martedì 14 giugno 2011

FRA LE PAGINE DI UN SOGNO


 RUBRICA DI LIBERAILLIBRO.COM ''LA VOCE DELL'ANIMA''



Fuori piove. Sugli immobili attimi di un pensiero bagni il cuore di desiderio; innamorando l’anima di un istante prezioso, come la miniera della vita, custodisci l’oro più bello in questa briciola di universo.
Quante mani aggrappate al pianto di una lacrima abbandonata sulla riva del perdono, hanno graffiato di ricordi l’immenso amore di questa esistenza; abbiamo cercato l’inconsapevole senso di una memoria trafitta dagli sbagli, per poi farla rinascere fra i petali di un nuovo fiore, chiamato speranza.
Silenziosi sguardi hanno fatto tremare di emozione lo sfuggevole respiro di un bacio appena accennato: quante labbra hanno soltanto sognato ciò, in cui l’orgoglio ha navigato nel piccolo grande angolo di un mare, chiamato cuore.
Dubbi hanno nascosto fra gli scaffali impolverati di un rimpianto, le tenere voglie di quell’anima rimasta ancora bambina, che è lì sempre in attesa di essere scovata dal primo sorriso di una notte d’estate.
Gli occhi verdi di un lago, che ci sussurra di far ritorno nel luogo degli amanti, mentre la familiarità della vita ci imprigiona nel docile abbraccio di una chimera.
Ti ho vissuto amando il profumato e celestiale sentimento, con cui il tempo brucia il nostro tormento.
Ho sentito la tua voce, sperduto mondo, mentre tu mi hai trovato ancora prima che io sapessi della tua esistenza; vagando fra le prime ciglia di un sole appena sorto, ho immaginato la vivace corolla di margherite mai colte sull’impervio sentiero di un libro, il quale ho scritto fra le pagine di un sogno….
.......Fra voci d’inchiostro, ho sentito il battito di un foglio, viverti di magico sogno…



Francesca Ghiribelli.

domenica 5 giugno 2011

FIGLIA DELL'ESTATE


 
 






Socchiudo la finestra, quando il sole si innamora del gioco di luce, che il mare antepone alle onde; smeraldi di prato vezzeggiano l’armonica ombra di un salice, il quale poggia silente sulla sponda di un lago addormentato.
Sono dentro a questa veste ridente piena dei respiri spinosi delle rose di maggio, mentre inumane forme aleggiano tempesta nel vento di un’improvvisa stagione.
Un dolce migrare di voci nel cielo acclama ridente il sorriso imbronciato delle nuvole; così quando tutto si riempie di silenzio arriva il frizzante mietere di un’ape nell’aere, mentre i fiori vengono derubati del loro prezioso incenso.
E’ frettoloso questo tempo immemore, che ogni anno ci delizia del tepore, con cui il rossore di una guancia parla di ciliegia ed il mite sapore di un’anguria accende di frescura il cuore del solleone.
Canto di strana gioia il giungere di quella piccola e breve rinascita, da cui l’inverno prende distanza; cullo i sogni dell’interminabile grido delle cicale tra le braccia degli alberi, per poi farne così storia dipinta sulla sabbia di una spiaggia incontaminata dalle bramanti conquiste dell’uomo.
Già, adesso non voglio essere quell’uomo; desidero soltanto essere vita su questo bruciante oro impreziosito dalle ghiaie colorate dell’oceano, dirti tutto ciò che non ho mai visto della tua straordinaria immensità, riposare tra le verdi palme di un’oasi perduta tra i capricci dell’anima e viverti ogni giorno, come un nuovo attimo di questa vita.
Sentirti sempre più vicino, mentre il tramonto si appropria del mio essere, rubandomi i colori che la notte non mi concederà; voglio soltanto stringerti tra le mura dei miei pensieri e portarti con me per sempre, anche quando fiocchi di neve geleranno l’ultimo battito di sole,così avrò trovato l’eterno amore per il mondo.
Ero qui che cercavo la mia strada, ora l’ho trovata tra le ciglia di un arzillo girasole che arricchisce la terra del tuo sapore.
Sì, sono gemma di un fiore non ancora colto,quando l’universo ti inventa, baciando l’emozione di una conchiglia appena schiusa.
Adesso so amare il bianco vuoto di una lettera mai scritta:
la dedico a te, madre natura, sono figlia dell’estate.
 
 
Francesca Ghiribelli.

GIOVANNI PAOLO II



Questa ricorrenza che tocca l’anima di tutti noi fedeli italiani,che siamo molto vicini a questa straordinaria figura di uomo,la quale ci auguriamo che da lassù ci protegga e ci indichi la via verso la pace e la speranza nel mondo.

Come una silenziosa farfalla che ci guida di fiore in fiore verso la meravigliosa fede del cuore!

PASQUA NEL CUORE

 
Una mano che si tende
La fede non si spegne
Una preghiera che si accende
Il cuore non si arrende
Una sorpresa negli occhi di un bambino
La voglia di starti più vicino
Una colomba dal sorriso d’ulivo
Perché l’amore sa di infinito
Una timida guancia ama sentire
La dolce pace di un agnello nell’ovile
Un nastro colorato prende significato
mentre le uova si vestono di cioccolato
Un padre chiede al figlio
Quale sia la via dell’amore
Poi un improvviso segno
dipinge l’anima d’argento:
dove le nubi non conoscono
il grigio di un temporale,
ma possono ancora far dimenticare
il dolore a chi vuol vivere e sperare.
Un uomo si è sacrificato
Per la giustizia del creato,
ma quale ringraziamento
l’umanità gli ha dato?
Le parole di quel Salvatore
sono i fedeli baci di una madre,
le carezze mai date,
il tenero sguardo di un coniglietto
che ama il prossimo come se stesso.
Ognuno di noi
vorrebbe assomigliare a quel Dio,
crocifisso d’amore
per far diventare il mondo migliore.
Quante promesse gli abbiamo fatto,
ma son state solo chimere,
mentre basterebbe una terra
desiderosa di frutti
per coltivare il fiore
di una preghiera.
Comunque so soltanto che adesso
la voce è piena di emozione
E la Pasqua è nel cuore.
 
 
Francesca Ghiribelli.
 

