sabato 1 giugno 2013

‘Tu sarai leghista! Leghista sarai tu!’

Recensione di ‘Tu sarai leghista!
Leghista sarai tu!’
di Davide Lovat e di Antonio Gesualdi





Non amo i saggi, in particolare quelli di politica, perché penso semplicemente che espongano dietro ipocrite vedute il loro personale giudizio di parte.
Ma devo dire che questo libro, nonostante riporti passi di storia sociale, filosofica, a volte anche religiosa, ma soprattutto politicante, possa veramente tornare utile, scorrevole e in parte giusto nel suo relativo giudizio.
Dobbiamo iniziare la sua lettura ponendoci una domanda, la più importante, ‘Chi è il leghista oggi? O meglio chi vorremmo che fosse il vero leghista di oggi?’.
Sì, perché nonostante l’acceso e diretto dibattito fra i due autori, Davide Lovat, leghista, e l’altro, Antonio Gesualdi, non leghista, alla fine ci possiamo soltanto guardare dentro e aspettare che la nostra società evolva e ci ponga la fatidica domanda di come vorremmo riporre nella figura del leghista, l’importante figura del salvatore della nostra ‘comunità’.
Certo, per il leghista sono importanti il concetto di ‘persona’ e la parola ‘cristiano, mentre l’altro osa parlare spesso di sentimenti razzisti e xenofobi, di ignoranza perdurata negli anni e nei secoli nelle vene della Lega.
Ma alla fine dopo deliranti attriti su opposte teorie di grandi economisti, su filosofeggianti e ardue conquiste di pensiero, opinioni diverse su ciò che più ha colpito in modo incancellabile la nostra società, come i grandi conflitti mondiali, ci si sofferma invece su ciò che dovrebbe unire laici e cristiani.
Ed è proprio lì che arrivano i passi più salienti per concludere un importante e valido dibattito di mondo. Il concetto di ‘comunità’, una parola fatta di un sacro significato, da cui ci siamo sempre allontanati e anche da cui ancora adesso ci stiamo allontanando.
L’unico punto cruciale su cui entrambi gli autori di questo saggio sembrano abbandonare le armi della parola e trovare un armistizio. Una comunità che va creata senza che il leghista vada per forza dietro ad un urlatore da strapazzo e il non leghista proponga un’idea autoctona di federalismo sempre più lontano dalla Lega di oggi e di ieri.
No, comunque la verità sta nel giudicare qualsiasi rivoluzione che venga fatta per cambiare la nostra economia e la nostra società, come un modo meschino per dividere sempre gli animi, mentre l’oligarchia o anche soltanto il popolo finiranno a pensare ognuno per i propri interessi senza creare la forte ‘comunità’ tanto sognata.
Ormai siamo sempre più in declino, consumiamo più di quello che produciamo, finendo veramente a divenire governati soltanto da ipocrisia e falso perbenismo. Un luogo in cui i figli degli immigrati ci faranno da badanti, restando anche loro abbandonati dai figli stessi, quando il nostro debito ci metterà in ginocchio e pure gli stranieri dovranno fuggire altrove.
Su questo concordo con Antonio Gesualdi, sono parole crude che sembrano non vedere la luce di una possibile speranza, ma in fondo in una visione realista la crisi economica, politica e sociale ci fa vedere questo. Poi apprezzo l’affermazione del leghista Lovat: lui non si sente il leghista legato a Bossi o a qualsiasi altro ‘portantino’ di pensiero, ma vede il leghista come un ottimista e fiducioso cittadino che attraverso la propria fede cristiana deve cercare il ‘bello’, anche dove non c’è.
Sì, un filosofo portante la speranza per i giovani e per coloro che cercheranno il conforto di una cultura per trasmetterla alle future generazioni.
Dobbiamo credere in noi, nel nostro coraggio e nella dignità di una semplicità che può esistere nel cuore e nell’anima di ogni comune cittadino, senza andare rifugiare la nostra fiducia in chi si crede intellettualmente superiore.
La vera sapienza è saper riconoscere i propri limiti riuscendo a usare al meglio il proprio talento in modo da metterlo a servizio di tutti.
Non dobbiamo essere un popolo nichilista, non dobbiamo ‘suicidare’ le nostre menti e la nostra libertà di parola.
Dobbiamo lottare per la vita e se non ci riusciremo, non importa.
L’essenziale è aver combattuto fino all’ultimo istante.
Una valida lettura molto diversa da quelle per i soliti lettori sognatori, qui si sogna ad occhi aperti sulle ali della realtà cercando un modo di vivere migliore.

Francesca Ghiribelli.

Nessun commento:

Posta un commento