domenica 21 ottobre 2012

PARTECIPO CON UN MIO RACCONTO AL 'GIVEAWAY FANTASY LIVE'





link del blog dell'autrice PER COMMENTARE IL MIO RACCONTO!
http://maddalenacioce.blogspot.it/2012/10/unamicizia-senza-tempo-di-francesca.html



Il Giveaway "Fantasy Live" è un'iniziativa esclusiva che parte dal Fantasy Blog dell'autrice Maddalena Cioce per tutti gli amanti ed estimatori del genere letterario più creativo che esista, offrendo la possibilità di vincere una copia gratuita del romanzo "Forgotten Times - la Redenzione dei Dannati" (Amazon) della stessa autrice con la sua dedica.


“Un’amicizia senza tempo” (Fantastory di Francesca Ghiribelli).

Era una notte davvero buia e sinistra battuta da un vento freddo e gelido, che sferzava silenziosamente i bei capelli corvini di Lucy. Ogni piccolo ed impercettibile rumore notturno si poteva udire in quel silenzio di tomba; già, lì di tombe secolari e abbandonate ve ne erano tante nell’antico cimitero di Dunfermline, in cui riposavano in pace tutti i più illustri monarchi scozzesi. La bambina era sempre andata a caccia insieme a sua madre, suo padre ed il suo fratellino, ma purtroppo poche notti prima la sua famiglia era stata uccisa da una banda malfamata e violenta di vampiri, che abitava a nord del vecchio cimitero. In quel momento, si trovava lì in attesa soltanto di un improvviso rumore per lanciarsi alla ricerca di qualcosa che placasse il suo languore.
Sì, vi viveva ormai da secoli, perché era il famoso luogo di sepoltura delle più aristocratiche monarchie scozzesi, di cui anche lei e la famiglia facevano parte. Già, era la figlia di Arold III Lancaster, re di Arran. Suo padre le aveva spiegato l’intera storia della loro origine e soprattutto in che modo erano diventati dei ‘succhiasangue’.
I Lancaster erano vampiri buoni ma, purtroppo, i temibili avversari, fin da quando erano ancora in vita, avevano promesso di vendicare in ogni modo la sconfitta che avevano subito a causa loro. Anch’essi  erano una stirpe scozzese di alto lignaggio che portava il nome di Duster: molti secoli fa al momento della spartizione delle terre da dominare, solo i Lancaster erano riusciti  ad impadronirsi della meravigliosa isola di Arran, che però apparteneva per discendenza a loro.
Per questo i Duster promisero guerra alla casata nemica e da quel momento l’odio era andato oltre la morte. Quando entrambe le famiglie si ritrovarono nell’aldilà, i Duster come sempre pieni di sete per una vendetta che non trovava pace, divennero spietati vampiri ed infine trasformarono in sinistre creature della notte anche i poveri Lancaster.
Ora quel triste cimitero era popolato a sud dai vampiri buoni, come Lucy, mentre nella parte nord vivevano i Duster insieme a molti altri loro seguaci. Già, la bambina da molto tempo ormai, viveva la sua vita da ‘non-morta’. Sì, anche se era un vampiro, aveva pur sempre un’anima ed un cuore da difendere. All’improvviso udì un flebile pigolio e dopo qualche minuto notò in un piccolo incavo di un’acacia, ornata da delicati fiori di caprifoglio, una spumosa palla di piume color grigio piombo.
Era andata proprio lì per cacciare qualcosa e alla fine aveva trovato solo un piccolo cucciolo di civetta abbandonato nel bosco.
La bambina aveva una fame da lupi e a volte si cibava anche di piccoli volatili notturni se la notte non proponeva di meglio, ma vedendo quel piccolo ‘pulcino’ così innocente ed indifeso, non poteva certo ucciderlo! D’altronde era rimasto solo, come lei. La guardava spaventato con quei grandi occhioni vitrei e quel minuscolo collo che girava straordinariamente veloce su se stesso. Osservando meglio il volatile notò che aveva una delle due piccole ali ferita, quindi decise che fosse doveroso portarla al riparo. La bambina la prese tra le mani, la coprì dal forte vento grazie ai lunghi lembi del suo abito nero e si diresse verso la sua cripta. Accese delle candele di fronte al giaciglio in cui si coricava e vi sistemò lì vicino anche un piccolo ma caldo batuffolo di foglie ed erba, dove vi posò il piccolo amico.
Poi, anche se lei era tornata a casa a stomaco vuoto, per strada aveva raccolto dei piccoli vermi, che per il momento sarebbero stati più che sufficienti per sfamare il cucciolo.
Passarono giorni di cure piene di infinita dedizione da parte di Lucy: l’ala dell’animale tornò in poco tempo come nuova, così che il volatile imparò a cacciare da solo, grazie ai preziosi insegnamenti della bambina. Da quel minuscolo batuffolo di piume che sembrava un peluche, l’animale in pochi mesi divenne un bellissimo esemplare con occhi splendidamente lucenti e vivi, un piumaggio morbido e folto color grigio perla ed un’apertura alare spettacolare.
Lucy era fiera di aver al fianco un animale così stupendo per amico, che battezzò con il nome di Brisby. Anche la tenera civetta era felice di poter vivere al fianco di quella bambina così adorabile e generosa, ma soprattutto ciò che le accomunava era la consapevolezza di essere due magnifiche creature del buio, le quali si sentivano ancora più unite nel momento della caccia notturna.