UTOPIA

'LA VOCE DELL'ANIMA' RUBRICA DI FRANCESCA GHIRIBELLI SU WWW.LIBERAILLIBRO.COM
   
 
Sentirsi dire ‘non andare’, è utopia; provare a lasciarsi ‘volare’, è utopia e dirsi ‘ ti amo’, a volte diventa utopia. Librare le ali di un affetto, è un’utopia; sognare dentro al letto, è utopia. Far nascere il mondo meraviglioso, è utopia; prendersi la mano per poi allontanarsi con il timore di amare troppo vicino, è utopia.
Che dirti? Mentre il cielo si scolora e il bacio di una nuvola accarezza le coltri del pensiero, anche quella è utopia. Sussurrarsi piano piano di voler scappare è l’utopia di una corsa in mezzo al mare. Dentro di me vorrei dirti tante di quelle cose, e l’utopia di un raggio di sole brucia le parole; cosa vuoi che sia, se la dolcezza di un istante viaggia sui binari del sognante e fa diventare un’utopia la realtà stancante.
Che scrivere su questo foglio? .... quando non ho ancora scartato l’utopia di questa vita vera, che canta alla giornata una serenata, che asciuga una fronte già sudata.
Vorrei cantare una canzone che musicasse i sorrisi di un bambino, la sola utopia per disegnarti nel mio giardino. Quanti occhi hanno guardato oltre la soglia del tempo per raggiungere la fantasia per un momento!
Quanti destini hanno sfidato l’improvviso pianto della pioggia, quando l’arcobaleno sembrava ormai arrivato; chissà se un giorno potrò chiamarti l’utopia del credere che qualcosa esista oltre la fede, che questo cielo possa scrivere un passo di infinito nella storia del tuo paradiso.
Non so come altro definire questa vita che dipinge lacrime e sorrisi sui muri dei rimpianti e fra i momenti importanti, vorrei soltanto vivere in eterno il coraggio di poterti rincontrare ancora tra i capricci del tempo, tra le rose di maggio e i freddi sospiri d’inverno, mentre l’autunno intingerà di rosso l’argento vivo di due guance che l’estate chiamerà amore.
L’amore per questa ‘utopia’, che ti farà sentire per sempre mia, come il cuore fa con la poesia.
 
Francesca Ghiribelli.

L'ITALIA

Un nastro legato ad un filo d’erba,mentre il rosso di un tramonto tinge di bruciante passione l’orgoglio,dove un bianco velo sfoglia il timido, ma forte coraggio di un giorno di sole.
Due mani si allontanano macchiate dal sangue del peccato di una guerra che ci ha fatto soldati della vita,poi le foglie di una corona di alloro che giace a terra intingono di fratellanza una terra,la quale si ritrova unita in una nuova speranza,così che il bianco fantasma dell’egoismo lascia il posto al cuore del patriottismo.
Due occhi guardano fieri la giubba rossa,dove l’infiammante desiderio di una libera società si tinge dell’infinito azzurro del cielo, tornato terso, dopo l’arrivo dell’arcobaleno.
Le teste si inginocchiano di fronte a questa giovine ‘Europa’, che grazie alla sua anima ribelle ha fatto provare un nuovo brivido sulla pelle: niente e nessuno ci dividerà, perché la voglia di amare è ancora qua, dentro un istante perso nel vacillare di un orizzonte avverso.
Lo sguardo di una violenta rivoluzione ha versato innocenti lacrime sulla terra umida di gloria,ma adesso quella lotta corpo a corpo è finita: due passi ripercorrono l’ansimante salita di un battito che il cuore ha aggiunto alla vita,poi d’improvviso un sorriso ombreggia tra le tiepide dita di una primavera.
Non sarà soltanto la rinascita della natura, ma sarà il manifesto di un nuovo senso che si risveglia dal crudele arrivismo di una parola, mentre un accennato punto d’incontro spoglia completamente l’ombra cattiva di un antagonismo perverso.
In lontananza sembrano arrivare due rondini che intrecciano il timido rossore del loro petto al bianco candore di un sogno che si leva alto all’universo; così chiudo gli occhi e immagino che una goccia di smeraldo possa tramutare il mare nella totale speranza di un mondo migliore e senza ignoranza.
Siamo qui ad attendere ciò che le nostre mani dovrebbero costruire per l’anima, ma non ci accorgiamo ancora di quante persone in passato hanno combattuto per il nostro presente; adesso,grazie a loro siamo qui a respirare liberi l’aria di questa unita e patriottica era con la tangibile veridicità che il nostro futuro possa avverarsi,cancellando gli errori già compiuti e disegnando di glorioso orgoglio ciò che siamo e che ci hanno permesso di essere……ma ancora tantissime mani dovrebbero tendersi per congiungere i confini di questa Italia, quindi non cessiamo di far battere questo rosso cuore, non deludiamo ulteriormente la restante e preziosa bianca innocenza che i nostri figli vogliono ancora avere il coraggio di vivere e non dimentichiamoci di intingere della verde speranza quello che ancora non ci hanno tolto: l’amore di un senso che la vita ci può dare, solamente se vogliamo dare gli altri ciò che doniamo a noi stessi,solamente se amiamo……….
                                                       
Francesca Ghiribelli.                                   
 

FIORE DI LUNA



Velo di sposa
ha cercato l’aurora:
su pietre sospese
è giunta l’ora
di far nascere
orecchini di petali rosa,
mentre freschi sospiri
han vestito ogni cosa
di bianca fortuna
e su quella piccola duna
raccolgo un timido fiore di luna.
 
Francesca Ghiribelli.
 

UN VESTITO FRA LE STELLE

RUBRICA DI LIBERAILLIBRO.COM 'LA VOCE DELL'ANIMA' 
DI FRANCESCA GHIRIBELLI.
Quella notte guardando il cielo espressi un desiderio. Sulle cime di quelle alte nubi, rividi il silenzioso film della mia vita, mentre in sottofondo la voce della notte faceva da colonna sonora ai miei rimpianti e ai ricordi che avrei voluto rivivere fra tanti. Sollevai lo sguardo verso la corona della luna e inventai la spuma bianca con cui il mare veste le onde, per scrivere nel mio invisibile diario quanto fosse meraviglioso vivere, anche un solo istante di questa vita.
Alcune volte le lacrime sono fiele nell’anima, ma quel breve e violento sapore amaro, accende ancor più di dolcezza, la vaga esistenza di quella forte consapevolezza: è l’amore che ci lega così graziosamente ad ogni intrepida e improvvisa sorpresa del destino. Per amare faremmo di tutto, mentre l’intenso battito del cuore ci ripaga del risplendere infinito, con cui la notte riflette preziosamente il mio vestito. Sì, stanotte ho cucito questo piccolo grande fazzoletto cobalto nel cielo e l’ho illuminato del colore, con cui la luna sceglie le stelle più belle. Quel docile e fantasmagorico manto farà da veste al mio desiderio più segreto,e so che l’oscurità mi ascolterà, facendo da segnalibro al mio libro preferito. Le parole stavolta, però le ho scritte io e le leggerò nella memoria dell’anima, dove resteranno per sempre, splendide unicamente.
Chissà se il futuro avvererà la misteriosa confessione che l’amore ha fatto al cuore,aspetterò qui silenziosa e fiduciosa che un giorno questo vestito possa farmi sposa del mio sogno.
Se così fosse, danzerò fra gli astri, inventando ogni sera la favola della buonanotte e mi armerò della pazienza, con cui il sole nasce e tramonta, ma sarò ancora qua ad imprimere la speranza nel mio cielo……. la favola di un vestito fra le stelle per una notte senza tempo.
 
