle morbide piume della coda.
Il passero vedendola riprendersi poco a poco, si ricordò del suo piccolo ‘trofeo’ d’erba e di rami sull’albero,così si librò in volo per raggiungerlo. La ‘ballerina’ esitò per un attimo, ma poi si convinse, che doveva assolutamente essere grata a quel piccolo grande uccello; danzò per un lungo istante sulle abili zampe e svolazzò al suo fianco fino in cima all’albero. Lì si guardarono, lui le spinse vicino parte di quel piccolo giaciglio, che lei si era cercata con tanto amore, poi attese che la docile ‘ballerina’ sorridesse; ella balzò elegantemente fino ad alcuni rami più in basso e lì trovò un sicuro e minuscolo buco nel tronco della pianta. Il passero la raggiunse e lei cantò in modo delicato e soave, facendo battere forte il cuore di lui. Adesso, sapeva che quella tenera creatura poteva imparare ad amarlo, mentre lui l’amava già, fin dal primo momento che l’aveva vista. Lei lo invitò a condividere quella preziosa e piccola dimora, per cui entrambi avevano lottato insieme, così la ricoprirono di rami, germogli, foglie e fili d’erba. Poi, alla fine lei, avvicinandosi, gli staccò l’unica e piccola piuma bianca, che aveva in fondo alla coda, così lui le prese dolcemente con il becco una candida penna marroncina e la intrecciò alla sua in quel giaciglio perfetto, commemorando quell’unione improvvisa, dove quei due cuori avrebbero vissuto per un’umile e semplice capanna. Sì, l’unica cosa che volevano entrambi: lei, avere quel dolce compagno pieno di coraggio al risveglio di ogni mattina e lui conquistare per sempre l’amore di una ‘ballerina’.


Francesca Ghiribelli.

lunedì 28 ottobre 2013

RACCONTO CLASSIFICATOSI TERZO AL PREMIO NAZIONALE DI LETTERATURA E POESIA ATHENA SPAZIO ARTE 2013 IN OMAGGIO A MARIBRUNA TONI

Tre bottoni d’oro


Era una mattina di fresca primavera, mentre il cielo timidamente assolato si affacciava alla vita, dove la guerra, non ancora esausta, macinava le sue colpe senza sosta.

Tutto avrebbe potuto essere meraviglioso nel nascere di quella stagione, ma la violenza e gli stupidi ideali di una dittatura erano ancora presenti, come tanti soldatini accampati nelle povere anime di quel presente, quasi senza speranza.

Ero lì a passeggiare e a riflettere nell’umido chiostro del mio nascondiglio; da giorni o forse settimane mi trovavo lì senza mai far morire il desiderio, che quella guerra potesse aver fine e che me ne tornassi sana e salva in qualche angolo di mondo, dove poter vivere senza l’angoscia di dover sopravvivere.

Quante volte mi sono chiesta come avevo potuto arrivare fino lì; certamente mi avevano seguito, scoperto, tradito, ma fino a quel momento ero sempre riuscita a compiere in tempo la prima mossa come un agile topolino, che fugge dalle grinfie di uno scaltro felino.

C’erano state persone a me molto care, che avevano lottato per difendere la mia dignità e la mia origine, ma ciò che più mi addolorava era il fatto, che loro non ci fossero più a causa mia: per il mio bene erano riusciti a proteggermi, cedendo in cambio la loro meravigliosa vita, ripetendomi sempre che l’amicizia e l’affetto erano le cose più importanti, le quali la guerra ancora non era riuscita ad annientare. Già, anch’io li penso spesso e continuerò ad esser grata a loro per la vita intera, pregando che da lassù possano ancora in qualche modo vegliare e proteggere sulla mia incolumità.

Adesso mi trovavo lì, nell’accogliente chiostro della piccola chiesetta di un paese arroccato sulla montagna; nessuno sapeva veramente chi fossi, l’unica a cui avevo rivelato le mie vere origini era una giovane novizia che mi aveva aiutato a trovare rifugio in quella umile casa di Dio. Sì, ero rimasta sola al mondo, dopo aver perso i miei genitori italiani,adottivi che avevano perso la vita per amare una giovane ragazza ebrea, come me, anche se la mia origine non era totalmente semitica, perché mia madre era un’italiana pura. Avevo perso la mia famiglia da piccolissima e subito dopo venni adottata da quelle magnifiche persone, che mi avevano curato e amato fino a qualche mese prima, finché non era sopraggiunta la tragedia. Una spiata arrivata sicuramente da conoscenti aveva fatto sopraggiungere la polizia fascista, che dopo un crudele interrogatorio, a cui entrambi i coniugi si erano rifiutati, era riuscita in poco tempo ad uccidere le uniche persone, che mi erano rimaste al mondo davanti agli occhi. Non fui fortunatamente ritrovata nel nascondiglio della mia cara casa, in cui fin da piccola giocando a nascondino, mi rifugiavo senza farmi riuscire a trovare. Ed anche quella volta, anche se ero molto più grande, quel metodo era stato ancora efficace.