L’una dava all’altra piccoli ma decisivi segnali per poter catturare voluttuose e avvenenti prede. Poi si mettevano d’accordo sul punto di ritrovo e in disparte spartivano la loro cena spinte dallo stesso avido appetito. Lucy grazie a Brisby era riuscita a dimenticare o perlomeno mettere da parte la preoccupazione che i Duster potessero trovarla o venirla a cercare. A volte, però, il destino può essere imprevedibile e quando tutto sembra finalmente risolto, ecco che improvvisamente va in frantumi. Una di quelle notti, mentre entrambe se ne stavano tranquille a consumare il loro pasto, un improvviso fruscio fra la vegetazione le allarmò. Così quando di fronte a loro comparve la famiglia Duster, Lucy non seppe più cosa fare.
 La banda di vampiri si avvicinò nella loro direzione ed il capofamiglia disse in tono viscido alla bambina: ‘Bene, vedo che nel frattempo ti sei fatta per amico quello stupido uccello! Pensavi forse che ti avremmo risparmiato? La promessa dei Duster mantiene sempre la sua parola, perché anche tu devi pagare per ciò che ci è stato tolto ingiustamente durante il nostro regno!’.
Lucy, ora per niente intimorita, rispose con disprezzo:
‘Solo mio padre ed il titolo che la mia famiglia porta fin dai tempi del suo impero, ha potuto godere di infinito rispetto e dignità, al contrario vostro, che avete soltanto saputo approfittarvi del potere con le sole armi della vendetta e dell’odio!’.
A quel punto l’intera famiglia Duster si fiondò verso Lucy. Appena Brisby capì le loro intenzioni, si catapultò con il suo becco ruvido e pungente verso le loro teste procurandogli rapidamente delle grosse ferite. Nella confusione, però, i Duster riuscirono ad afferrare la coraggiosa civetta con l’intenzione di colpirla a morte. Lucy non avrebbe mai permesso che facessero del male anche a lei, così contribuì a difenderla con un pezzo di robusto e solido tronco d’albero.
La figlia dei Duster venne colpita alle spalle da Lucy in modo molto violento, così cadde a terra con un pesante tonfo. I genitori, però, erano veramente tosti da eliminare. La bambina si avvicinò all’uomo furtivamente ed infine con successivi ed intensi colpi di bastone, riuscì con la destrezza, che il suo piccolo corpo le offriva, a farlo cadere a terra quasi privo di sensi. Sembrava quasi finita, ma Lucy voltandosi vide inorridita la moglie colpire la sua piccola e fedele amica, facendola precipitare a terra quasi esanime.
La bambina gridò vendetta e si gettò sulla donna assalendola profondamente al collo, dopo averle inferto diversi colpi con il pezzo di tronco.
Una forza nascosta le diede tutto quel coraggio e quella forza d’animo, che quasi non si accorse che sotto di lei il corpo della donna scomparve all’improvviso in un forte cumulo di polvere sparsa dal vento. E qualche secondo dopo scomparvero alla sua vista nello stesso modo anche quello della figlia e del consorte. Già, un vampiro attaccando un altro suo simile non poteva far altro che ucciderlo, perché un ‘non-morto’ poteva solo nutrirsi di sangue animale o di sangue umano.
Ora, però, corse dalla sua cara Brisby, che a fatica aprì gli occhi voltandosi verso la bambina, la quale la circondò di carezze, con gli occhi a loro volta bagnati da lacrime piene del senso di colpa che provava per averla messa in mezzo a quella storia, di cui non faceva parte. Già, l’aveva messa in pericolo senza nessun motivo ed ora rischiava perfino di perderla. Il piccolo petto della civetta ansimava a stento ed era troppo tardi per trasportarla al riparo dandole le dovute cure.
L’unica cosa era quella di riuscire a regalarle in quegli ultimi sospiri di vita il dono di poter vivere per sempre, come lei, in modo da non poter affrontare mai il triste addio, che era per tutti il caro prezzo da pagare alla morte. Ormai sapeva di non poter salvare in altri modi la sua cara Brisby, così prese alcune gocce del suo sangue e le avvicinò al becco dell’animale, che dopo alcuni attimi spinto dalla sua vera natura di rapace notturno, iniziò avidamente a nutrirsi.
Poi, come prevedeva un vero patto di sangue, Lucy prese piccole gocce dalle ferite inferte al volatile e se ne nutrì. Gìà, perché come aveva finalmente capito dall’uccisione dei Duster: un vampiro non era solo un sinistro e crudele individuo nato solo per disseminare odio e terrore, ma anche una creatura magica, che poteva donare grazie alla propria generosità l’elisir della vita eterna.
Sì, questo era il suo regalo per Brisby. All’improvviso la civetta si rianimò e aprì di nuovo gli occhi lucenti, in cui Lucy lesse infinita gratitudine. Era così bello riaverla con sé e fu felice di rivederla alzarsi e cominciare a muoversi agile e scattante come un tempo. Si promisero con un solo sguardo di vivere unite la loro inestimabile amicizia. Se prima erano inseparabili, ora l’una era come se fosse la parte complementare dell’altra. Entrambe sapevano che la notte le aveva fatte incontrare regalando loro quell’amicizia senza tempo, che non le avrebbe mai più divise.
(Francesca Ghiribelli).

Nessun commento:

Posta un commento