 
 
Francesca Ghiribelli.

TI SCRIVO

POESIA PER SAN VALENTINO TRATTA DAL MIO LIBRO ''UN'ALTALENA DI EMOZIONI''

  

 
Dentro l'alba del mio cuore
sfoglio le pagine di un mondo
che mi parla di te:
emozioni di attimi infiniti
riempiranno il foglio bianco della mia anima,
di un inchiostro indelebile
 chiamato amore
si imprimeranno
le mie parole;
un sogno eterno indimenticabile
viaggerà sulle rotte
dei miei ricordi,
i contorni del tuo viso
 animeranno i pensieri più nascosti,
i tuoi occhi saranno
il faro che con la propria luce
mi inebria della loro follia,
i tuoi capelli sono l’intricata foresta 
in cui mi tieni prigioniero
della mia stessa passione.
Stringo forte a me l’immagine
di te che si rispecchia
in ogni piccola goccia
di quella pioggia
che cade incessante
sul vetro dei miei pensieri.
Ti rivedo,
ti parlo,
ti contemplo
come un bambino davanti ad un arcobaleno,
 ti sento vicino
anche quando sono solo,
ti scrivo queste parole
che non basteranno a colmare
la profondità del mio sentimento
... e ti prometto che non ti abbandonerò mai
come il cielo fa con la sua stella.
 
 
FRANCESCA GHIRIBELLI.
 


LA VOCE DELLE FATE

 RUBRICA  'LA VOCE DELL'ANIMA' SU LIBERAILLIBRO.COM
DI FRANCESCA GHIRIBELLI


 
La dolce storia di due leggiadre e possenti libellule che volano frettolose a pelo dell’acqua, portando a spasso due paffuti gnomi, che innamorati del cielo, sgombrano le nuvole con i loro pensieri, viaggiando fra le inchinate chiome di sprimacciati e delicati fiori di caprifoglio. Essi fan da divertenti liane agli abbracci del bosco, mentre piccole e minute coccinelle salgono e scendono i tronchi di un grande e vecchio faggio, cercando l’irraggiungibile infinito negli occhi verdi smeraldo di una terra, ancora fantasticamente sognante.
Brillanti lucciole accendono il cuore della foresta, nel tacito riposare delle formiche sui sassi, mentre una civetta rivive nel suo sguardo il tepore del sole, ormai scomparso: le venature di un fuoco d’artificio, non ancora spento, che dal nascere delle ombre crea un faro nella notte.
La vita è ancora tutta da vivere per il bosco, perché l’oscurità è il silenzio del giorno, dove le parole sono scritte dal magico sussurrare degli elfi, accompagnati dai loro campanellini. Essi spiano il regno circostante e si impossessano del sorprendente risplender di una stella, ne fanno la carrozza più bella per andar a prendere la creatura più divina della foresta; con i loro cappellini a barchetta e piccoli orecchini dalle gocce d’argento, si imbarcano fra le vie più impensate che il cielo possa inventare e attendono di veder apparire sulla scia della luna, la forma di una preziosa perla farsi snella, mentre un’avvolgente chioma scende sulle spalline di un minuscolo abito di ninfea. Docili foglioline increspano la sottana, dove spuntano agili gambe, che danzano al tempo di una sinuosa danza, fatta di ali di una velina colorata.
I silenziosi campanellini gioiscono alla loro vista, poi gli elfi, un po’ intimiditi, fanno salire sulle loro dorate carrozze quei piedini intinti nel latte di luna e partono alla volta di un viaggio, la cui meta sarà scritta soltanto dalla fantasia.
Sembrano tanti fantasmini che illuminano la nera trapunta del cielo, poi il cuore del bosco sbadiglia,  sorprendendosi di quella scintilla, che porta dietro di sé cotanta meraviglia; le creature della terra rientrano nelle loro tane, facendo ricordo di quell’indimenticabile attimo, rifugio di un sogno.
Uno scalpitio lontano ingrazia il tintinnare di un trepido sonaglino, adesso è in procinto di giungere fino al letto di un bambino: lì racconterà come le favole, possano ancora esistere in un piccolo angolo di mondo.
Come le fanciulle possano ancora intingersi i capelli nella polvere di una stella e rubare al cielo una timida goccia di luna, perché al calar della notte ancora tutto può succedere…..basta saper ascoltare lontano una melodia fugace……soltanto allora saprai che è la voce delle fate.
 
 
Francesca Ghiribelli.


FRA I PETALI DI UNA POESIA...


 
RUBRICA 'LA VOCE DELL'ANIMA' SU LIBERAILLIBRO.COM 
DI FRANCESCA GHIRIBELLI
 

 
Variopinti intarsi di memoria riaccendono la voce di un senso; sembran tanti piccoli coriandoli di un tramonto che sfamano l’ombra di un rimorso, e se sto in silenzio mi ritrovo a passeggiar nel vento,dove i fili di una lontana primavera pervadono il mio pensiero.
Mi intriga la lettura di questo verso interiore che riscopro nella pagina, su cui il cuore fa da segnalibro all’anima; scandisco i respiri sulle onde di un mare che ha liberato tempesta nei misteriosi messaggi in bottiglia che ho inviato al cielo.
Sono naufraga di una bolla di sapone che il sole trasforma in vetro, imprigionando la mia ispirazione fra le timide labbra di un amore narrato sottovoce; sono zingara di un infinito viaggio orfano di meta, ma la magica creazione di un tuo arrivo mi desta, facendo restare accesa una stella.
Quel mitico astro inconsapevole di futuro e passato, che vive uno straordinario presente: l’attesa di una tua rima impigliata tra le dolci arpe di un usignolo, il suo memore incontrarsi con la vita ed il suo affascinante morire sul foglio, dove rinasce ancora più preziosa di un diamante.
Mi fai credere che sia io ad intessere gli orli del tuo essere con la candida orma del tuo lenzuolo, mentre cerco soltanto di impreziosire la tua veste dei colorati bottoni che le nuvole rubano all’arcobaleno; sorprendendomi ogni volta al tuo fianco intraprendo un nuovo percorso e ti sento indelebile tra i confini del tempo.
Una parola la scrive il cuore, mentre l’anima inconsapevole firma segretamente quella pace fatta di silenzio tra realtà e sopravvento….gli occhi sorridono della gioia che soltanto la fantasia può inventare e custodisco gelosamente questi umili versi scritti sul tuo taciturno pazientare.
Adesso, fra le gelide braccia della neve….. due curiose rondini un po’ imbarazzate giungono in arrivo, mentre nel frattempo rileggo ciò che è stato scritto fra i petali di una poesia.
 