Adesso, però passavo le mie giornate immerse nel dolore e nell’angoscia più completa, pensando a ciò che avevo dovuto malvolentieri lasciarmi alle spalle, a come avessi potuto ancora riuscire a nascondermi e soprattutto a cosa in futuro ne sarebbe stato di me.

Quella mattina mi tornava alla mente la cara atmosfera della mia casa, l’unica e vera casa, che avevo avuto in vita mia e le dolci premure che i miei defunti protetti, mi avevano sempre regalato con amore. Per loro non esisteva la diversità, ma soltanto il forte legame che due ‘razze’ differenti potevano far nascere tra loro e la sola cosa che non avrei mai rimpianto, era quella di aver avuto la possibilità di conoscerli e amarli, nonostante la loro vita fosse stata spezzata così violentemente a causa mia.

Troppi erano i ricordi di quella mattina primaverile, così pensai, che per una volta avrei potuto coprirmi i capelli ed il volto con uno scialle un po’ sdrucito e andare a fare due passi in quello sperduto paese.

Scesi il lungo sentiero che portava a valle, dove i prati incominciavano ad essere punteggiati di variopinte infiorescenze, le quali lottavano duramente per poter schiudersi di fronte a quella guerra quasi irreale nei suoi scopi.

Le mie gambe dolevano, ormai non erano più abituate a camminare così tanto, sempre ferme e immobili nella piccola cella, assegnatami come rifugio.

Ringraziavo ogni volta Dio nel dimostrarmi quante persone ancora così buone potessero esistere su quella terra, nonostante l’odio giungesse così copiosamente ovunque.

Ma quella mattina avevo bisogno di evadere un attimo da quelle monotone e grigie mura: un giretto per svagare un po’ la mente mi avrebbe fatto bene.

Giungendo piano piano verso il paese, lungo la strada principale trovai la vecchia animosità della gente, che nonostante il dolore e la disperazione del momento, riusciva ancora a mandare avanti la giornata, svolgendo le attività, che permettevano di guadagnare quel poco per sopravvivere.

Fra le tante bancarelle e negozi, che attraevano la mia curiosità, vidi una piccola e attrezzata sartoria e guardando minuziosamente la vetrina, decisi che dopo così tanto tempo di ostentata miseria e debito risparmio, potevo almeno permettermi di comprare qualche bottone per aggiustare al meglio quella misera giacchetta di lana, almeno sufficiente a coprirmi dal freddo durante quel lungo inverno. Ero giovane e come molte altre ragazze, mi sarebbe piaciuto cambiare spesso d’abito, ma nella condizione in cui mi trovavo, non potevo permettermelo, anche se pochi bottoni non mi avrebbero certo mandato in rovina.

Mi accorsi di avere in tasca qualche moneta sufficiente per il mio angusto acquisto, ed entrai nel negozio con aria disinvolta e abbastanza allegra.

Avvicinandomi al bancone i miei occhi analizzavano meravigliati i numerosi colori che mettevano in bella mostra graziosi nastri in seta, alcuni argentei ditali,piccole ma spesse rocche di filo per cucire, dolci e soffici batuffoli di lana, ma il mio sguardo trovò finalmente una piccola scatola che metteva in mostra minuscoli, ma brillanti bottoni dorati: proprio quelli che amavo tanto osservare da piccola, quando la mia cara madre adottiva mi aveva cucito uno stupendo maglioncino rosso, rifinito in ogni asola con un luminoso bottone d’oro.

Eh si, che bei tempi erano quelli. Adesso non sarebbero tornati più ed i ricordi ancora una volta occuparono malinconicamente la mente.

‘’Mi dica, cosa desidera?’’

Mi accorsi solo in quel preciso istante, che qualcuno mi stava parlando, così alzai lo sguardo e vidi gli occhi neri di un giovane ragazzo studiare il mio volto, mentre io timidamente arrossì.

‘’Oh, vorrei qualche bottone, di questi dorati,grazie.’’

‘’Bella scelta, signorina. Quanti ne volete?Guardi, che costano un po’ di più rispetto agli altri!

Riflettei un minuto e mi rimproverai di essere sempre attratta da qualcosa, che non potevo permettermi, ma poi mi dissi che tre sarebbero bastati per aggiustare la mia giacchetta.

‘’Me ne dia tre,spero di aver abbastanza soldi con me.’’

