sabato 29 giugno 2013

Recensione di ‘’Anima Divelta’’ di Maria Lucci Libro di poesie




Sono più un’assidua lettrice di narrativa, mentre la poesia da sempre preferisco molto più scriverla, anziché leggerla, ma devo dire che questo libro insieme ad altre eccezioni mi ha portato nuovamente a immergermi dentro ad un mondo poetico pervaso da un tema singolare, all’apparenza sgretolato e inciso dal dolore, ma che in fondo porta rinascita e cambiamento interiore.
Uno stile in un certo senso fugace, in cui crollano le parti della certezza del vivere, ma proprio al confine tra crisi e dubbi, vi nasce una nuova ombra.
Un’ombra piena di verità nostalgica e divelta consapevolezza, che diventerà nuova e importante luce per affrontare ogni giorno quasi come se fosse l’ultimo.
Termini comuni intrecciati ad altri più aulici e complessi che trasformano questo nuovo, ma al contempo antico poetare, in una primavera dell’anima.
Le foglie dell’autunno e la neve perenne dell’inverno si spogliano di ieri per ricordare e amare comunque di un valoroso passato il presente.
Un libro pieno di emozioni, quasi un ‘diario di bordo’, riscoperto tra gli anfratti perenni della vita fino a trasformarsi in sublime e caparbia voglia di rinascere attraverso l’animo sanguigno e puro dell’autrice.
Nella sua scrittura trasudano molto i suoi studi classici, ma sono sicura che è riuscita e riuscirà ugualmente ad entrare nel cuore di tutti: perché la semplicità dell’amore e l’angolo del sentimento sono accessibili ad ognuno di noi, anche ai cuori più impavidi.
Ho amato tutte le poesie di questa raccolta, ma la più bella rimane ‘Disincanto’:
‘‘Frugo/tra la paretaria/per rapire/ tra i cunicoli della luce/il gusto impalpabile della rivelazione.
Giorni accentati dall’ebbrezza/lussuriosa innocenza/in sella/alla zattera scintillante dei sogni./
Arenata,oggi,/nel digiuno presentito del disincanto.’’

Francesca Ghiribelli.

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