Francesca Ghiribelli.
 
 
 


BUONA EPIFANIA!




CON L'ARRIVO DEI RE MAGI
ABBONDANO ORO, INCENSO E MIRRA
SOTTO QUELLA STELLA CHE ANCORA BRILLA,
MENTRE NELLE CASE GIUNGE LA BEFANA
CHE SI FA LARGO NELLA SUA SOTTANA:
CHISSA' COSA AVRA' PORTATO
A QUESTI BIMBI
CHE AVRAN CERCATO DI ESSERE BUONI
PER NON TROVAR SOTTO IL CAMINO
I NERI CARBONI!
COMUNQUE VADA UNA CALZETTA VERRA' APERTA
E GUARDANDO QUELLA COMETA
LA SPERANZA DEL MONDO RIMARRA' SOSPESA:
PACE,AMORE E SERENITA'
FORSE QUELLA GENEROSA VECCHIETTA
IN PARTE CI REGALERA'!
....UN SORRISO PER AMARE
CHI VERAMENTE CI SA APPREZZARE....


FRANCESCA GHIRIBELLI
.


UNA FARFALLA PER VOLARE...

 

Che sinuosa vita trascorsa ad ondeggiare sulla frizzante salita dell’aria! Simboleggi il leggiadro passo del destino, facendosi amico di un palpito di cuore che unisce le labbra di un fiore; sei il suggestivo sfondo di una tela che fa tornare la voglia di vivere più serena, ma quanto è breve il tuo lieve ancheggiare nella primavera!
Simpatici puntini primeggiano sullo svelto ed esile figurino che spiega due ventaglie di un colore turchino, quanto sei bella e spumeggiante in quella veste dolce ed esilarante!
A volte il tempo è davvero poco per amarti: con te la vita per quanto sia generosa nella tua incantevole e colorata posa, è stata anche furba e birichina, lasciandoti soltanto una breve settimana per vivere il sospeso e frugale sguardo di quella bambina che ti rincorre estasiata dedicandoti la sorpresa di una mattina.
Sai, succede molto spesso di non riuscire a capire quale sia il tuo inizio e la tua fine, perché fra i colori della natura stai lì immobile, tesa e sicura!
Vorrei toccarti anche soltanto per un istante e riuscire a non farti scappare via, ma giustamente intimorita scalpiti nel tuo prezioso arcobaleno: sembri di fantasia a mano dipinta e mi chiedo se davvero prima o poi ti avrei rivista.
Ma come spesso succede le cose belle durano veramente troppo poco e ti immagino in un gioco di luce,dove la tua crisalide si poggia su una goccia di diamante e in pochi battiti di ciglia si incanta di quella inconfondibile meraviglia: sei nata in quel piccolo e prezioso smeraldo, poi sei sbocciata nel sorriso aggraziato della rugiada ed alla fine volteggiando fra così tante stoffe profumate hai incontrato la fine di un giorno d’estate…….ah, quante piacevoli risate ho fatto vedendoti ballare tra le chiacchiere infuriate dei venti, ma altrettanti momenti di delicato splendore hai intarsiato nel mio cuore….e adesso vorrei nuovamente una farfalla per volare:  rivelandoti che se fossi stata come te, avrei saputo veramente amare,così una goccia cadrebbe dal viso riuscendo ad arrivare nel tuo paradiso.
 
Francesca Ghiribelli.
 

UNA CAREZZA NELLA NEVE

 
Una docile lanterna
mi saluta da lontano,
quanta nostalgia
per quell’affettuoso uomo barbuto
travestito di panna e ciliegia
che aspettavo alla finestra,
mentre tutta la notte
per lui era ancora in festa!
Quante candele addormentate
nella quiete giocosa
di quella carta vivace e colorata,
mentre sul tavolo
lasciavo per quell’uomo stanco e affaticato
un pacchetto di goloso cioccolato.
Quanti sorrisi pieni
di quella curiosa credenza
che la fantasia non fosse mai abbastanza,
sbadigli assonnati
che la mattina scartavano
con ansia la mitica sorpresa
di ciò che avevo richiesto
con preziosa attesa.
Allora la felicità rubava
un bacio a mamma e papà,
mentre gli abbracci della giornata
ci portano ancora intorno
ad una tavola apparecchiata:
la calda atmosfera di un camino
che ci ricorda
il birichino passo di un bambino.
Tante volte ho provato la stessa gioia
di un cielo in attesa dell’estate,
e adesso anche se c’è
l’antica nostalgia
di quella dolce e tenera magia,
posso starmene sempre qui a ricordare
quella speciale ed unica atmosfera del Natale;
ogni anno però la sua festa di nuovo arriva
ed una voglia sbarazzina
accende la mia anima ancora un po’bambina:
nei ricordi posso ritrovare
il caro ritornare di Babbo Natale,
mentre nel presente
circondo di meraviglioso tepore
la vera famiglia
che mi ha donato il suo amore.
Così alzo lo sguardo
verso la stella più bella
e spero a chi
è meno fortunato di me,
possa arrivare nella neve
una carezza mandata
da un angelo del cielo
con la speranza
per un domani
più generoso e sereno.
 
Francesca Ghiribelli.
 

BUON NATALE!