‘’Non si preoccupi, altrimenti può ripassare per pagarmi anche in un secondo momento.’’

‘’Oh, anche se siamo di questi tempi, mi sembra un tipo molto fiducioso, ma dovrei averne a sufficienza per pagare!’’

‘’Ha ragione, ma sono fatto così. In fondo non sono così attaccato al denaro e mi metto nei panni di chi sta come me o peggio di me, in questo periodo.’’

Rimasi molto affascinata dall’umanità di quel giovane e cercando nella mia tasca, vidi che mi mancavano pochi spiccioli per poter portami a casa quei tre bottoni. Mannaggia! Se avessi potuto sarei sprofondata sotto terra, ma non potevo, quindi con un’espressione umile e triste dissi:

‘’Mi dispiace,ma le monete che ho con me non sono abbastanza, purtroppo.’’

Il ragazzo ci pensò su un attimo e poi guardando se ci fosse nessun altro dentro al negozio oltre a me, mi propose:

‘’Per questa volta farò un’eccezione, tenga i suoi bottoni, non voglio nulla.’’

Io gli sorrisi, ma con aria dispiaciuta cercai di giustificarmi.

‘’Non posso accettare, non voglio approfittarmi della vostra gentilezza.’’

‘’Mi fareste davvero felice! E poi quando mi ricapita di vedere due occhi belli come i vostri sorridere a questa vita. Siete voi che mi fate un piacere.’’

Rimasi sorpresa da quelle parole così dolci e lusinghiere e risposi:

‘’Certo, avete ragione, sicuramente non ricapiterà tanto facilmente neanche a me di trovare una persona gentile e generosa, come voi.’’

Mi presi i tre bottoni, li misi nella tasca e sorridendo lo salutai cordialmente.

Il giovane dopo un attimo, però mi seguì uscendo dal negozio.

‘’Ci avete mica ripensato? Se volete rinuncio volentieri ai bottoni e tornerò quando potrò pagarli.’’

‘’Oh, non vi preoccupate, anche se sarebbe un modo per potervi rivedere. Vi ho seguito proprio per chiedervi, se potrò nuovamente godere della vostra presenza, ma non so come fare! Oggi siete stata come il timido raggio di questa primavera, che ha fatto breccia nel mio cielo.’’

‘’Così mi lusingate, davvero! Sono molto sorpresa nel sentirvi pronunciare simili parole, anche voi siete un ragazzo dai modi così raramente cordiali da incontrare.’’

‘’Bene, allora se ci siamo incontrati, sarà forse un segno del destino,non credi? Diamoci del tu, per favore.’’

‘’Va bene, io mi chiamo Alissa.’’

‘’Pietro. Se vuoi possiamo incontrarci nella piazzetta del paese più tardi e prenderci qualcosa da bere.’’

Ci pensai su e mi dissi che non potevo farmi vedere molto in giro, ma in fondo la vita, nonostante tutto era un meraviglioso dono da saper custodire e da vivere liberamente.

‘’Sì, volentieri. Ci vediamo dopo.’’

‘’A dopo, mia dolce primavera!’’

Quell’appuntamento fu davvero speciale, erano molto tempo, che non uscivo più e non avevo una così piacevole compagnia. Nonostante la mia giovane età e la mia grande voglia di vivere, dovevo nascondermi come una vergognosa prigioniera della vita, ma in quel momento il destino mi aveva regalato un nuovo sorriso: quel ragazzo pieno di attenzioni, allegria e poesia che mi aveva fatto capire quanto poteva essere ancora bello saper amare.

Mi fissava con i suoi occhi scuri e sembrava scrutare i miei pensieri più segreti, tirando fuori il meglio che in me era ancora rimasto.

Dopo quel breve incontro in piazzetta, ogni pomeriggio uscivo per un’oretta nell’attesa di vederlo. Lui mi aspettava con trepidazione e dopo l’orario lavorativo mi portava a fare delle belle passeggiate nei grandi campi aperti, che quelle montagne ci offrivano.

Ci raccontammo tante cose l’uno dell’altra e mi sorpresi di poter rivelare così tanto su di me ad un perfetto sconosciuto, ma il mio cuore aveva bisogno di un’occasione per fidarsi ancora di qualcuno.

Gli raccontai della mia vita, delle mie origini, per cui dovevo essere una dannata prigioniera in quel mondo, che si ostinava ad agire soltanto con la violenza; magari potevo non fidarmi di un uomo di cui non sapevo molto, ma dentro di me sentivo di potermi aprire senza limiti a quella meravigliosa persona.

Dopo qualche giorno anche lui stesso tirò fuori la sua storia ed io non potei fare altro che condividere le sue ragioni, anzi lo stimavo per le sue parole.