La nascita della provvidenza nel cielo,  
quella scia di brillantina che accende la speranza per una futura mattina, 
sul dondolo assonnato della notte 
attendevo la bianca schiuma che nei sogni si riposa; 
ero lì sospesa fra la fiaba di una tradizione
che illumina la cometa del cuore, 
ma aprendo gli occhi al calore del camino 
mi accorgo che un lieve nevischio
ha infranto il desiderio di un bambino. 
L’infanzia corre felice in quei fiocchi  figli dell’aria 
e la rivedo danzare sui vetri della mia memoria 
che ripercorre tesori inestimabili di ricordi pieni di gloria. 
Adesso quel bambino ricama i sogni dietro la realtà 
che quella tradizione adesso più non ha, 
perché quella vaporosa schiuma nascosta dietro occhiali spessi 
ha le sembianze del suo papà e quel dolce sguardo pieno di speranza 
con cui quell’omone portava i  suoi doni 
ora ripercorre la sensibile emozione 
con cui sua mamma lo accoglie fra le braccia. 
Forse la favola della slitta trainata dai cervi del Nord non è del tutto svanita, 
anzi adesso mi trovo qui cullata dai passi di una gioventù ad oltranza 
e quel vecchio signore che mi saluta da lontano 
mi mostra l’allegro cenno di speranza di cui è pervasa la sua mano. 
In quel momento guardo dentro ai sospiri dell’anima 
e mi rendo conto finalmente che forse quel bambino 
non ha mai smesso di sognare, 
perché quel fiducioso Babbo Natale anche se ormai è volato 
attraverso la morbida panna di una letterina strappata 
il mio cuore è riuscito a migrare attraverso le stagioni della vita 
e a costruirsi una via d’uscita, 
anzi un sentiero non più dalla dritta e tranquilla previsione, 
ma una strada in salita ricoperta di mille sogni 
ancora da cercare nell’immensa neve di inverni ancora da scoprire 
e da riscaldare con il calore del coraggio 
che soltanto la forza di crederci ancora sa dare. 
Oggi dopo un lungo periodo ho riscoperto 
questo giorno in cui è nato il Signore, 
perché insieme a lui sono nati i miei sogni 
e il mio talento di esser riuscita a condividerli con me stessa, 
ma soprattutto di guardare 
oltre a ciò con cui l’apparenza ci inganna 
e saper tirar fuori dai sogni ormai superati 
quel briciolo di realtà che solamente
riuscendo ad essere vissuta completamente 
può regalarci ogni giorno 
la nascita di un mondo nuovo tutto da scrivere in due parole: 
Buon Natale!
  
Francesca Ghiribelli.
 
 

UNA LEGGENDA MI PARLA DI TE...

 
RUBRICA DI FRANCESCA GHIRIBELLI SU LIBERAILLIBRO.COM

 
 
Rossori sciolti nel tramonto del cuore, perché niente più di te accende il sereno arcobaleno dell’amore, qui dentro la soglia di questo desiderio che controlla una carezza, mentre il tuo sguardo si accinge a seguire la linea del mio sorriso, ormai perduta in quell’ammirazione che ha i contorni del tuo viso. I miei occhi sono petali fioriti per la tua speranza di vedere sempre più in là della mia delusione, perché sei le dolci braccia che confortano il cammino di questo sottile filo con cui il mondo si fa ancora più assassino.
Mi svegli con il tuo profumato raggio di sole che mi dona il più meraviglioso tocco dell’amore, sei lì ad aspettare preoccupata e contesa da quella leggera ansia con cui la vita ci pone la sua attesa; per dirti tutto ciò che vorrebbero veramente le ali del mio sentimento, non basterebbero parole che danno tempo al tempo, ma sarebbe necessaria una catena che racchiuda questo violento fiume in piena: una forza misteriosa che nella delicata sembianza di una crisalide si posa. Tendi la mano per decifrare ogni mio piccolo tormento o pensiero che sfiora il malessere di un momento, ma esisti sempre come la paziente clessidra che ripercorre indulgente la salita battendo con superlativo anticipo quel timido battito di vita che arriva nel tuo sorriso.
Guardo in lontananza ed anche quando la tua assenza si fa sentire, io la riempio della musica con cui le tue magiche labbra intessono l’alba e sei sempre lì con me durante lo spensierato volgersi del mattino, sei nel mitico odore con cui l’espressione del mezzogiorno lascia sospeso nel pomeriggio il mondo ed infine il lento calar della sera soporifera del quieto sonnecchiare con cui i tuoi occhi ricamano sogni per la tua eterna bambina, mentre lo scuro sapore della notte si appropria del tuo amore. E lì ci sono due mani che si avvicinano timidamente, mentre quella silenziosa e mitica comprensione le fa toccare, così mi fermo dentro quel sorprendente modo di svelarti quelle cose che vorrei dirti sempre e all’infinito, ma che a volte si nascondono dietro la piccola e angusta ombra di un dito, troppo timide per offrirti il paradiso, ma so che ti amo e continuerò ad amarti di quella vita che sa essere molto più che il semplice cerchio di un’esistenza…….sarà quella storia nata da una leggenda che mi parla di te: due fiori raccolti in un deserto di anime, in cui soltanto noi sapremo raccontarci lo splendido amore che ci siamo date.
 
‘’In dedica a mia madre.’’                                                                      Francesca Ghiribelli.

UN CUORE...

Rubrica su www.liberaillibro.com a cura di Francesca Ghiribelli
 

 
Un girotondo di anime sa amare quello per cui un cuore batte; intensifica il nascondersi delle parole nel vivere la gioia di attimi preziosi, seduce l’ombra di un sospiro, mentre il cielo è rapito dal volteggiar delle promesse di un sorriso.
Un cuore sa trovare il motivo per poter scovare il paradiso in quel piccolo e malizioso nido, in cui le mani intrecciano un tango di baci …e quei petali di rosa si rivestono di appassionata dedizione per far felice quell’amore.
Un cuore sa perdonare quel triste momento di attesa, dove una carezza non fa primavera, quell’attimo fuggente nel quale labbra profumate intessono rime delicate per dirti semplicemente che basta saper amare senza riserve.
Un cuore sa parlare di quel tepore accigliato di rabbia che con una dolce o amara risata passa; esso ripensa a quanto avrebbe voluto rinunciare alle gocce di quei pensieri che incombenti ricordano di ieri, ma ieri è parte di oggi come allora e nessuno può comprendere quanto il rimpianto porti l’assenza di quel caro canto.
Un cuore è una canzone scritta a battiti di ciglia, dove le note sono gli amplessi delle emozioni e le emozioni si libreranno alte come le cime dell’estasi e cadranno basse come le grida dei gabbiani sul mare; un cuore avrà tesori incontaminati da raccontare e custodirà segreti senza conchiglie, ma tenderà la mano verso il confine, in cui le onde abbandonano la terra dell’amore.
Due piume di inchiostro saranno la voce di una lingua scritta dalle farfalle che dentro noi han volato insaziabili, ma che adesso sono dirette altrove…..là dove gli occhi non si posano più per guardare ciò che provo per te.
Sono le selvagge membra di un amore che ancora adesso rimembrano i nudi baci di un tempo, i passi sospesi per un momento, soltanto per riaverti qui come l’immortale luce di un diamante che sarà l’eterno specchio di questo amore…..perchè a viverti è ancora un minuscolo frammento di questo cuore.
Un bottone rosso che ogni mattina si veste di te e che la sera si rispoglia del tuo amore……………………ma è solo un cuore.
Francesca Ghiribelli

LETTERA AL MONDO

 
RUBRICA DI FRANCESCA GHIRIBELLI DA LIBERAILLIBRO.COM
 
 
Alfabeti impressi nella memoria cadono su altalene spezzate di quella gloria, ormai senza ritorno.
Se fossi parte di te, mondo, non mi sentirei incompresa: ogni volta mi perdo in queste gocce di pioggia senza senso. Perché esiste un temporale? Forse per dare vita alla tua anima argentata che fatica di amore su questa salita! Non esisterebbe quella magica malinconia, se le tue lacrime non cadessero sospese nella loro concentrata leggerezza, così da rendere concreta quella reale tristezza che ogni giorno ci circonda, anche se la nascondiamo dietro al misterioso riflesso di un vetro. E’ sopra quello scivoloso manto che il tuo cuore piange disperato, mentre il mio accompagna il tonfo sordo con cui il suo picchiettare parla.
Se il cielo potesse pronunciare il lento fluire del silenzio delle mie parole, parlerebbe di te, mondo…racconterebbe come il timido passo di uno sguardo riesca a cogliere la tua speciale immensità, mentre chi in un istante non può far altro che accettare la tua frenetica e poco magnanima gentilezza. Per adesso, io posso soltanto aspettarti sul ciglio di una strada, magari senza ritorno, ma voglio credere che possa esistere il tacito e paziente borbottare del destino; esso mi tende le mani lasciando vagare le piccole e sdrucite forme di sogni che hanno il rumoroso scricchiolio delle foglie di questo autunno. Adesso sarai sempre con me,mondo…perché ho capito che bisogna saper aspettare come il sommesso singhiozzo di una nuvola fa con la pioggia, così custodirò invano il mio sogno che illumina ancora l’attesa di un mondo senza lacrime.
Francesca Ghiribelli
 

UN CUSCINO PER SOGNO

 
Rubrica su www.liberaillibro.com a cura di Francesca Ghiribelli



Le parole sbocciano in un fiore tricolore, mentre il senso del mondo scompare in un istante. Meravigliose girandole sfiorano le palpebre per ritrovarmi sospesa sul nudo sguardo di un giorno: in attesa di uno speciale battito di vita che raccolga in un secondo tutto l’amore del mio mondo.
Le ore vivono impazienti di stringere fra le dorate cornici del sonno quell’inafferabile sogno, ma distesa tra le forti braccia del fato osservo l’universo ad occhi chiusi. Viole imperlate dal bianco pallore della luna cercano fortuna tra le lontane voci delle stelle, ormai perdute in fuochi d’artificio.
Morbidi soffi di sole affiorano gentili tra le copiose labbra di una donna che giace fra le dolci pieghe del letto del suo bambino: i suoi occhi sono vive gocce d’argento che
assaporano il suo leggero ansimare, mentre da una bocca di rosa si ode un percettibile sonnecchiare. Era bello amare quel libero volare altrove, dove ancora il dolore non faceva male. Fino a poco fa udivo il magico fremer delle sue ciglia che nel guardarmi si aprivano di meraviglia, cullavo quel dolce cuore di cucciolo che ogni tanto intonava con la sua grande voce la canzone dell’amore per poi ritornar solerte fra l’adorato silenzio degli angeli. Un silenzio che adesso è fatto di perché che soltanto una madre continuerà a porsi per l’eternità; sì, questa volta avrei voluto seguirti fino là, dove anche il più grande amore non può arrivare e spezzare le porte del Paradiso per venirti a cercare, ma resterò bloccata qui per sempre ad aspettare. Nessuna mano potrà sfiorare la mia solitudine, nessuna carezza potrà carpire mai il profondo bisogno che la vita ha di te, potrò soltanto pregare, affinché ogni parola fatta di quella triste disperazione possa giungerti con l’abbraccio sconfinato della mia anima che adesso stringe a sé soltanto quel piccolo e soffice cuscino su cui i tuoi sogni un tempo lontano si son posati. Ora invece possiedo unicamente un cuscino per sogno, desiderando con tutta me stessa di ritrovarti fra gli amati e troppo brevi ricordi di un figlio.
Francesca Ghiribelli




DAVANZALE DI CAMPAGNA


Rubrica su www.liberaillibro.com a cura di Francesca Ghiribelli



Svolazzano le tende sul proseguire del sentiero, mentre la carezza del giorno sfiora il cammino dei pensieri. Ho trascorso fieri sguardi ad immaginare un futuro fatto di abbracci e promesse spirate nel cuore di chi le ha pronunciate, ma restavo ancora lì con le dita affusolate nell’ansia di dipingere un barlume di quella storia infinita che avevo pensato fosse la vita.
Immaginarie sembianze danzavano di fronte a quei chinati boccioli dalle tenue sfumature lilla e mi perdevo in uno straordinario battere di ciglia; odoro ancora quel mite arcobaleno che quella circoscritta finestra mi regala e sovrappongo sogni a coriandoli di paesaggi in festa.
Sulle colline in lontananza osservavo i seducenti inchini che la luce irradiava altrove ed io perduta in quel giovane quadro mi accorsi di essere felice: quella serena voglia di riscrivere il bene e il male di ciò che l’antica vela del passato nel presente aveva portato.
Ho raccolto aromi impervi tra le linee dell’essere, ma tutto adesso gioca negli occhi del domani e sarò pronta ad interpretare ciò che la vita ha in serbo per me.
Sono acqua piovana su questi boccioli assetati di vendetta e sarò serena perla di rugiada sui malinconici occhi del prato. Sono arida terra bruciata dagli attimi e sarò fertile desiderio di ricominciare su zolle dimenticate; sentirò dentro l’acerbo diluvio universale che sprigionerà l’avvento di una nuova anima fragile come la neve e forte come il vento, ma che risorge fra le vane lacrime di una sposa vestita di bianco. Là sono cresciuta percorrendo più volte quel sentiero, adesso le tende sono il velo di una storia sparita tra le scomode pieghe del tempo e ripenso ai momenti in cui da piccola guardavo quella finestra piangendo al fatidico addio che un giorno le avrei dato.
Alla lampada rimasta accesa in un angolo quando la sera rientravo e mi godevo il paesaggio, quel mitico paesaggio che vedevo da fuori, adesso lo osservavo da dentro, perché sono ancora qua affacciata di fronte agli oziosi grilli che sgridano il sole troppo cocente ed a quelle meravigliose e odorose chiome che i fiori offrono al tiepido specchio dei vetri. Avrei pensato che oggi sarebbe stato l’ultimo giorno in cui avrei potuto vivere il dolce sapore dell’infanzia mischiato all’amaro singhiozzo di un addio, invece la felicità per esser rimasta ha superato la prospettiva di uno speranzoso futuro appena accennato ad oltranza. Getto il succinto mazzolino in un angolo e colgo quei piccoli tesori cresciuti con amore fuggendo verso l’infinito colore che le colline danno al mio sentiero: ecco che sollevando le candide balze del vestito con un geranio fra le dita e l’indimenticabile profumo di nepitella fra i capelli sorrido smarrita pensando al mio caro davanzale di campagna. Il mio sogno per la vita. 
Francesca Ghiribelli.
 