‘’Il tuo destino è stato crudele,cara Alissa, ma sei riuscita ad arrivare qui e Dio ti ha premiato proprio per questo. La tua innocenza deve vincere l’idea di un popolo senza umiltà e dignità. Anch’io mi batto per usurpare questa terra dalle incivili barbarie dei fascisti, ma ogni volta rischio di perdere il senso di un’esistenza, che forse non ha più speranze.’’

‘’Cosa vorresti dire?’’. Pietro mi prese la mano e mi guardo dritto negli occhi, dicendo:

‘’Non posso mentire né a te né a me stesso e devo in qualche modo sfogare a qualcuno i miei tormenti; continuo a lavorare nel negozio, che mi hanno lasciato i miei poveri genitori, purtroppo uccisi dalla forza della dittatura. Mi sono salvato grazie all’aiuto di un amico, che anche adesso sostiene insieme a me le spese per il negozio. Vedi, come te, sono inseguito a vita da questo assurdo regime: tu per le tue origini e anch’io sono in serio pericolo, visto che faccio parte di un gruppo partigiano.

‘’Allora anche tu rischi ogni giorno la vita per il tuo ideale!

‘’Già, ti sembrerà stupido, perché forse penserai: – ‘Tu che potresti vivere più tranquillo, vai incontro al costante pericolo della morte, soltanto per un’idea, che forse non metterà mai le sue radici’.- Posso dirti che hai ragione, ma io e la mia famiglia abbiamo sempre creduto che nessuno può toglierci ciò, che Dio ci ha dato.’’

‘’Posso comprendere, ma vedi io non posso cancellare le mie origini, sono parte di me, non posso rinnegarle, ma a volte arrivo a pensare a quanto io sia stata sfortunata ad avere un padre ebreo. So che è ignobile da dichiarare, ma la continua corsa alla sopravvivenza e gli stenti, in cui vivo, mi fanno pensare a quanto siamo stati dannati ad appartenere ad una razza ritenuta troppo poco dignitosa per vivere.’’

‘’Ma tu, non devi parlare così. Sono sicura che la provvidenza ti aiuterà, voi ebrei non avete nessuna colpa di essere stati creati, ma il vero peccato è quello che stanno compiendo quegli assassini fascisti al fianco di Hitler!’’

‘’Lo so, che non abbiamo colpa, ma darei tutto per poter fare in modo che questo orrore finisca il prima possibile! Tu però, devi giurarmi che farai il possibile per non metterti nei guai. La vita è preziosa e non vale sprecarla per uno stupido ideale. Giuramelo, Pietro.’’

‘’Adesso che ti ho incontrato, lo giurerei volentieri, ma devi sapere, che ormai ci sono dentro fino al collo! Per adesso sono sempre riuscito bene a nascondermi, ma a volte può succedere che la gente spaventata e intimata dalla guerra possa fare qualche assurda spiata. Comunque, non posso abbandonare ciò in cui credo fermamente. Vedi, ti ho regalato questi tre bottoni, perché tu possa ricordarti di me, comunque vada. Per me questi tre piccoli puntini dorati sono ciò che Dio ci ha regalato di più prezioso: la libertà di poter vivere al meglio e come crediamo la nostra vita, poi confidare nella speranza che la fede ci possa donare un mondo migliore capace di poter rinascere dagli errori compiuti ed infine l’amore, il sentimento, con cui ho sempre portato avanti le mie idee e che mi ha fatto giungere fino a te, ripagandomi meravigliosamente.’’

Guardai quei piccoli bottoni sulla giacchetta e rimasi davvero ammirata dalla splendida umanità di quel giovane uomo, sentii le lacrime affondare sulle cime degli occhi e lo abbracciai forte a me, ringraziando il Signore di avermi dato così tanto in quel poco lasso di tempo.

Lui mi fissò e mi disse in un sussurro:

‘’So, che è presto per dirlo,ma ti amo. Sei la cosa più meravigliosa che mi sia capitata in questa guerra, io l’ho combattuta con l’amore e la mia vincita, comunque vada, sarai tu.’’

‘’Oh, Pietro. Ti amo, anch’io. Ti conosco da poco, ma sei già così tanto per me.’’

Quel giorno ci lasciammo così con quell’atmosfera romantica, che non potevamo sapere quanto potesse durare, ma in quella vita dovevamo prendere le gocce preziose, che gli istanti ci regalavano.

Furono settimane di sguardi dolci, assennate e profonde parole, in cui ci rivelammo quanto eravamo importanti l’uno per l’altra.

Ma quella guerra che ci aveva riservato per quel breve periodo una piccola favola, non riuscì ancora per molto a farci sorridere e quel poco che mi aveva dato, mi venne così tolto in pochi attimi.