UN CASTELLO SUL MARE


 
Rubrica su www.liberaillibro.com di Francesca Ghiribelli


Una farfalla sfiora una duna di sabbia e nessuno  saprà mai il suo segreto. Quello speciale librarsi libera e leggera come lo stupito occhio della sera. Essa volerà altrove dove l’inquietudine di un cuore che ama rende la vita più profana: laggiù arriverà nel punto in cui l’anima sorseggia un’ultima ombra di luce e poi unirà le sue ali all’insaputa dell’avventura che il cuore affronta senza paura.
Di uno strano vestito si inebria l’atmosfera, mentre la polvere delle nubi intinge le sue ciglia nel dolce navigare di una chimera.
Da terre sconosciute sentirai melodiose arpe riscuoter la giovane voce dell’esistenza,ma soltanto per un attimo vedrai comparire sulla via smarrita un paesaggio lontano.
Sembrerà il misterioso e sottile bacio di un sogno: avrai una spiaggia per mondo e per lunghi capelli le bagnate schiume del mare.
Le conchiglie saranno orecchie in ascolto di ciò che non è stato detto,mentre la mente danzerà fra gli scogli che sorrideranno di sale.
Soltanto questo piccolo gioco che l’immaginazione ci regala anche per un solo istante riuscirà ad allontanare i fantasmi di un tempo, perché in un angolo possiedo un castello di sogni che brucerà di passione i fogli scritti dal presente per poter riscrivere un futuro pieno di scoperte.
Vivrò l’infinito amore per stazioni mai conosciute e in ognuna di esse avrò un castello sul mare.
Un maniero di sogni per un mare di fantasia.
Mi ritrovo ladra del tempo per poter sognare in eterno.
 
Francesca Ghiribelli

IL MAGICO SAPORE DELL'ATTESA


 
 
Rubrica su www.liberaillibro.com di Francesca Ghiribelli
 
Su un morbido e spoglio tappeto di foglie attesi l’autunno di quella notte e rimasi guardinga a sprimacciare in cielo le piume di quell’ormai tramontato arcobaleno; discesi la scala dell’abbandono e mi ritrovai bandita dal perdono: l’uscita per il giorno era vicino,ma poteva trovarla soltanto l’ingenua voce di un bambino.
Sembravo rapita dal perenne incanto di quel pianto,mentre tutt’intorno continuava il meraviglioso sorridere di un celeste manto; preziose cornici argentavano i sogni ormai perduti nell’illusione di aver trovato una terra fertile che ora lasciava le sua gesta nel cuore di nessuno.
Scintille accese nel focolare della sera avevan fatto di quella gioia così fiera solamente il timido e spaventato abbraccio di una chimera; tutto ho perso,ma niente incompiuto ho lasciato dentro quella lacrima vacillante che la notte regala al giorno ed il mattino orgoglioso ne fa rugiada.
Ancestrali e diritte vie han percorso le impervie rotte che l’anima sul cammino ha incontrato,ma adesso niente è ciò che è stato: l’imminente tedio del presente ha avvolto improvvisamente la sua logora memoria nel passato della mia storia.
Ho conosciuto vaghi sorrisi fatti di perdute promesse che han ricamato ad oltranza su quelli sguardi fatti di speranza,ma il verde occhio della fiducia ha tramutato in cenere quella voglia infinita di assaporare il silenzioso passo della vita.
I battiti del cuore han voltato pazientemente quelle pieghe ormai ingiallite che il foglio lascia sul vivere e dietro ha scoperto nuovamente ciò che ogni giorno aspettiamo trepidamente.
Scrivo e mentre leggo mi rendo conto che sto appena svelando al segreto mondo della mia coscienza il furtivo ed orgoglioso bacio dell’attesa: il mite e limpido colore a cui nessuno ha ancora dato amore.
Soltanto i sottili fili del tempo potranno ricucire pezzi di memoria e raccontare una nuova storia: non sono smarrita per sempre, ma ho solamente bisogno di far rifiorire delle cose il contorno.
Sopravvivendo ai maliziosi affronti che il destino ci propone potrò riuscire a dare a quell’attesa un nome: non una parola, non un gesto e neanche un respiro,ma è quell’astratto sapore a cui solo vivendo la vita potrò regalare amore.
L’amore per l’attesa di un attimo è l’intera storia per scrivere la vita. 


Francesca Ghiribelli


QUANDO L'AMORE VIEN DI SERA

 
 
Rubrica su www.liberaillibro.com di Francesca Ghiribelli
 
 
 
Nel momento in cui il cielo si colora del camino e le nuvole si adornano di funerea cipria:un sorriso si ingrigia fra le ombre del crepuscolo.
Sembra quasi di tornar bambini,mentre campanellini di stelle si radunano con l’improvviso pallore della pelle. L’argento delle dolci lacrime della luna si incupisce di premura sotto i ciechi occhi accigliati della notte ed io mi perdo altrove, dove nessun altro è stato mai.
Affilo il sonno di mistero, mentre le dita del buio assaporano il sereno della quiete. E lì accoccolata tra i bisbigli delle lucciole, mi chiedo se davvero il sole non abbia mai incontrato il fascino della sera che sembra tardi ad arrivare….ma che nella sua attesa rende ancora più vero quel mistico rumoreggiar della riviera: bramanti insegne fanno l’occhiolino alla gelata brina con cui il prato al mattino si avvicina e l’ancheggiar della costiera rifugia maliziosi baci fatti di primavera.
Sarà mai possibile chiedersi quanto sia contagiosa l’atmosfera della sera?
Quel crepuscolo tanto sospirato che dice addio al giorno,ma che pur sempre di nuova luce ne ritrae il contorno.
Non dobbiamo avere paura di quella nostalgia che il cuore attende, perché anche il nero può diventar grigio e da esso nascere un nastro d’argento tra i fili dell’anima di chi sa amare….e il timido fremer di selve abbandonate può nascondere dietro di sé quella struggente armonia di cui l’andarsene del giorno lascia la sua gotica scia.
Fatti amare dalla luce che si spegne……..nell’istante il cui il pensiero si isola dall’anima una mano incontra l’altra e l’emozione accende quello strano amore che vien di sera.
Ammira l’algido silenzio di quegli attimi in cui brillerà il più intenso battito di due labbra che si abbracciano. 

 Francesca Ghiribelli
 

IL GIARDINO DELLA RAGIONE


 
Rubrica su www.liberaillibro.com di Francesca Ghiribelli


Se partiamo dagli antichi fondamenti del 700’ possiamo analizzare migliaia di esempi in cui la ragione è diventata sovrana!
Se riflettiamo però ancora oggi alcuni di noi non hanno il coraggio di uscire dal loro ‘stato di minorità’,il termine in cui Kant trovava la vera chiave di spiegazione per far capire veramente cosa significasse ‘Illuminismo’; quante volte ancora un individuo si fa ‘comprare’ in una situazione di allettante vantaggio o forse solo per la paura di essere minacciato da comportamenti altrui,ma dovremmo imparare quella stessa capacità che prima di noi hanno avuto molti uomini nell’affermare che la vera ‘Età dei Lumi’ fosse quella in cui una persona sapesse utilizzare al meglio il proprio intelletto per motivare ogni sua azione senza l’aiuto di nessun altro.
Quante volte la ragione sembra esser andata contro la Chiesa, ma se Dio creduto semplicemente Essere regolatore dell’universo ci ha donato un singolo cervello per pensare e trarre conclusioni singole,perché allora farsi influenzare dagli altri in ogni parola o decisione?
Dovremmo trovare non soltanto l’intelligenza di poter pensare da soli, ma anche il coraggio di rispondere di noi!
Quanti efferati supplizi o gesti ignobili sono stati compiuti soltanto per favore ad altri o a causa di quella invalicabile cecità che non permette all’umanità di contribuire singolarmente e giustamente alla vita!
Qui ritornano equivocabili nel silenzio dei secoli quelle tre chiavi di lettura che la lontana ‘Rivoluzione Francese’ ha cercato di regalare ad ogni uomo però non arrivando sempre a buon fine.
La libertà,quella dolce e sinuosa aere che scioglie l’anima e libera ogni tipo di pensiero alla vita; l’uguaglianza in cui tutti di fronte alla legge potremmo essere giudicati e puniti equamente,anche davanti ad un semplice sguardo interrogatorio che l’esistenza ci pone; la fratellanza,l’unico modo di vedere le cose attraverso gli occhi che leggono il sapere con estrema tolleranza e giovane altruismo.
E’ proprio tutto questo che potrà in futuro renderci liberi,uguali e fratelli!
Mi piacerebbe innaffiare ogni giorno il piccolo grande giardino della mente che si disseta di ragione, quella ragione fatta di promesse e di compromessi con la coscienza di noi stessi.
Fare un grande giro del mondo attorno alle viandanti e immemori strade dell’anima per poter abbracciare un attimo ciò che la lucidità e l’intelligenza ci regala stringendo un robusto nodo con il cuore.
Dovremo solamente fondere la vera fede in noi stessi e in Dio senza nessuna prova scientifica o empirica, poi facendo volare l’istinto attraverso un timido coraggio e farlo unire all’esperienza che la vita ci racconta: ecco tutto questo piccolo grande progresso ha portato nei secoli a cancellare il vero buio del Medioevo o di ogni altra era nascosta alla verità della ragione e della sapienza.
E l’Illuminismo non ha derubato quelle epoche del loro affascinante mistero, ma ne ha arricchito il loro evolversi nella scoperta di infiniti enigmi pieni di onnipotenza.
Badate bene però che nessuna epoca o corrente filosofica ha il completo diritto di regnare incontrastata sulla nostra coscienza o sulla nostra laboriosa e indulgente mente, ma siamo noi stessi che dovremmo mettere all’opera il mondo per venirci incontro l’uno con l’altro senza mai pretendere la vera e completa conoscenza delle cose.
Siamo noi a poter accrescere o indebolire la nostra intelligenza colorando di toni scuri o chiari il meraviglioso giardino della ragione ricordando sempre che la nostra sapienza deve essere ben curata e dedita alla giusta consapevolezza di sé.
La nostra ragione è l’unica medicina veramente appropriata per far respirare d’aria nuova il mondo.

Francesca Ghiribelli.

RESPIRO DELLA VITA

POESIA TRATTA DAL MIO LIBRO ''UN'ALTALENA DI EMOZIONI''
 

In quella morbida e galleggiante sacca
ti culli sicuro come in un’amaca,
muovi il tuo ancora inconcepibile corpicino
che diventerà un fiore di bambino.
Se lei si emoziona a sentir scalpitare
i tuoi abbozzati piedini,
chissà cosa accadrà
quando emetterai
dei preziosi gridolini;
il suo cuore batterà
nei tuoi sorrisi,
la sua vita
sarà vita
solo al fianco dei passi
della tua felicità infinita.
Sarai il piccolo fagottino
dentro la sua pancia
a cui cantare una dolce ninna nanna,
poi diventerai
la preoccupazione della sua ansia,
da grande
fra un silenzio di sacrifici e urla di gioia
sarai una strada da percorrere in salita,
ma prima di tutto resterai per sempre
il respiro della vita.
 
Francesca Ghiribelli. 

CUORE DI MAMMA

TANKA PER LA FESTA DELLA MAMMA 

 
Sfuma cuore di luna
occhi supini,
l’anima cade seta:
baci di rosa
son dipinto d’amore
dove madre si sposa.



Francesca Ghiribelli.

BUONA PASQUA


 
L'arcobaleno di un uovo colorato,
l'ascesa del Signore sul creato,
un mite ramo di ulivo consacrato,
il volo di una colomba stremata,
ma che è arrivata nel cuore di chi ama:
la passione di Cristo sulla croce
che ha dato voce
a coloro che restano nascosti 
dentro il confine del pianto
senza tirare fuori il coraggio...
...guardando lontano oltre un deserto di dolore
si vede un miraggio che dà speranza e calore
al nostro cuore nei confronti di Dio Salvatore!
Il Signore ha sacrificato 
il suo animo gentile e pervaso dalla fede
per conservare le nostre vite accese,
per non far spegnere i ricordi delle irripetibili gesta
di colui che in qualsiasi circostanza

si presta con immenso amore e infinita costanza.
Il suo spirito è disceso ora dal cielo per farci festa
e per onorare questa Pasqua benedetta.
 
Francesca Ghiribelli