Nella piazzetta di un pomeriggio assolato alcune crudeli guardie fasciste catturarono una banda di uomini ed io che mi trovavo a pochi metri di distanza, aspettando che Pietro uscisse dal lavoro, mi accorsi con estremo orrore, che la vetrina del suo negozio era stata ridotta in frantumi,poi con una morsa al petto fra gli occhi di quegli sconosciuti riconobbi quelli scuri e familiari di un uomo, che in così poco tempo mi aveva dato anima e cuore. Forse era stata una stupida spiata a farlo catturare, ma in quel momento non c’era tempo per rimpianti, ripensamenti o banali parole di riflessione. Era quello sguardo così triste, ma fiero che in lontananza si era accorto della mia presenza e che si dimenava per poter sfuggire anche all’ultimo secondo da un destino, il quale ormai sapeva da tempo fosse scritto per lui.

Io fra le lacrime lo chiamai invano e lui voltandosi con quei suoi occhi infinitamente grandi, trovò la forza di sorridere e urlarmi disperatamente:

‘’Ricordati ciò che ti ho detto e lotta sempre per ciò in cui credi. Io l’ho fatto e ringrazio il destino che mi ha regalato te, anche se per così poco tempo. Ti amo, addio.’’

Corsi fra le lacrime per raggiungerlo e stringergli per un’ultima volta la mano, mentre lui stesso e le guardie mi facevano cenno di allontanarmi.

Gli gridai con tutto il cuore:

‘’Ti amo anch’io, non ti dimenticherò mai.’’

Quelle furono le ultime parole che avrei potuto dirgli, mentre il suo destino si compiva, restando indelebile nel mio cuore.

Adesso sono qui che riscrivendo nel mio diario il mio primo ed unico amore, ancora mi commuovo, perché Pietro è sempre rimasto dentro di me ed ancora oggi, nonostante il tempo sia trascorso, è sempre vivo nella mia mente il suo dolce ricordo.

I dolori che la vita mi aveva dato erano già stati troppi, ma da quel giorno la vera Alissa scomparve per sempre ed il senso della mia vita non è stato più lo stesso. Un’unica cosa l’ho sempre riscontrata vera e su questo Pietro aveva ragione. Ho seguito il suo consiglio e soltanto vivendo attraverso la libertà, l’amore e la speranza rappresentate da quei tre piccoli bottoni dorati, che ancora porto con me, ho potuto vincere la mia guerra. Certo, lo so, io sono ancora qui su questa terra, perché Dio mi ha donato la sua misericordia, salvandomi, ma anche la presenza di Pietro non è mai scomparsa. Lui è sempre rimasto vicino a me con il suo immenso amore per la vita.



Francesca Ghiribelli.

domenica 27 ottobre 2013

NUOVO PREMIO PER 'UN'ALTALENA DI EMOZIONI'

Un GRAZIE di cuore a Miriam Mastrovito
e al suo blog che mi ha assegnato questo premio
http://il-flauto-di-pan.blogspot.it/


Ecco alcune piccole regole che il blog premiato deve seguire:
-Mostrare il logo dell'Award nel proprio blog; -Ringraziare il blogger che ti ha nominato e inserire il link del suo blog; -Nominare altri quindici blog; -Mettere il link dei tuoi nominati nel post e informali del premio con un commento; -Scrivere sette cose su di te


Ecco i blog che abbiamo scelto di premiare :
1)Romance e non solo
2)Reading is believing
3)La tana di una booklover
4)Il portale segreto
5)I miei sogni tra le pagine
6)Ombre angeliche
7)La Fenice Book
8)Il piacere della lettura
9)Sweety Readers
10)The secret Door
11)Il magico mondo delle mie passioni
12)Il pozzo dei sussurri
13)Il castello tra le Nuvole
14)Narcolettori Buonanotte Sognatori
15)Coffee and books girl


Sette cose su di me
1)Eterna sognatrice
2)Super romantica
3)Testarda
4)Adoro leggere e scrivere
5)Amo il verde
6)Poetica
7)Mi piace curare le mie unghie


lunedì 21 ottobre 2013

"CHANEL NON FA SCARPETTE DI CRISTALLO" DI BARBARA FIORIO



Non conoscevo l’autrice, ma la dolcissima cover del libro e il titolo mi hanno incuriosito da subito.

Da eterna sognatrice e vera romantica, consiglio questa lettura non solo a chi ama da sempre le fiabe che i genitori ci raccontano da quando siamo bambini, ma anche a chi nonostante l’amara realtà di tutti i giorni, combatte senza arrendersi mai per i propri sogni coltivando la sana speranza che l’impossibile si possa avverare.

Ci sono tre protagoniste (Maddalena, Beatrice e Penelope) che calzano a pennello le vesti di tre ‘cenerentole’ dei nostri tempi, da sempre amiche e altruiste l’una nei confronti dell’altra,le quali sembrano incontrare i loro principi azzurri.

Ma saranno davvero le persone giuste? O chissà magari come accade sempre, saranno soltanto dei comuni rospi travestiti da principi?

Ovviamente non voglio svelare niente sulla trama, perché sta a voi scoprire passo dopo passo l’incalzante scioltezza e scorrevolezza di questa autrice, che farà sentire tutte coloro che leggeranno questo romanzo principesse di una favola moderna.

L’unico punto interrogativo sarà scoprire se alla fine riuscirà a trionfare la vena fiabesca o la realtà di tutti giorni?

Tutte noi vorrebbero che si avverasse la prima opzione, ma chissà che davvero le due possibilità non possano veramente convivere insieme prima o poi.

Una lettura davvero dolce, sognante e realisticamente eterea.



Francesca Ghiribelli.

domenica 20 ottobre 2013

The Secret Door: "Kelp - Il mare nasconde un segreto" di Francesca ...

 
GRAZIE A MONIA IORI PER AVERMI DEDICATO QUESTO PICCOLO GRANDE SPAZIO SUL SUO MERAVIGLIOSO BLOG CHE SEGUO DA TEMPO E CHE E' SEMPRE PIU' RICCO DI NOVITA' http://moniaiori-thesecretdoor.blogspot.it/
 
Buona domenica lettori del blog! In questa giornata un po' nebbiosa voglio fare una segnalazione un po' speciale ^-^.
Come molti di voi sapranno, è stato indetto da qualche tempo il concorso Giunti Shift. Io so di cosa si tratta a grandi linee, quindi se volete saperne di più vi consiglio di andare sul sito dedicato all'iniziativa (->qui), ma alcune brave autrici che conosco sono in gara con i loro racconti e mi fa piacere parlarvene.
Kelp - Il mare nasconde un segreto



Francesca Ghiribelli è una giovane scrittrice e poetessa che ho avuto modo di conoscere qualche tempo fa (qui la mia intervista, se volete saperne di più). La sua raccolta di poesie "Un'altalena di emozioni" (qui la mia segnalazione), che è stata pubblicata da La Bancarella Editrice e ha ricevuto la menzione d'onore alla III° Edizione del Premio Nazionale di Poesia "Maribruna Toni", si compone di versi estremamente delicati e genuini. Ora ha deciso di partecipare al concorso indetto dalla Giunti con il suo romanzo fantasy "Kelp - Il mare nasconde un segreto", già finalista al concorso I-fantasy della Fazi, e di regalarci una storia evocativa e semplice che si adatta perfettamente ad un pubblico giovane e in cerca di un racconto dal sapore acquatico. Il romanzo, infatti, narra la storia di Telli, una ragazza adolescente dalla personalità e dalle caratteristiche fisiche un po' particolari che si è sempre sentita fuori posto nel mondo e ha sempre avuto una grande passione per il mare. Anche se lei ne è inconsapevole, è da lì che proviene e ora il mare la rivendica perché lei è la Prescelta e il destino dei Koti, una millenaria razza di creature marine, dipende da lei.

Sul sito Giunti Shift potete trovare una breve sinossi del romanzo e le prime 50 pagine da leggere. Se vi piace la storia, mi raccomando, votate "Kelp - Il mare nasconde un segreto"! 
 

sabato 19 ottobre 2013

Recensione: Il Marchio di Damian di Marta Palazzesi




Titolo: il Marchio di Damian
Autore: Marta Palazzesi
Editore: Giunti Y
Saga: La casa dei demoni
Pagine: 127

Il secondo libro "Il Sogno dell'Incubo" è in libreria dal 9 ottobre, ma già dal 25 settembre Giunti Y ha dato la possibilità a tutti i lettori di Marta Palazzesi di scaricare gratuitamente il prequel "Il Marchio di Damian", in modo da avere chiarimenti su questo meraviglioso personaggio, che ha incuriosito tanti lettori tramite il primo libro della saga ‘Il bacio della morte’’.

Prequel di "Il bacio della Morte" è in download gratuito su questo link


http://www.giuntistore.it/customer/help.php?section=il_marchio_di_damian

Trama

"Damian sa di non essere un ragazzino come tutti gli altri. I suoi poteri sono unici, la sua natura di Succubo rara. Cieco e sordo a sguardi e mormorii di adulti e compagni, desidera solo l’amore dei genitori, tanto da seguirli senza esitare nelle profondità del Mondo Sotterraneo. Per difendersi dall’orrore e dalla crudeltà che lo circondano, negli anni il ragazzo si costruisce una corazza di fredda indifferenza, pronto ad accettare qualunque compromesso pur di tenere al sicuro i genitori. Ma quando conoscerà Julia, una giovane e fragile umana, qualcosa inizierà a incrinarsi".

Recensione

Diciamo che devo leggere tutta la saga ed ho cominciato con questo breve ma intenso prequel, in modo da avere un quadro più approfondito della storia in sé.
Già da questa piccola novella che apre i battenti alla saga ‘La casa dei demoni’, sono rimasta affascinata e sorpresa positivamente dalla bravura dell’autrice.
La sua penna è innovativa e davvero coraggiosa, perché la narrazione comincia con Damian, bambino di 12 anni, che a costo di difendere il suo amore incondizionato per i genitori decide di vivere nel Mondo Sotterraneo.
L’invenzione di questo popolo sconosciuto e tanto temuto di nome Azura, potenti demoni in continuo antagonismo con la razza umana.
Essi hanno lunghe e affilate unghie, con cui uccidono gli umani che rapiscono e portano nel loro mondo per ucciderli e succhiare loro ogni minuscola goccia di anima.
Devo dire che la scrittrice ha avuto davvero una superba fantasia delineata da quella curiosa linea dark e gotica che non guasta mai.
Marta Palazzesi già da questo piccolo prequel sembra esser riuscita a creare un nuovo ‘Inferno’ senza decadere in similari descrizioni o ambientazioni possibilmente ritrovabili in altri libri.
Davvero enigmatico il personaggio di Damian, un cuore coraggioso e al contempo tenebroso, ma che nonostante il grande amore provato per la sua famiglia, mostra una specie di strano e improvviso buonismo nei confronti di un’umana, Julia. La ragazza che sua madre gli avrebbe donato come regalo per il suo ventiduesimo compleanno. E proprio dal suo comportamento verso Julia si capirà che Damian infatti non sia un vero Azura, ma che dentro alla sua anima ci sia qualcosa di piu’umano o almeno di altruista, rispetto alla crudele potenza del Mondo Sotterraneo.
E alla fine di questa novella il cuore del protagonista cercherà di ribellarsi alle regole ferree del mondo dei demoni, al quale capirà fin dall’inizio di non riuscire ad appartenere.
Non vedo l’ora di leggere i prossimi due capitoli per conoscere fino in fondo Damian e gli altri personaggi della storia.

Francesca Ghiribelli.

mercoledì 16 ottobre 2013

RECENSIONE: Caccia alle fate di Kiersten White



Titolo: Caccia alle fate
Titolo originale: Supernaturally
Autore: Kiersten White
Editore: Giunti Y
Data di uscita: 25 Luglio 2012
Pagine: 432
Prezzo: € 12.00

Trama
E' difficile avere una vita normale quando si ha il dono di riconoscere gli esseri sovrannaturali al primo sguardo. Ma Evie, dopo tante bizzarre avventure, vuole provare a vivere davvero come ogni ragazza della sua età. Questa nuova esperienza però si rivela da subito noiosissima e così, quando l’Agenzia Internazionale per il Contenimento del Paranormale le offre di tornare a lavorare, Evie coglie l’occasione al volo. Ma dopo una serie di missioni disastrose, non è più sicura di aver fatto la scelta giusta. A sciogliere ogni dubbio e a scombussolare il suo cuore tormentato arriva Reth, che riappare dal nulla in tutta la sua sfavillante bellezza fatata. Il suo ex, perfido e insidioso, è tornato per portarle devastanti rivelazioni sul suo passato e l’inquietante notizia di un’imminente battaglia fra le corti delle fate. Una guerra che può far precipitare nel caos l’intero mondo del sovrannaturale, e in cui Evie sembra avere un ruolo fondamentale: lei è davvero troppo speciale per essere normale.

Recensione

Diciamo che ho trovato questo secondo capitolo molto più interessante del primo, visto che il precedente sembrava leggermente dispersivo e dava poco approfondimento alle radici della trama.
Eravamo rimasti alla storia d’amore fra Evie e Preston, un mutaforma (liberato dalla prigionia dell’AICP) che non sa ancora di essere immortale, visto che la ragazza non ha il coraggio di rivelargli la verità per paura di perderlo.
Nel corso della storia il loro rapporto dovrà superare molti alti e bassi ed Evie si accorgerà che l’essersi allontanata dal Centro per il Contenimento del Paranormale per avere una vita da umana, non è stata l’idea giusta.
Da sempre aveva sognato di andare a scuola, di avere un armadietto tutto suo, di poter andare ad una festa, ma si accorge piano piano di non essere felice della vita che svolge.
I dubbi la assalgono durante i ripetuti sogni-incubi in cui la defunta Vivian le appare facendole capire che il suo vero mondo alla fine è l’AICP.
Farà di tutto per essere ammessa al prestigioso College della Georgetown in modo da stare più vicina a Preston, ma la tentazione di tornare nuovamente a lavorare per il Paranormale si presenta con il ritorno di Raquel, colei che per lei rappresenta l’unica vera madre mai avuta.
Così in attesa di comprendere la sua vera strada, torna a lavorare in segreto per l’AICP all’insaputa di Preston.
Stavolta ci saranno anche nuovissime e strampalate figure mostruose come le silfidi, i nek, una curiosa fata della foresta e i troll.
Ci saranno anche molti personaggi secondari come Arianna, un vampiro che fa da coinquilina ad Evie, la quale per amore di Preston lavorerà alla tavola calda e cercherà di condurre una vita in mezzo ai numerosi paranormali tratti in salvo dal suo amato fidanzato e dal padre del ragazzo.
Ma non è una vita fatta per lei, perché dentro di sé sente un certo affetto per il rischio e un’esistenza lontana dall’AICP non è possibile.
Il particolare più carino di questa saga è che a differenza di molte altre storie l’autrice cerca di mettere in risalto sotto una chiave ironica e quasi ‘comica’ la goffaggine di Evie. Non la inquadra come l’infallibile supereroina nei combattimenti contro i paranormali, ma alla fine la protagonista se la cava sempre con l’arrivo di qualcuno in sua salvezza, ad esempio ci sarà ancora il ritorno di Reth, il suo ex fidanzato fata. Evie dubiterà ancora di lui, ma la verità alla fine sarà un’altra e altrettanto sorprendente.
Nonostante sia una trama non ricca di colpi di scena, ma divertente e tranquilla, la scrittrice ha reso simpatica e familiare la protagonista, visto che la fa apparire sempre più simile agli umani con i loro pregi e i loro difetti.
Ma lei è una Figlia del Vuoto, ed ecco che in questo secondo capitolo si capisce qualcosa in più sulla sua vera natura, verranno fuori le radici del passato di Evie e un possibile padre ancora esistente.
L’arrivo di un nuovo personaggio di nome Jack, cresciuto dalle fate e mandato ad affiancare Evie nelle sue missioni renderà alla fine l’epilogo di questo capitolo molto interessante.
Diciamo che ho trovato molto bizzarro l’unico bacio tra lui e la protagonista, ma sono queste improvvise scene ‘fuori onda’ che rendono lo stile della White davvero ‘paranormale’.
Non voglio svelarvi oltre, ma Evie resterà in parte molto delusa dalla verità che verrà a scoprire sulle sue origini e capirà che lei e Vivian, sono due Figlie Del Vuoto create per succhiare le anime dei paranormali e acquietare l’antico antagonismo fra la corte delle fate buone e quella delle fate cattive.
Devo dire che in attesa di concludere la saga, il finale della storia d’amore con Preston e quello della storia vera e propria mi ha lasciato delusa, avrei creduto finisse in modo più sorprendente.
Comunque tanto di cappello all’autrice dei romanzi più strani e bizzarri che esistano.

Francesca Ghiribelli

mercoledì 2 ottobre 2013

PREMIO NAZIONALE LA LUNA E IL DRAGO-V EDIZIONE 2013

LA POESIA DELL’AUTRICE 'LA DANZA DELL'ADDIO' E' STATA SELEZIONATA DAL PREMIO NAZIONALE LA LUNA E IL DRAGO - V EDIZIONE 2013 PER FAR PARTE DELL’ ANTOLOGIA DAL TITOLO 'IL VIAGGIO' CHE POTETE TROVARE SU ILMIOLIBRO.IT

http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=1030097



LA DANZA DELL'ADDIO



Come un fossile abbandonato
ai secoli della sua spiaggia
la mia mente viaggia;
sfiora il peltro stordito della pioggia
che i miei capelli son diventati,
fibra dormiente
fra gli istanti che il cielo concede.
Possiedo soltanto me stessa
su questa grande terra,
forse madre di nessuno
e invecchio delle lacrime
che le stelle inventano per me.
Ed io cosa ho da dare a loro?
Io che non sveglio il sole
e lui che non desta me
dalle infinite nuvole
su cui volo d’eternità...
…non fuggo dagli sprazzi di notte
che la luna mi regala.
Lei è come l’aurora dei miei giorni,
perché alle narici ha donato il soffio
di un respiro privato al vento
per farmi rivivere sospesa
tra l’essere e il durante
di una vita trasformata
nella danza dell’addio.


FRANCESCA GHIRIBELLI